L’operazione della guardia di finanza ha portato al sequestro di un vasto patrimonio mobiliare e immobiliare riconducibile a cinque imprenditori con presunti legami alla ‘ndrangheta. L’inchiesta “Andrea Doria” ha messo in luce una complessa rete di frode fiscale nel settore della distribuzione dei prodotti petroliferi, coinvolgendo imprese attive in diverse province italiane e in Germania. Questo intervento è stato coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria sotto la guida del procuratore Giuseppe Lombardo.
Il sistema di frode fiscale nella distribuzione di prodotti petroliferi
L’indagine ha rivelato un meccanismo articolato basato su triangolazioni societarie fittizie. Queste operazioni, condotte tramite società cartiere, permettevano di evadere imposte come l’Iva e le accise attraverso false dichiarazioni di intento. Tale pratica consente agli operatori di acquistare carburante senza applicare l’imposta, ma nel caso studiato queste agevolazioni venivano sfruttate in modo illecito. La rete criminale controllava l’intera filiera, dal deposito fiscale fino ai distributori stradali finali, gestendo il passaggio di prodotto tramite più società per mascherarne la provenienza e abbassare i prezzi rispetto alla concorrenza onesta.
False dichiarazioni e società cartiere
Le imprese cartiere risultavano formalmente in possesso dei requisiti per le agevolazioni ma, di fatto, utilizzavano la normativa per alimentare un giro di affari illecito. Lo spostamento del carburante avveniva tramite transazioni solo formali, senza reale movimentazione fisica del prodotto. Questo sistema danneggiava anche gli imprenditori che operavano secondo le regole, alterando il mercato e riducendo le entrate fiscali dello Stato.
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Legami tra imprenditori coinvolti e organizzazioni mafiose
I cinque imprenditori raggiunti dalla confisca sono considerati “collusi” dagli inquirenti. Le accuse parlano di un coinvolgimento diretto con gruppi ‘ndranghetisti radicati nelle province di Reggio Calabria, in particolare nella Piana di Gioia Tauro e nella Locride. Non si tratta solamente di semplici rapporti di interesse commerciale, ma di un servizio a consorterie criminali con il compito di riciclare il denaro sporco attraverso imprese apparentemente legali.
Il ruolo degli imprenditori nella mafia calabrese
L’indagine ha evidenziato come questi soggetti abbiano inserito denaro e influenze in attività economiche sotto il controllo della mafia calabrese, con un sistema di ripulitura che coinvolgeva anche famiglie ‘ndranghetiste con interessi specifici nel commercio di carburante. La strategia prevedeva di usare le aziende degli imprenditori per mascherare capitali illeciti, confondendo l’origine dei profitti e tutelandosi da investigazioni.
Patrimonio confiscato in italia e germania: i dettagli
La confisca ha interessato un vasto complesso di beni, distribuiti su tutto il territorio nazionale e anche oltre confine, in Germania. Sono stati sequestrati complessivamente 79 immobili, costituiti da 58 terreni e 21 fabbricati, ubicati nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Roma, Frosinone e Novara. A questi si aggiungono 85 veicoli tra automezzi e autoveicoli aziendali.
Il provvedimento ha colpito 28 società, di cui 3 operanti in Germania, una realtà agricola, e quote di una società nel settore della locazione immobiliare che detiene otto immobili, sei dei quali a Roma. Tra i beni mobili registrati finite sotto sequestro vi sono un motoveicolo e sette autoveicoli, insieme a quattro orologi di alto valore commerciale. Le autorità hanno sequestrato anche circa un milione di euro in contanti e diverse disponibilità finanziarie, parte delle quali intestate a conti bancari esteri.
Il coordinamento per il sequestro
Questa operazione conferma la portata economica e territoriale dell’indagine, che ha colpito un patrimonio costruito con denaro proveniente da attività illecite e dalla gestione contorta di rapporti commerciali nel settore del carburante. Il coordinamento tra la guardia di finanza, la Dda di Reggio Calabria e le autorità giudiziarie ha consentito di eseguire un sequestro di ampia portata.