Le telecamere sono accese su “U Monacu”, la nuova docuserie che racconta la storia di padre Fedele Bisceglia, frate francescano noto a Cosenza per la sua vita intensa e controversa. Prodotta dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, l’opera si propone di esplorare un personaggio che ha attraversato momenti diversi, dal ruolo di missionario in Africa a figura di riferimento degli ultras locali, fino a un episodio giudiziario che lo ha coinvolto per anni.
Un ritratto corale di padre fedele bisceglia e la sua storia a cosenza
La docuserie prende forma intorno a un protagonista eclettico: padre Fedele Bisceglia, oggi 87enne, ha vissuto esperienze che si intrecciano con periodi cruciali della storia cittadina. La sua vita da missionario in Africa, dove ha aiutato molti tra gli ultimi, si alterna alla fama sportiva nel mondo degli ultras cosentini, un ambiente di grande impatto sociale. Negli anni 2000 ha affrontato un lungo processo giudiziario, terminato con un’assoluzione, che ha lasciato ferite e domande tuttora presenti nella comunità. Questo intreccio di aspetti personali, sociali e giuridici rende la sua figura particolarmente adatta a un racconto che non si limita ai dati biografici, ma si immerge in un contesto più ampio.
L’obiettivo è raccontare una vicenda complessa senza semplificazioni o retorica, lasciando emergere le contraddizioni e le sfumature di una esistenza ricca di cambiamenti. Il progetto coinvolge molti punti di vista empatici, per offrire una narrazione che esprima le tensioni e le relazioni di un tempo in cui la città di Cosenza attraversava trasformazioni sociali profonde.
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Il progetto performing e la partecipazione dell’accademia di belle arti di catanzaro
L’idea di realizzare “U Monacu” nasce dal docente di regia Vladimir Costabile, che ha assunto la regia e la direzione artistica del progetto. La produzione si affida agli studenti del terzo anno del corso di Regia dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, che svolgono compiti di scrittura, ricerca e realizzazione tecnica. La docuserie fa parte del progetto Performing, un’iniziativa dell’accademia che mira a creare un punto d’incontro tra linguaggi artistici tradizionali e tecnologie contemporanee.
Performing si struttura attraverso workshop, produzioni originali e iniziative aperte alla città. Obiettivo è fornire agli studenti la possibilità di confrontarsi con esperienze sul campo, creando opere che coinvolgano direttamente il territorio. In questo caso, “U Monacu” rappresenta una sfida narrativa perché unisce memoria storica a linguaggi visivi innovativi, affidando a giovani professionisti il compito di restituire un racconto sensibile e denso di significati.
Il progetto ha ottenuto il supporto di Rai Calabria, che ha manifestato interesse per questa collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Questa partnership mette in luce la volontà di valorizzare storie radicate nella cultura locale e di offrire spazio a nuove voci e modalità espressive, criteri fondamentali in un panorama mediatico in evoluzione.
Una narrazione senza retorica per raccontare una figura controversa
La narrazione della docuserie evita l’elogio scontato e le semplificazioni. Il racconto vuole restituire la vita di padre Fedele Bisceglia nei suoi aspetti contrastanti, senza giudizi o sentimentalismi. La sua figura emerge non solo come soggetto singolo ma come espressione di un contesto sociale complesso e mutevole, legato a una realtà cittadina in cui il religioso ha operato e vissuto.
Come spiega Costabile, la docuserie punta a ricostruire uno spaccato umano denso di tensioni e riflessioni. Le vicende personali di padre Fedele si mescolano a temi collettivi e sociali, in un intreccio che rende la storia viva e difficile da ridurre a semplici etichette. L’intento è offrire al pubblico uno sguardo più ampio, nella speranza che emerga una comprensione più profonda della vicenda e del territorio.
Il documentario ci introduce così alla Cosenza degli ultimi decenni del secolo scorso, con i suoi sogni, le contraddizioni, le lotte di strada e le esperienze comunitarie che hanno costruito l’identità locale.
Il team di produzione e le fasi della realizzazione
Dietro le quinte di “U Monacu” c’è un team guidato da Vladimir Costabile, con la collaborazione di professionisti esperti. Mauro Nigro cura la fotografia, Tony Perri si occupa del primo operatore, mentre Andrea Marotta segue il coordinamento editoriale e la supervisione giornalistica. Questo gruppo aiuta a tenere insieme gli aspetti tecnici e narrativi di un prodotto articolato.
Gli studenti coinvolti svolgono ruoli diversi: Antonio Vono lavora come aiuto regista e intervistatore, Alfredo Capellupo è secondo operatore, Loris Loreti terzo operatore, Antonio Cortese fonico di presa diretta. Rebecca Paonessa gestisce la segreteria di edizione, Siria Cerminara segue la gestione dati, mentre Nicole Cuda e Amata Gatto si occupano di assistenza alla regia, logistica e organizzazione.
Un’attenzione particolare viene dedicata all’equilibrio tra la ricerca documentaristica e lo sguardo artistico degli studenti, che dà vita a un prodotto in cui si mescolano rigore e creatività. La presentazione ufficiale della docuserie è prevista per il 2026, evento atteso che porterà alla luce un racconto finora inedito sulla provincia calabrese e sulle sue storie più intime.