Un’inchiesta della Guardia di Finanza ha rivelato un complesso e allarmante schema di appropriazione indebita ai danni di un’anziana con problemi cognitivi. Sette persone sarebbero coinvolte in reati di circonvenzione di incapace, ricettazione e falsificazione, con il sequestro di beni dal valore di quasi 680mila euro.
La scoperta della frode
Le indagini condotte dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata hanno messo in evidenza un sistema ben architettato di sfruttamento della vulnerabilità di una donna di 92 anni, residente a Gragnano. La signora, afflitta da gravi problemi cognitivi documentati, è stata privata di quasi 400mila euro del proprio patrimonio. Grazie a perizie mediche, è stato acclarato il suo stato di incapacità, elemento che ha reso più semplice per i malintenzionati il compito di sottrarle beni e liquidità.
Gli indagati, che avrebbero operato da diversi fronti, si sono guadagnati la fiducia della donna per poterla manipolare e spingere a trasmettere il suo patrimonio. Queste operazioni sono avvenute fra il 2018 e il 2023, durante il quale l’anziana è stata anche allontanata dai familiari, privandola del supporto necessario a difendere i propri interessi.
L’articolazione del raggiro
Al centro dell’indagine vi è una donna, principale indagata, che avrebbe attuato il piano criminoso con una meticolosa strategia. Non solo ha cointestato un conto corrente con la vittima, ma lo ha pure utilizzato per prelevare fondi in modo illecito. Le perquisizioni hanno rivelato 45mila euro in contanti nascosti presso l’abitazione degli indagati, dimostrando l’ampiezza delle operazioni fraudolente.
Attraverso questo conto, la principale colpevole ha eseguito pagamenti a favore di amici e familiari, oltre ad acquistare un immobile dal valore di 280mila euro. La compravendita è avvenuta anch’essa tramite i fondi sottratti alla donna anziana, evidenziando un piano che ha mirato non solo a sfruttare, ma anche a investire quanto illecitamente ottenuto. L’immobile in questione è stato sequestrato insieme ad altri beni, arginando così il danno patrimoniale già ingente subito dalla vittima.
La complicita’ di un notaio
Un ulteriore aspetto inquietante dell’inchiesta riguarda la complicità di un notaio: secondo quanto emerso, il professionista avrebbe attestato falsamente la conformità di una procura generale. Questa procura, necessaria per gestire il patrimonio e gli affari dell’anziana, ha rappresentato una chiave di volta per il compimento della frode.
La scoperta di questa complicità ha portato a rafforzare le misure di sequestro, che mirano non solo a recuperare i fondi sottratti, ma anche a prevenire futuri danni alla persona vulnerabile coinvolta. Grazie a questo intervento tempestivo della Guardia di Finanza, si cerca ora di ristabilire, per quanto possibile, una situazione di giustizia e protezione per la vittima, la quale rischiava di subire ulteriori danni economici e psicologici.
Conseguenze e futuri sviluppi
Il caso solleva interrogativi sul controllo e la tutela delle persone anziane, suscettibili a raggiri. La Guardia di Finanza sta continuando a indagare per rintracciare ulteriori responsabilità e chiarire l’intero contesto in cui si è svolta la vicenda. La misura di sequestro preventivo, richiesta dalla Procura della Repubblica e accolta dal Giudice per le Indagini Preliminari, rappresenta un passo importante per la salvaguardia delle persone vulnerabili e per dimostrare che atti del genere non restano impuniti.
La situazione rimarrà sotto osservazione, con un aumento della consapevolezza sulla necessità di proteggere le persone anziane e le misure preventive da adottare per evitare simili frodi in futuro. La vigilanza resta cruciale nel monitorare che non si ripetano episodi di sfruttamento così gravi e devastanti. Le autorità sono ora chiamate a riflettere su come rafforzare le misure di tutela in ambito giuridico e sociale per le persone a rischio.