Le recenti modifiche ai servizi di emergenza nell’Alto Sangro hanno scatenato forti preoccupazioni tra amministratori locali e rappresentanti regionali. La trasformazione dei mezzi del 118, tradizionalmente equipaggiati con personale medico, in auto infermieristiche rischia di peggiorare l’assistenza sanitaria in un territorio che durante l’estate vede raddoppiare la popolazione turistica. L’interpellanza al Consiglio regionale firmata da due consiglieri mette in luce l’urgenza di rivalutare questa scelta e sollecita misure specifiche per garantire adeguata copertura sanitaria in aree montane lontane dagli ospedali.
La trasformazione dei mezzi del 118 e le sue conseguenze
A gennaio 2025, l’ASL e la Regione Abruzzo hanno modificato il modello operativo dei mezzi di emergenza 118 nell’Alto Sangro, sostituendo le ambulanze con equipe medica con auto infermieristiche. Questa scelta è stata motivata da ragioni organizzative e di costi, ma ha avuto un impatto immediato sulla percezione della qualità dell’assistenza, soprattutto nei comuni montani come Pescasseroli, Scanno, Civitella Alfedena e Opi. In estate, queste località vedono concentrazioni di turisti che quasi raddoppiano la popolazione residente, aumentando la domanda di interventi sanitari urgenti.
I sindaci di queste comunità hanno denunciato attraverso un’audizione pubblica come la decisione sia stata presa senza un adeguato confronto con i territori interessati. La mancanza della figura del medico a bordo dei mezzi d’emergenza rischia di allungare i tempi di soccorso e limitare le possibilità di intervento precoce in caso di gravi incidenti o malori. Le amministrazioni locali ritengono che il modello scelto non rispecchi le esigenze reali di queste zone, dove l’accesso rapido a un ospedale è complicato dalla distanza e dalla conformazione geografica.
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Conseguenze per l’assistenza sanitaria
La trasformazione operata ha fatto emergere diverse criticità sul territorio, con un allarme particolare per le fasce più vulnerabili della popolazione, spesso isolate e meno raggiungibili. La presenza del medico è considerata fondamentale per garantire la sicurezza nelle prime fasi dell’intervento.
La voce dei consiglieri regionali e l’interpellanza al consiglio
I consiglieri Antonio Di Marco e Pierpaolo Pietrucci, entrambi rappresentanti in commissione ambiente e territorio, hanno sottoscritto un’interpellanza indirizzata al Consiglio regionale per porre all’attenzione della giunta la situazione. Secondo quanto dichiarato, l’assenza di una programmazione sanitaria che tenga conto della realtà montana mina il diritto alla salute dei cittadini residenti nei comuni interni.
Nel documento presentato, si chiede il ritorno alla presenza del medico nei mezzi del 118, in modo da garantire un’assistenza più completa e tempestiva. I due consiglieri evidenziano come il tema non riguardi solo l’assistenza d’emergenza, ma anche la più ampia rete dei servizi sanitari: la carenza di medici di base, la riduzione delle guardie mediche e la progressiva diminuzione delle risorse negli ambulatori montani aggravano una situazione già critica.
Isolamento sanitario e fragilità sociale
Sottolineano che la distanza dall’ospedale comporta un vero isolamento sanitario, che si aggiunge alla fragilità sociale ed economica dei territori. Definire servizi adeguati per queste comunità significa prenderle in considerazione come realtà vive, non trascurate a favore di politiche concentrate sulle aree urbane maggiori.
Le sfide sanitarie nei comuni montani dell’abruzzo
I comuni di Pescasseroli, Scanno, Civitella Alfedena e Opi rappresentano una parte importante dell’Abruzzo montano, noto per i suoi parchi naturali e l’attrattiva turistica. Durante i mesi estivi la popolazione aumenta significativamente, portando alla luce difficoltà già presenti nella gestione di servizi fondamentali come la sanità.
La combinazione di fattori geograficamente sfavorevoli e risorse limitate fa sì che ogni intervento sanitario d’emergenza richieda più tempo, con conseguenze rilevanti sulla salute dei pazienti. La riorganizzazione dei mezzi 118 senza la presenza fissa del medico rappresenta un freno al miglioramento della qualità del pronto intervento.
Carenza di servizi quotidiani
Oltre ai mezzi di emergenza, anche la mancanza di medici di base e turni di guardia medica riduce la copertura delle necessità sanitarie quotidiane. Per questo, gli amministratori locali chiedono che le politiche regionali tengano conto di queste specificità e garantiscano soluzioni che evitino di lasciare i territori interni isolati e privi di servizi essenziali.
Le richieste degli amministratori per una politica sanitaria equilibrata
Da L’Aquila arrivano richieste chiare e misure concrete da parte dei rappresentanti istituzionali e locali. L’attuale modello di assistenza nell’Alto Sangro, puntando esclusivamente su auto infermieristiche, rischia di compromettere la sicurezza delle comunità montane.
I sindaci e i consiglieri coinvolti chiedono un ripristino della presenza medica nei mezzi del 118, insieme a una programmazione sanitaria che consideri la distanza dai centri ospedalieri e le caratteristiche della popolazione residente e turistica. Implicano un cambio di approccio rispetto ai tagli e alle riduzioni di risorse, per avvicinare servizi moderni e adeguati anche alle zone più isolate.
L’obiettivo è garantire uguale accesso all’assistenza sanitaria, indipendentemente dal luogo di residenza, senza ricorrere a modelli uniformi che penalizzano chi vive lontano dai centri urbani. La sollecitazione si traduce in un dialogo urgente con Regione e ASL, per rivedere le scelte fatte e rispondere efficacemente alle esigenze delle comunità montane dell’Abruzzo.