Il mare torna al centro del dibattito politico e ambientale con un ruolo che va oltre il paesaggio e il turismo. La sua gestione richiede attenzione e un progetto condiviso fra territori costieri grandi e piccoli. Durante la Venice Climate Week 2025, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e quello di Pollica Stefano Pisani hanno rilanciato l’importanza di una rete di città costiere unite dalla stessa sfida: promuovere un modello di sviluppo che tuteli l’ecosistema marino e favorisca la crescita locale, con ogni comune chiamato a fare la propria parte.
La visione del sindaco di napoli su mare e città costiere
Gaetano Manfredi ha sottolineato che il mare rappresenta una risorsa che non si limita all’economia o all’ambiente, ma include anche un patrimonio informativo prezioso. La protezione del mare deve essere una priorità per le amministrazioni, che devono agire con lungimiranza e responsabilità. Napoli, come grande città con un rapporto stretto con il mare, può svolgere un ruolo guida in questa direzione.
Manfredi ha confermato l’adesione dell’Associazione nazionale comuni italiani all’Alleanza delle Città del Mare e alla Venice Declaration, due iniziative lanciate proprio durante la kermesse di Venezia. Questi documenti intendono lanciare un messaggio chiaro: solo unendo le forze si può affrontare la complessità delle sfide ambientali e sviluppare nuove modalità di governo dei territori costieri.
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La presenza di Jeremy Rifkin, economista di rilievo che ha già firmato la dichiarazione, conferma l’interesse internazionale verso questo progetto. Napoli, dunque, si pone in prima linea per contribuire a trasformare queste idee in politiche concrete, con precisi strumenti che possano garantire risultati sostenibili.
Il ruolo di pollica e la proposta delle blue communities
Il sindaco di Pollica Stefano Pisani ha portato l’attenzione sulle aree marginali, spesso escluse, dice, dalle politiche marittime di ampio respiro. La sua esperienza nel rapporto con l’Unesco e nella promozione della Dieta Mediterranea lo porta a sottolineare che anche i territori meno centrali devono trovare un posto nelle strategie del Blue Deal.
Pisani ha proposto la creazione delle cosiddette Blue Communities, cioè comunità amministrative specificamente dedicate a progettare e realizzare interventi per la rigenerazione dei territori e la transizione climatica. Queste comunità dovranno dotarsi di strumenti di pianificazione condivisi e gestire in modo integrato i fondi disponibili.
La proposta parte dall’esigenza di rinnovare l’approccio alla gestione costiera e di combinare competenze locali, universitarie e degli esperti di settore. L’obiettivo è costruire una rete permanente di soggetti capaci di sviluppare piani comuni, da presentare poi a Governo e Unione Europea per ottenere risorse mirate.
Questa impostazione cerca di superare la frammentazione amministrativa e di trasformare le piccole e medie realtà in attori protagonisti di un progetto collettivo di economia blu, in grado di generare sviluppo ambientale e sociale compatibile.
L’impegno di anci per il blue deal e le prospettive future
L’adesione di Anci all’Alleanza delle Città del Mare rappresenta un segnale concreto dell’interesse delle istituzioni locali verso nuove forme di collaborazione. Il Blue Deal, su cui punta l’alleanza, non si limita alle grandi città o ai grandi porti, ma si apre anche a quelle realtà spesso ignorate, ponendo attenzione alle specificità e alle potenzialità di ogni territorio.
Attraverso un coordinamento tra sindaci, università e organizzazioni di settore, si creano condizioni per costruire strategie condivise e misure amministrative da proporre ai livelli nazionali ed europei.
L’approccio adottato si basa sull’idea di un’azione integrata, dove la rigenerazione ambientale si lega a quella economica e sociale, con interventi mirati e strumenti normativi ad hoc.
Una partecipazione cittadina protagonista
Questa dimensione collettiva punta a coinvolgere anche i cittadini, rendendoli parte attiva di un progetto più ampio, che non guarda solo al presente, ma al futuro dei territori e del mare che li circonda.
Le città costiere italiane, da Napoli a Pollica, fino alle più piccole realtà, diventano così motori di una governance del mare che sia responsabile, partecipata e sostenibile, con l’obiettivo di gestire le risorse marine proteggendo gli ecosistemi e creando nuove opportunità di lavoro legate a un modello di sviluppo più equilibrato.