Sit-in a piazza risorgimento per i 42 anni dalla scomparsa di emanuela orlandi, appello per una parola del papa

Sit-in a piazza risorgimento per i 42 anni dalla scomparsa di emanuela orlandi, appello per una parola del papa

A Roma il 21 giugno sit-in in piazza Risorgimento per chiedere verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, con appelli di Pietro Orlandi e attese per un segnale dal papa Leone XIV.
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Il 21 giugno 2025 a Roma si terrà un sit-in in piazza Risorgimento per chiedere verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, a 42 anni dal misterioso caso, con un appello a Papa Leone XIV per un impegno pubblico della Santa Sede. - Gaeta.it

Il 21 giugno 2025 si svolgerà a Roma un sit-in in piazza Risorgimento per ricordare la scomparsa di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana sparita il 22 giugno 1983. La manifestazione, convocata da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, chiede verità e giustizia a 42 anni dall’episodio che ha lasciato un mistero irrisolto ancora oggi. L’evento si inserisce alla vigilia dell’anniversario e cade in un momento particolare per la Santa Sede, con il nuovo pontificato di Leone XIV e un’inchiesta ancora in corso sulle circostanze che circondano la scomparsa.

La chiamata di pietro orlandi a continuare la ricerca della verità

Pietro Orlandi ha rilanciato l’appello a non dimenticare Emanuela e a insistere nella richiesta di verità. Il fratello, intervistato dall’Adnkronos, ha spiegato che “ogni anno spera che questa volta si possa finalmente fare chiarezza, ma purtroppo deve prendere atto che quelle speranze restano disattese.” La scomparsa di Emanuela Orlandi viene ricordata come un fatto ancora irrisolto, che pesa sulla città di Roma e sulla comunità vaticana.

Il sit-in organizzato per sabato 21 giugno alle ore 18 in piazza Risorgimento rappresenta un momento pubblico di richiamo e protesta pacifica. L’obiettivo è tenere alta l’attenzione, soprattutto alla vigilia del quarantaquattresimo anniversario del rapimento, per mantenere vivo il ricordo e la richiesta di giustizia. Il fatto che Emanuela fosse cittadina vaticana aggiunge al caso una dimensione particolare, che coinvolge direttamente anche le istituzioni legate alla Santa Sede.

Pietro Orlandi continua a chiedere che la vicenda non venga accantonata. La famiglia, da oltre quattro decenni, attende risposte concrete che possano dipanare il mistero della sparizione. L’iniziativa in piazza è un modo per far sentire ancora una volta la loro voce e per chiedere a chi detiene informazioni o poteri decisionali di intervenire.

L’importanza di una parola del papa durante l’angelus

L’appello del fratello di Emanuela si rivolge in modo particolare al papa, sperando che nella celebrazione dell’angelus, prevista domenica 22 giugno, venga data una parola sul caso. “Quest’anno l’angelus coincide esattamente con la data dell’anniversario della scomparsa e questo crea un’occasione significativa,” soprattutto in considerazione del nuovo pontificato avviato da poco.

Orlandi sottolinea che basterebbe un cenno, una dichiarazione anche breve, che mostri l’impegno della Chiesa a cercare la verità e a sostenere la famiglia che da anni aspetta risposte. Evidenzia come il papa, appena un mese fa, abbia espresso all’interno di un discorso ufficiale verso il Corpo diplomatico la volontà della Chiesa di abbracciare chi cerca giustizia e verità. “Questa dichiarazione fornisce un appiglio per sperare in un gesto pubblico che rilanci la domanda su Emanuela Orlandi.”

Non si tratta solo di un fatto simbolico. Considerando che in Vaticano è tuttora aperta un’inchiesta sul caso, una parola dal pontefice potrebbe rappresentare una spinta preziosa per far avanzare la ricerca, anche nelle sedi istituzionali della Santa Sede. In quest’ottica, la giornata dell’angelus che accompagna l’anniversario diventa un momento cruciale per richiamare l’attenzione sul tema.

Il contesto del nuovo pontificato di leone XIV e la vicenda orlandi

La scomparsa di Emanuela Orlandi resta uno dei misteri più controversi legati agli anni ‘80 a Roma, con numerosi tentativi di ricerca, indagini e richieste da parte della famiglia Orlandi. Quest’anno il ricordo avviene a poche settimane dall’inizio del pontificato di Leone XIV, salito al soglio pontificio da circa un mese. Un dettaglio che aggiunge un nuovo elemento al caso, perché con un papa fresco di elezione le speranze di un coinvolgimento diretto o di una presa di posizione aumentano.

Pietro Orlandi ha manifestato la speranza di un incontro con il pontefice, che possa aprire un dialogo diretto rispetto alla vicenda. La famiglia insiste affinché ci sia una disponibilità alla conversazione e a un coinvolgimento più attivo della Santa Sede. Non a caso, gli ultimi sviluppi dell’inchiesta vaticana, pur sotto riserbo, alimentano l’aspettativa di novità e di un possibile avanzamento nelle investigazioni.

La scelta della piazza Risorgimento per la manifestazione non è casuale. La zona è frequentata da fedeli e pellegrini, si trova nei pressi della basilica di San Pietro e rappresenta un luogo simbolico per lanciare un messaggio diretto alla città e alla comunità cattolica. Il sit-in assume una valenza pubblica di pressione sul tema, oltre che di ricordo della giovane cittadina scomparsa.

La manifestazione e la richiesta di impegno pubblico

L’appuntamento del 21 giugno è una chiamata a raccolta per chi segue la vicenda ed è interessato a chiedere chiarezza. La manifestazione partirà alle 18 in piazza Risorgimento, un luogo di passaggio vicino al Vaticano, dove spesso si svolgono eventi legati alla comunità cattolica e alle istituzioni della Santa Sede.

La richiesta di Pietro Orlandi riguarda in particolare un segnale pubblico, una presa di posizione da parte del pontefice e delle autorità vaticane. Il fratello di Emanuela fa appello anche a chi, dentro o fuori il Vaticano, possa contribuire a svelare il mistero. L’appello non si limita a una protesta sociale, ma punta a riportare la questione alla luce, per evitare che venga dimenticata.

Il fatto che la scomparsa risalga a 42 anni fa rende evidente quanto la vicenda sia radicata nel tempo e quanto rare siano ormai le speranze che emergano nuove informazioni. Tuttavia la famiglia insiste, perché il mistero resta aperto e la verità attesa. La manifestazione di piazza diventa il simbolo di questa attesa, del diritto di conoscere ciò che è successo quel 22 giugno 1983 a Roma.

Il richiamo finale di Pietro Orlandi è rivolto anche a un possibile dialogo con il Pontefice, in cui “non si chiedono solo parole, ma anche un impegno concreto da parte della Santa Sede.” L’evento del 21 giugno rappresenta, quindi, una voce attiva che vuole tenere desta l’attenzione sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.

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