smart working e riduzione dell’impatto ambientale: il caso della banca d’Italia nel 2024

smart working e riduzione dell’impatto ambientale: il caso della banca d’Italia nel 2024

La banca d’Italia, insieme a Enea, conferma che lo smart working riduce le emissioni di gas serra grazie alla diminuzione degli spostamenti casa-lavoro e promuove la mobilità sostenibile con infrastrutture per veicoli elettrici.
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La Banca d’Italia, in collaborazione con Enea, ha analizzato l’impatto ambientale dello smart working, evidenziandone i benefici nella riduzione delle emissioni legate agli spostamenti casa-lavoro, e ha avviato iniziative per promuovere una mobilità sostenibile tra i dipendenti. - Gaeta.it

Lo smart working si conferma una leva per ridurre l’impatto ambientale legato agli spostamenti casa-lavoro e ai consumi negli uffici tradizionali. La banca d’Italia ha condotto una ricerca approfondita in collaborazione con l’Enea per valutare con dati precisi le emissioni di gas serra generate dalle modalità di lavoro da remoto e in presenza dei propri dipendenti. Il lavoro ibrido, che si mantiene stabile intorno al 38% di giornate lavorate a distanza, dimostra vantaggi per l’ambiente grazie alla riduzione delle emissioni causate dai trasporti quotidiani.

Misurazione dell’impatto ambientale dello smart working alla banca d’Italia

La banca d’Italia ha commissionato all’Enea una ricerca per misurare l’impatto ambientale delle sue modalità di lavoro, concentrandosi sulle emissioni giornaliere di gas serra correlate agli spostamenti casa-lavoro e ai consumi energetici domestici dovuti allo smart working. Lo studio ha rilevato che in media ogni dipendente produce 4,1 chilogrammi di anidride carbonica equivalente ogni giorno per raggiungere la sede di lavoro. Questo dato rappresenta la parte maggiore dell’impronta ambientale rispetto all’aumento di consumi domestici, che ammontano a 1,1 chilogrammi di Co2 equivalente.

Questi valori indicano come lo smart working, pur aumentando l’energia consumata in casa tra elettricità e riscaldamento, riesca comunque a far risparmiare considerevoli quantità di combustibili fossili evitando spostamenti in auto o altri mezzi, riducendo così le emissioni complessive. Lo studio sottolinea inoltre che i consumi energetici negli uffici si riducono proporzionalmente alle giornate in cui si lavora da remoto, anche se l’energia domestica assorbita cresce leggermente. Il bilancio finale resta comunque positivo per l’ambiente.

Piano per una mobilità sostenibile alla banca d’Italia

A sostegno della ricerca, la banca d’Italia ha adottato un piano per la mobilità sostenibile che mira a ridurre l’uso del mezzo privato per raggiungere i suoi uffici nelle sedi di Roma, Frascati e nelle sei filiali periferiche. Tra le azioni messe in campo c’è l’installazione di 23 colonnine per la ricarica rapida di veicoli elettrici negli spazi di parcheggio aziendale. Questo intervento è quasi completato e consentirà ai dipendenti di optare per veicoli a zero emissioni senza rinunciare alla ricarica comoda vicino al luogo di lavoro.

Inoltre, sono stati allestiti punti di ricarica dedicati a biciclette e monopattini elettrici presso alcune filiali, una scelta che premia forme di spostamento più sostenibili e alternative all’auto. Queste iniziative mostrano una strategia complessiva che punta non soltanto a favorire lo smart working ma anche a intercettare altre soluzioni per tagliare ulteriormente il consumo di combustibili fossili nel tragitto casa-lavoro dei dipendenti.

Diffusione e regole del lavoro da remoto nella banca d’Italia nel 2024

Nel 2024 la banca d’Italia ha mantenuto stabile la quota di smart working al 38% delle giornate lavorate, con un picco del 42% nell’amministrazione centrale. Questo dato include tutti i dipendenti in sede centrale a Roma e Frascati. La rete territoriale, ovvero le filiali sul territorio nazionale, ha registrato una quota più bassa intorno al 28%, legata alla natura meno telelavorabile di alcune attività.

La maggioranza dei dipendenti lavora in unità organizzative che prevedono un tetto massimo di 10 giorni al mese e 100 giorni l’anno da fare in smart working. Questo sistema cerca di bilanciare le esigenze dell’organizzazione con la richiesta di flessibilità individuale, in particolare per chi ha particolari necessità personali e familiari. Sono quindi previste deroghe e modalità personalizzate per garantire un adattamento ragionevole.

Un modello organizzativo equilibrato

Questo modello organizzativo punta a mantenere solidi livelli di produttività e presenza nelle sedi, senza rinunciare ai benefici ambientali ed ergonomici del lavoro da casa o da remoto. La banca d’Italia, con i suoi dati e iniziative, conferma l’attenzione alle ricadute ambientali legate al lavoro, un tema centrale per enti pubblici e privati, specialmente nei grandi centri urbani.

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