Le autorità di Prato hanno portato alla luce un sistema diffuso di sale da gioco clandestine nel distretto tessile e nel quartiere cinese della città. Dall’inizio del 2024 sono state scoperte ben 17 bische illegali, specializzate in scommesse e giochi d’azzardo vietati dalla legge. Le indagini hanno permesso di sequestrare 750.000 euro in contanti, una cifra che testimonia l’ampiezza delle attività illegali radicate nella zona. Questa operazione ribadisce come Prato rimanga un nodo centrale per flussi di denaro sommerso legati al gioco proibito.
Le indagini della procura di prato e il sequestro del denaro contante
Dal gennaio 2024, la procura di Prato, guidata dal procuratore capo Luca Tescaroli, ha concentrato l’attenzione sul contrasto alle associazioni coinvolte in giochi d’azzardo illegali. Le 17 bische scoperte rappresentano una rete fitta in tutta la città, soprattutto nel distretto tessile e nella Chinatown, luoghi dove si svolgono attività criminali radicate da tempo.
La somma sequestrata, 750.000 euro, è stata trovata prevalentemente sui tavoli da gioco, nascosta durante i blitz delle forze dell’ordine. Il denaro, a cui si aggiungono beni e apparecchiature, è stato versato nel Fondo Unico Giustizia, risorsa destinata a sostenere le attività di recupero dalla criminalità. Secondo i dati elaborati, sono state arrestate o indagate circa 160 persone, tra giocatori e organizzatori, coinvolti direttamente nella gestione delle bische.
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I giochi e le scommesse illecite praticate all’interno delle bische
Le sale clandestine ispezionate ospitavano giochi diffusi nelle comunità asiatiche, come il Pai Gow e il Mahjong, entrambi vietati quando praticati in luoghi non autorizzati. Oltre a questi, erano attive scommesse illegali, organizzate su scala significativa, che attiravano un vasto numero di scommettitori.
Il fenomeno non è limitato a semplici partite occasionali, ma rivela un sistema articolato dove il gioco d’azzardo si configura come fonte di guadagno illegale per organizzatori che sfruttano il tessuto sociale locale. I contanti trovati rappresentano solo una parte delle somme mobilitate, visto che il settore sommerso lega molti interessi economici nell’area. Le attività andavano avanti con una frequenza regolare, spesso senza destare sospetti, agevolate anche dall’assenza di controlli mirati prima delle indagini.
La strategia di contrasto della procura e la collaborazione delle forze dell’ordine
Le operazioni della procura di Prato si collocano in un piano più ampio per rompere le dinamiche criminali nel distretto pratese. Luca Tescaroli ha spiegato che “si tratta di interventi mirati a indebolire circuiti consolidati, capaci di generare flussi rilevanti di denaro nascosto.” La lotta al gioco illegale, infatti, è cruciale per bloccare risorse economiche che alimentano altre attività criminali.
Le indagini hanno visto il lavoro congiunto della Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia Municipale, tutti impegnati nell’identificare e disarticolare i gruppi che gestiscono le bische. Un primo successo è stato ottenuto l’11 gennaio 2024, quando è stata scoperta la prima bisca in via Castagnoli, dove furono sequestrati 115.000 euro e fermate 38 persone di origine cinese. Da lì, sono seguiti numerosi altri interventi, confermando la presenza di un fenomeno strutturato che coinvolge numerosi individui.
Le implicazioni per il distretto tessile e la città di prato
Il distretto di Prato, noto per la produzione tessile, convive con attività illegali che si intrecciano con l’economia locale. Le bische clandestine rappresentano un elemento che sporca l’immagine della città e costituisce un pericolo sociale ed economico. L’impatto è duplice: da una parte alimenta l’economia sommersa, dall’altra rischia di consolidare rapporti criminali in un’area strategica.
Le operazioni condotte finora evidenziano come la criminalità legata al gioco d’azzardo non sia limitata solo a fenomeni isolati, ma sia profondamente radicata e ben organizzata. Le autorità continuano a monitorare la situazione, per evitare che si formino nuove reti di gioco illegale e per ripulire un contesto urbano che deve restare pulito anche dal punto di vista della legalità. Si attende adesso che altre indagini possano portare a risultati simili nelle aree limitrofe della Toscana interna.