Il prossimo 18 luglio prende il via a Martina Franca, nel cortile di palazzo Ducale, la 51ª edizione del festival della valle d’itria. L’evento musicale si conferma tra gli appuntamenti estivi più attesi in Puglia, con un programma ricco di opere, concerti e iniziative dedicate al tema “guerre e pace”. La direzione artistica, affidata per la prima volta alla compositrice silvia colasanti, introduce un nuovo corso per il festival ospitato in una delle cornici barocche più suggestive del borgo tarantino.
Un ritorno atteso dopo quasi mezzo secolo: rossini inaugura il festival
L’inaugurazione del festival si terrà alle 21 del 18 luglio con la nuova produzione dell’opera “tancredi” di gioachino rossini. Dopo 49 anni, l’opera torna protagonista a Martina Franca. Scelta significativa, perché “tancredi” rappresenta uno degli esempi più rappresentativi del melodramma italiano dell’Ottocento, ancora oggi apprezzato per la musicalità e la profondità drammatica. La produzione segna l’esordio alla direzione artistica di silvia colasanti e punta a consolidare il ruolo del festival come luogo di riscoperta e valorizzazione del repertorio operistico.
Presentazione e sinergie istituzionali
La presentazione ufficiale dell’edizione 2025 è avvenuta a bari alla presenza del presidente della fondazione paolo grassi, del direttore del dipartimento turismo della regione puglia aldo patruno, oltre naturalmente alla stessa colasanti e al direttore artistico michele punzi. Questo momento ha messo in luce le sinergie tra enti pubblici e organizzatori del festival, sottolineandone l’impatto culturale e turistico sul territorio. Il coinvolgimento della regione promette un sostegno fondamentale per le iniziative legate a questa edizione.
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Un cartellone che spazia da britten a sostiakovic fino a ravel per raccontare guerre e pace
Il programma del festival della valle d’itria durerà fino al 3 agosto e proporrà un mix di opere, concerti e incontri tematici. Tra le novità figura la prima esecuzione italiana di “owen wingrave” di benjamin britten, lavoro che esplora i conflitti interiori e la questione della guerra da una prospettiva personale e riflessiva. Parallelamente, sarà eseguita una rara interpretazione de “l’enfant et les sortilèges” di maurice ravel, celebrando i cento anni dalla sua prima composizione. Questo pezzo, noto per il suo carattere fiabesco e la scrittura innovativa, si inserisce perfettamente nel tema centrale del festival.
La musica di sostiakovic e luisi
Inoltre, il cartellone musicale include la quattordicesima sinfonia di dmitrij sostiakovic, eseguita dal maestro fabio luisi, anche direttore musicale del festival. L’opera di sostiakovic, compositore che ha vissuto direttamente le difficoltà del secondo conflitto mondiale, si presta a una lettura intensa sul tema della guerra e della pace, contribuendo a creare un quadro sonoro che attraversa epoche e stili diversi.
Gli appuntamenti si completano con approfondimenti, incontri e dialoghi con autori, pensati per stimolare il confronto sul rapporto tra musica e realtà storica, culturale e sociale riguardante i conflitti e il desiderio di riconciliazione.
Nuove iniziative con dialoghi tra musica e parole nei chiostri barocchi e nelle masserie
Tra le novità di questa edizione spicca “in-chiostro: tra note e parole”, un ciclo di incontri con quattro ospiti che si confronteranno con la musica su temi legati a guerra e pace. Questi appuntamenti si svolgeranno in ambienti suggestivi quali chiostri barocchi e masserie del territorio, aggiungendo un valore emozionale e storico al dialogo artistico.
La scelta di luoghi così particolari mira a valorizzare non solo il contenuto culturale ma anche il contesto architettonico e paesaggistico tipico della valle d’itria, creando un’esperienza immersiva per il pubblico. Le masserie e i chiostri, testimonianze di un passato spesso legato a momenti di quiete e riflessione, diventano così spazi ideali per esplorare brani e parole che affrontano contrasti, conflitti e speranze di pace.
Altre iniziative tra musica e immagini
Questo progetto segue di poco un’altra iniziativa, “in orbita”, che ha diffuso la musica nelle piazze e nelle contrade di martina franca, portando l’arte fuori dai teatri e incontrando direttamente la cittadinanza. A queste attività si aggiunge la mostra fotografica “eyewitness: guerre e pace”, a cura del fotoreporter manocher deghati, allestita nel centro storico e visitabile fino a fine agosto. Gli scatti raccontano storie di conflitti e convivenza, amplificando il messaggio del festival attraverso immagini di forte impatto.
L’organizzazione affidata alla fondazione paolo grassi e la collaborazione con la regione puglia mostrano un impegno condiviso nel promuovere un evento che sia occasione di musica, cultura e riflessione, diffuso anche in luoghi simbolici come la basilica di san martino, il chiostro di san domenico e altre masserie selezionate.
Il festival della valle d’itria si annuncia come un appuntamento di grande respiro culturale, articolato tra musica, parole e immagini, che coinvolge l’intera comunità territoriale e offre una lettura nuova e attuale delle relazioni umane segnate dalla guerra e dal desiderio di pace.