Sequestrato oltre 4 milioni a due società di lecco per frode legata ai bonus edilizi

Sequestrato oltre 4 milioni a due società di lecco per frode legata ai bonus edilizi

La Guardia di Finanza di Cernusco Lombardone sequestra beni per oltre 4 milioni a due imprese edili di Lecco e al loro amministratore, accusati di frode fiscale tramite crediti d’imposta inesistenti e bonus edilizi.
Sequestrato Oltre 4 Milioni A Sequestrato Oltre 4 Milioni A
La Guardia di Finanza di Cernusco Lombardone ha sequestrato beni per oltre 4 milioni di euro a due imprese edili di Lecco e al loro amministratore, accusati di frode fiscale tramite crediti d’imposta inesistenti legati ai bonus edilizi. - Gaeta.it

Un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Cernusco Lombardone ha portato al sequestro preventivo di beni per più di 4 milioni di euro a carico di due imprese edili di Lecco e del loro amministratore. L’operazione si basa su accuse di frode fiscale riguardante la creazione e l’uso di crediti d’imposta inesistenti, soprattutto collegati ai bonus edilizi. Il procedimento è stato avviato dal Gip del Tribunale di Lecco su richiesta della Procura, al termine di verifiche approfondite.

Scoperta della frode nei crediti d’imposta

La Guardia di Finanza ha lavorato per mesi per smascherare una rete di comportamenti illeciti riconducibili a un unico imprenditore, che amministrava entrambe le società coinvolte. L’uomo avrebbe simulato un contratto di appalto interno tra le due aziende, facendosi fatturare lavori mai svolti per il rifacimento della facciata di un edificio in provincia di Lecco. Questo gli ha consentito di ottenere indebitamente il cosiddetto “bonus facciate”, che prevede uno sconto in fattura pari al 90% dell’importo totale dei lavori.

Il meccanismo della frode

Il trucchetto ha permesso di trasformare questi crediti in valore contabile, cedendoli poi a un’altra ditta di sua proprietà per compensare tasse dovute. I finanzieri, grazie all’analisi dei documenti contabili e alle verifiche in loco, hanno potuto dimostrare l’assenza di effettivi lavori edili e il carattere fittizio del contratto tra le società. Questo sistema ha portato a un illecito vantaggio fiscale per milioni di euro, parallelamente a una distorsione del mercato dei bonus fiscali nel settore edile.

Fatture estere e costi fittizi

L’inchiesta ha rivelato altri episodi di irregolarità, in particolare riguardo alle dichiarazioni fiscali del 2021 e 2022. Nelle pratiche sono stati inseriti dei costi fittizi relativi a fatture rilasciate da due società rumene, collegate a un presunto distacco di lavoratori in Italia. Questo distacco non è però mai avvenuto, secondo quanto appurato dagli investigatori.

Il trucco dei costi gonfiati

Queste operazioni apparivano come normali rapporti di lavoro internazionale, ma in realtà erano un espediente per gonfiare artificialmente le spese e ottenere ulteriori crediti d’imposta. La mancanza di lavoratori realmente impiegati e di attività produttive ha reso evidenti le anomalie. La Guardia di Finanza ha raccolto elementi sufficienti per attestare che le fatture emesse da queste società estere erano una copertura per mascherare movimenti fittizi e favorire il meccanismo di frode fiscale.

Lavori mai eseguiti nel lecchese e il superbonus 110%

Il filone finale della vicenda riguarda tre condomini nella provincia di Lecco, dove sono state presentate pratiche per lavori concessi dal Superbonus 110%. Le società, secondo gli inquirenti, hanno emesso fatture per importi relativi a interventi praticamente mai realizzati, o svolti solo in parte. Per confermare il percorso burocratico, nelle domande sono stati inseriti stati avanzamento lavori e asseverazioni all’ENEA che però mancavano di riscontri concreti.

Documenti taroccati per il bonus fiscale

Questi documenti ufficiali sono fondamentali per ottenere lo sgravio fiscale, ma in questo caso risultano taroccati per giustificare la maturazione di crediti d’imposta che non avrebbero dovuto essere concessi. Alcune di queste posizioni sono state poi cedute ad altre imprese, ampliando la portata della frode. Le verifiche sul campo e l’analisi tecnica dei lavori hanno confermato la mancanza di opere corrispondenti alle spese dichiarate.

L’intervento del Tribunale di Lecco e della Procura, unito all’azione della Guardia di Finanza, punta a sgominare un sistema fraudolento che ha provocato danni economici alle casse dello Stato e ha compromesso la correttezza nell’accesso agli incentivi fiscali previsti per l’edilizia in regione. Gli sviluppi dell’indagine potrebbero portare ulteriori verifiche su altri casi simili nell’area e in Lombardia.

Change privacy settings
×