La rassegna musicale “grande musica a san giorgio” torna a Salerno con sette concerti in programma tra il 3 maggio e il 22 giugno 2025. L’evento si svolge nella chiesa barocca di San Giorgio, un luogo storico che fa da cornice a un calendario che spazia dalla musica antica agli autori romantici. L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Alessandro Scarlatti e sostenuta da enti regionali e comunali, si propone di far incontrare tradizioni musicali diverse sotto un unico tema: senza confini. Il direttore artistico, Tommaso Rossi, ha evidenziato come la rassegna miri ad aprire prospettive nuove, valorizzando musiche italiane e internazionali, popolari e colte.
La location storica e il contesto della rassegna musicale
La chiesa di San Giorgio, nello storico centro di Salerno, ospita la quarta edizione di “grande musica a san giorgio”. Questo luogo, con le sue linee barocche e l’atmosfera raccolta, crea un ambiente ideale per un’iniziativa culturale dedicata alla musica. L’architettura si integra con il percorso sonoro, favorendo una fruizione intima dei concerti.
L’associazione promotrice, dedicata ad Alessandro Scarlatti, compositore napoletano del Seicento, ha scelto di mantenere un forte legame con la storia musicale italiana, pur accogliendo repertori differenti. La collaborazione con la Regione Campania, il ministero della cultura , e altri enti locali come la Fondazione Alfano I e il Comune di Salerno, testimonia il rilievo che questa manifestazione ha raggiunto nel territorio. Non solo promozione musicale, ma anche valorizzazione del patrimonio artistico della città.
Il tema “senza confini” porta a superare barriere tra generi e tempi, aprendo all’ascolto di composizioni lontane nel tempo e nello spazio geografico. L’intento è offrire agli spettatori un itinerario che si muove tra secoli diversi, stili e influenze. Ogni concerto si propone quasi come un piccolo viaggio all’interno della vastità musicale che l’Italia ha prodotto e accolto.
Aperture dal barocco alle radici popolari con il concerto “il popolano ostinato”
Il 3 maggio 2025 si inaugura la rassegna con “Il popolano ostinato”, un concerto dedicato alla musica del Seicento italiano. A proporre questo percorso è il flautista Alessandro de Carolis, che si esibisce insieme a Lorenza Maio , Giuseppe Copia e Antonino Anastasia alle percussioni. Tra gli strumenti spicca la tiorba, tipica del barocco e capace di evocare atmosfere antiche.
Questo primo appuntamento si concentra su composizioni che riflettono la vita musicale di quel periodo, tra melodie che si incrociano con le tradizioni popolari e i primi esperimenti barocchi. La scelta di esplorare musiche meno note conferma la volontà di offrire un’esplorazione non convenzionale, una scoperta di suoni che hanno attraversato secoli senza perdere fascino.
Il gioco di archi, fiati e percussioni crea un tessuto sonoro intenso e avvolgente, capaci di raccontare storie lontane e di coinvolgere il pubblico in una dimensione di ascolto profondo. Si tratta di un invito ad abbandonare pregiudizi e ad accogliere la musica come esperienza intergenerazionale, aperta a tutti.
La musica popolare del secolo scorso con “bracciali d’oro”
Il 17 maggio la rassegna affronta un repertorio che si rifà alla musica popolare del Novecento con il concerto “Bracciali d’oro”. Le interpreti Eduarda Iscaro e Cristina Vetrone portano sul palco brani celebri di artiste come Rosa Balistreri, Maria Carta, Giovanna Daffini e Concetta Barra. Questa serata è un tributo alle radici e alle storie raccontate attraverso le canzoni popolari, endure e intrise di memoria.
L’intervento di Anita Pesce arricchisce la proposta con approfondimenti su contesti e significati culturali che questi brani rappresentano. Sono pagine di vita raccolte nelle espressioni popolari di epoche passate, ma ancora cariche di emozioni e di messaggi che parlano di lotte, lavoro e identità.
Questo concerto evidenzia come la musica tradizionale, anche se legata a territori e circostanze precise, mantenga un valore universale. Le melodie e i testi si fanno portavoce di storie collettive, trasmesse con forza da generazioni che hanno usato la musica come forma di resistenza e comunicazione.
I grandi romantici e i pianoforti a quattro mani: mahler, brahms e schubert in programma
Le serate del 24 e 31 maggio danno spazio alla musica romantica, con un focus su alcuni tra i compositori più celebri di questo periodo. Il 24 maggio un quartetto formato da Costantino Catena al pianoforte, Gabriele Pieranunzi al violino, Francesco Solombrino alla viola e Danilo Squitieri al violoncello esegue pagine di Mahler e Brahms. Questi autori rappresentano la profondità espressiva del romanticismo tedesco, capace di portare l’ascoltatore in un viaggio carico di tensione emotiva e lirismo.
Il 31 maggio è dedicato a Schubert e alle sue composizioni per pianoforte a quattro mani. Gli interpreti Antonello Cannavale e Maria Libera Cerchia rendono con precisione e sensibilità brani che hanno segnato un capitolo fondamentale per la musica da camera. Il duo esecutivo permette di apprezzare la complessità e l’eleganza di questi pezzi, spesso considerati tra i più raffinati del repertorio pianistico.
Questi appuntamenti si rivolgono a chi apprezza la musica classica in tutte sue sfumature, e fungono da contrappeso agli altri generi presenti nel calendario. Il confronto tra le scritture romantiche e gli altri repertori conferma la varietà delle proposte della rassegna.
Le canzoni d’autrice e i recital d’archi della seconda metà della rassegna
La rassegna prosegue il 7 giugno con “Canto d’attrice”, recital ispirato alle canzoni di Luisella Viviani e Ria Rosa. Simona Frasca, accompagnata da Antonella Monetti e Michele Signore , porta sul palco un repertorio intimo e narrativo. Le canzoni d’autrice raccontano storie personali e sociali, intrecciando poesia e musica in un’atmosfera raccolta.
Il 14 giugno è la volta del chitarrista Andrea Curiale, impegnato in un programma che valorizza lo strumento e i suoi colori. Le sue interpretazioni offrono un’ulteriore sfumatura alla rassegna, con brani che spaziano tra diversi stili e tecniche.
L’ultima serata, il 22 giugno, vede il trio d’ance composto da Fabio D’Onofrio , Francesco Filisdeo e Giacomo Lapegna . La formazione esegue musiche scritte appositamente per questo tipo di ensemble, mettendo in luce le peculiarità timbriche e la capacità del trio di esprimere rimandi tra generi diversi.
Questi ultimi concerti chiudono un calendario caratterizzato da varietà e attenzione alle musiche di qualità. L’evento porta così Salerno al centro di un circuito culturale che unisce passato e presente attraverso la musica.