Sette minorenni isolati in comunità diverse dopo aggressione razzista a taranto

Sette minorenni isolati in comunità diverse dopo aggressione razzista a taranto

Sette minorenni a Taranto sono stati affidati a comunità separate dopo aver aggredito un bracciante straniero con violenza e odio razziale; indagini e misure cautelari sono in corso per prevenire nuovi episodi.
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Sette minorenni a Taranto sono stati affidati a strutture separate dopo aver aggredito violentemente un bracciante straniero, con accuse di lesioni aggravate da odio razziale; le indagini e le misure cautelari mirano a prevenire nuovi episodi e a favorire il recupero. - Gaeta.it

Sette ragazzi minorenni sono stati affidati a strutture separate dopo un episodio violento avvenuto a Taranto all’inizio di quest’anno. L’aggressione ha come vittima un giovane straniero. Le autorità giudiziarie hanno adottato misure cautelari per contenere possibili ulteriori episodi e per seguire le indagini.

Dettagli dell’aggressione e indagini a taranto

L’episodio risale a gennaio 2025. Un gruppo composto da sette minorenni, tra i 14 e i 17 anni, ha aggredito un bracciante straniero di 26 anni nel territorio di Taranto. Secondo quanto emerso dalle indagini, il giovane è stato circondato e preso di mira in modo violento. Hanno lanciato pietre e oggetti contundenti colpendolo al volto e al corpo. Le ferite riportate sono state giudicate guaribili in venti giorni.

Età e accuse dei minorenni

I minorenni sono stati identificati come tre ragazze di 14 anni, un ragazzo di 15, uno di 16 e due di 17. Sono stati accusati di reati che includono lesioni personali aggravate dall’odio razziale, resistenza a pubblico ufficiale, vilipendio, violenza privata e violazioni del codice della strada. Le accuse fanno riferimento a comportamenti violenti e discriminatori.

Nei giorni successivi all’aggressione, i protagonisti sarebbero tornati a prendere di mira la stessa vittima. In particolare, dopo circa due giorni, hanno insultato il giovane e lanciato sassi contro l’abitazione in cui vive. Questi atti hanno alimentato preoccupazioni sulle possibilità di ulteriori contrasti nel territorio.

Misure cautelari e gestione dei minorenni coinvolti

Il gip del tribunale per i minorenni di Taranto, Paola Morelli, ha disposto la collocazione dei sette adolescenti in sette comunità differenti. Questo provvedimento mira a evitare contatti tra di loro e a impedire il compiersi di nuove aggressioni. La notifica della misura è stata fatta dai carabinieri dell’area tarantina nelle ultime ore.

Collocazione e finalità delle misure

Le comunità in cui sono stati collocati i ragazzi si trovano in diverse località, lontane tra loro, per evitare possibili condotte collettive o tentativi di reiterare le violenze. Questa strategia dei magistrati cerca di garantire un controllo più stretto su ciascuno di loro e un percorso di recupero separato.

La scelta di dividerli in strutture differenti tiene conto della gravità delle accuse e della natura degli atti. Tali azioni configurano un quadro di violenza aggravata dall’odio razziale. Il sistema minorile italiano ha così programmato un intervento che prevede la protezione della vittima e la rieducazione degli indagati.

Contesto sociale e riflessi sulla comunità locale

L’aggressione a un bracciante straniero ha acceso un dibattito sulla convivenza e il rispetto delle diversità nella zona di Taranto. Non è la prima volta che episodi di questo tipo emergono nella città, ma la modalità violenta ha suscitato particolare attenzione da parte delle autorità e dell’opinione pubblica.

Le autorità locali hanno dichiarato la volontà di contrastare ogni forma di razzismo e di lavorare sulla sensibilizzazione, soprattutto tra i più giovani. L’episodio ha messo in evidenza la necessità di interventi nelle scuole e nei quartieri per prevenire atteggiamenti intolleranti.

Le forze dell’ordine stanno mantenendo alta la presenza sul territorio per evitare possibili ritorsioni o nuovi scontri. La comunità appare divisa tra chi chiede una punizione esemplare e chi invoca interventi formativi.

Non a caso, il caso ha spinto le istituzioni a riflettere sulle dinamiche legate all’immigrazione e all’inclusione sociale a Taranto, città che ospita numerose comunità straniere impegnate principalmente in lavori stagionali e agricoli.

Aggiornamenti sul procedimento giudiziario

Il procedimento nei confronti dei sette minorenni è in corso presso il tribunale per i minorenni di Taranto. L’indagine coordinata dal pm Lelio Festa prosegue per ricostruire con precisione i fatti e raccogliere ogni prova utile.

I ragazzi sono formalmente indagati e gli atti sono stati trasmessi al giudice per una valutazione dell’iter giudiziario. Al momento, la collocazione in comunità rappresenta una misura cautelare preventiva volatile, il cui scopo è impedirne la fuga o tentativi di occultamento di prove.

La dinamica degli eventi è stata documentata anche attraverso testimonianze e verifiche sul luogo dell’aggressione. L’intervento dei carabinieri ha rilevato la gravità dei danni subiti dalla vittima e facilitato le prime indagini.

Non si escludono nel prossimo futuro ulteriori elementi a supporto delle accuse o possibili modifiche alle misure cautelari, in base all’evoluzione del quadro probatorio. Il sistema giudiziario minorile sta monitorando con attenzione i comportamenti dei giovani coinvolti nelle strutture di accoglienza.

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