A Genova, il comune è riuscito a intervenire per fermare lo sfratto di una donna di 90 anni, invalida al 100%, previsto per oggi in via Crocco nel quartiere di Castelletto. Grazie al supporto del sindacato degli inquilini Sunia, si è trovato un accordo che ha permesso un rinvio di due mesi e mezzo, dando una chance di trovare una soluzione abitativa alternativa per l’anziana. Questo caso solleva interrogativi sull’emergenza abitativa e sulla necessità di interventi concreti da parte delle istituzioni.
Il contesto dell’accaduto
Il caso della donna di 90 anni a Genova rappresenta una situazione complessa in cui si intrecciano difficoltà personali, esigenze abitative e il ruolo delle istituzioni. L’anziana, invalida al 100%, aveva ricevuto un ordine di sfratto che si sarebbe dovuto eseguire questa mattina, il 30 agosto. La questione ha subito attirato l’attenzione dei sindacati, che hanno attivato una mobilitazione per fermare l’azione. Il sindacato Sunia, fattore chiave in questa vicenda, ha facilitato il dialogo tra le parti coinvolte: i proprietari dell’abitazione, una coppia di professionisti di Genova, la figlia della donna e l’amministrazione comunale.
L’intervento del Comune è stato fondamentale, dato che ha promesso un supporto economico per il sostentamento della donna e della sua famiglia. Infatti, il Comune ha messo a disposizione un fondo per la morosità incolpevole e l’emergenza abitativa, impegnandosi a coprire una somma di 5000 euro. La figlia della donna, che si trova in una situazione di disoccupazione da due anni, ha garantito un ulteriore contributo di circa 1500 euro. Questi sforzi congiunti hanno portato i proprietari a riconsiderare la loro posizione, accettando di rinviare lo sfratto fino al 15 novembre.
La mobilitazione sociale e la manifestazione
Questa mattina, davanti all’immobile di via Crocco, si è svolto un presidio organizzato dai sindacati Cgil e Fiom, al quale si è unito anche il Sunia. La mobilitazione ha riunito diverse persone, desiderose di esprimere solidarietà nei confronti dell’anziana donna e di condannare il provvedimento di sfratto. L’atmosfera è stata tesa, con momenti di accesa discussione tra i proprietari dell’appartamento, i manifestanti e la figlia dell’anziana, che hanno cercato di far valere la loro posizione e il loro diritto a una soluzione abitativa dignitosa.
Sul posto erano presenti anche le forze dell’ordine, tra cui carabinieri e Digos, per garantire il mantenimento dell’ordine pubblico. Nonostante il tentativo di negoziazione, un ufficiale giudiziario ha dovuto procedere comunque con lo sfratto di un altro inquilino dello stesso edificio, segnalato per morosità nei confronti della stessa proprietà. Questa situazione ha ulteriormente complicato le dinamiche già tese, mostrando quanto sia delicata e fragile la questione dell’abitare a Genova e in molte altre città italiane.
Le prospettive future
La proroga di due mesi e mezzo offre una finestra di opportunità non solo per l’anziana donna, ma anche per il Comune, che si è dichiarato disponibile a trovare una collocazione alternativa attraverso i servizi sociali. Gianni Senili, esponente del Sunia, ha commentato la situazione affermando che l’accordo raggiunto segna un passo avanti, ma che occorre tempo affinché il Comune riesca a garantire una soluzione concreta che possa soddisfare le esigenze dell’anziana e della sua famiglia. È evidente come la questione dell’emergenza abitativa richieda un intervento deciso e coordinato da parte delle istituzioni, nella quale il dialogo e l’intesa con i cittadini possono giocare un ruolo fondamentale.
La situazione riflette una più ampia crisi abitativa che coinvolge molte famiglie in difficoltà e sottolinea l’importanza di misure di sostegno più efficienti da parte delle autorità locali. Solo attraverso un approccio sistematico e integrato si potrà evitare il ripetersi di casi drammatici come quello che ha coinvolto oggi la donna di 90 anni a Genova.