Una ditta di costruzioni della provincia di Lecce è finita sotto indagine per presunte irregolarità nella gestione di lavori riguardanti il superbonus 110. La Guardia di finanza di Maglie ha disposto un sequestro preventivo di crediti e liquidità per più di un milione duecentomila euro. I provvedimenti si basano su un’ordinanza del gip del tribunale di Lecce, che ha avviato accertamenti su sei cantieri. Quattro persone, tra cui il rappresentante legale della società e tre ingegneri, sono indagate per vari reati legati a presunte frodi ai danni dello Stato.
Dettagli dell’operazione della guardia di finanza di maglie
L’indagine è partita da controlli su lavori di ristrutturazione e riqualificazione edilizia finanziati con il superbonus 110, un’agevolazione fiscale introdotta per sostenere l’efficienza energetica e l’adeguamento antisismico degli immobili. Secondo quanto ricostruito, i cantieri sotto osservazione presenterebbero situazioni anomale. In sei casi si sarebbe attestata la fine e la conformità di interventi edilizi in realtà mai completati o realizzati solo in parte. Questi dati falsi avrebbero permesso alla ditta di incarico di ottenere crediti d’imposta e contributi pubblici non spettanti.
La Guardia di finanza ha agito cautelativamente con il sequestro preventivo di denaro e crediti fiscali presenti su conti bancari, rapporti finanziari, postali e presso soggetti che gestiscono la cessione del credito. Tra gli indagati, figurano il legale rappresentante della società coinvolta e tre ingegneri, ritenuti responsabili di reati differenti collegati all’attività fraudolenta.
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Accuse mosse agli indagati e violazioni contestate
Le accuse comprendono truffa aggravata in relazione alle erogazioni pubbliche ottenute falsamente, oltre a falsità ideologica in certificati rilasciati da figure incaricate di servizi pubblici essenziali. Gli ingegneri e il rappresentante legale hanno inoltre ricevuto contestazioni per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Si ipotizza questa prassi fraudolenta per creare un apparato contabile in grado di giustificare richieste di agevolazioni fiscali ingiustificate.
Nel caso della ditta, gli investigatori hanno avanzato anche l’ipotesi di responsabilità amministrativa, legata all’attività della società nelle vicende giudiziarie. Questo tipo di contestazione permette di attribuire sanzioni pecuniarie e misure restrittive direttamente all’ente coinvolto, parallelamente alle persone fisiche indagate.
Fatture irregolari e importi contestati dall’inchiesta
L’inchiesta ha portato alla luce una mole consistente di documentazione fiscale irregolare. Sono state rilevate numerose fatture per operazioni inesistenti, emesse nell’ambito di questa presunta attività truffaldina. Gli importi complessivi di queste fatture sfiorano i tre milioni di euro, un valore significativo che ha permesso di generare crediti d’imposta artificiali da utilizzare poi per ottenere contributi pubblici o per la monetizzazione del debito fiscale.
L’operazione ha coinvolto più istituti finanziari, società terze che gestiscono la cessione dei crediti fiscali e spazi operativi definiti come “cassetto fiscale” della società, ovvero l’area riservata online dove si gestiscono i crediti e documenti fiscali. Questi elementi hanno costituito il nucleo del sequestro preventivo disposto dal tribunale di Lecce a tutela delle risorse pubbliche.
Impatti e iter giudiziario in corso
Le indagini della Guardia di finanza proseguiranno per chiarire i ruoli precisi e le dinamiche di questa presunta frode al superbonus 110. Le persone coinvolte dovranno rispondere alle accuse in un procedimento penale che potrà definire l’effettiva responsabilità penale e amministrativa. Il sequestro cautelativo mira a evitare la dispersione di fondi oggetto di contestazione, salvaguardando il patrimonio erariale.
L’episodio riflette attenzione verso possibili abusi nell’erogazione di incentivi pubblici per la riqualificazione energetica, un settore che vede ancora oggi forte interesse economico in tutta Italia. Le autorità giudiziarie e fiscali continuano a vigilare per impedire fenomeni di natura fraudolenta e per garantire che i contributi arrivino esclusivamente ai soggetti che rispettano i requisiti previsti dalla legge.