Una importante operazione della polizia ferroviaria, guidata dalla direzione distrettuale antimafia di Messina, ha portato al sequestro di tre aziende a catania e una in provincia di agrigento. Le società sono finite sotto la lente per il presunto coinvolgimento in un traffico illecito di rottami metallici tra le province di Messina e Catania. Le indagini riguardano un periodo specifico, tra maggio e settembre 2022, durante il quale si sarebbe violata la normativa ambientale legata alla raccolta e al commercio di rifiuti ferrosi.
Attività e oggetto delle aziende sequestrate
Le quattro aziende coinvolte operavano nella raccolta, trasformazione e commercio di materiale ferroso. Si tratta di imprese che, ufficialmente, gestivano rifiuti metallici, ma che secondo le accuse avrebbero preso parte a una serie di azioni illegali legate a questo ciclo. In particolare, gli investigatori contestano loro violazioni legate agli obblighi di tracciamento e smaltimento dei rifiuti. Queste mancanze riguardano sia la raccolta che il trasporto e la cessione di ingenti quantitativi di materiale, senza rispettare norme precise per la tutela ambientale.
La portata delle indagini e ipotesi di reato
L’operazione, iniziata diversi mesi fa con attività d’indagine complesse, ha coinvolto 49 persone considerate responsabili a vario titolo nel traffico illecito. Il quadro accusatorio punta a dimostrare che tra maggio e settembre 2022 si è svolta un’intensa attività illegale che ha generato una serie di infrazioni ambientali. Le condotte contestate comprendono più fasi: dalla raccolta del materiale ferroso, passando per il trasporto e la cessione, fino al conferimento senza alcun rispetto delle norme di legge. Un sistema articolato, con ramificazioni nelle province di Messina e Catania.
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Coordinamento della direzione distrettuale antimafia e ruolo della polizia ferroviaria
L’indagine è stata diretta dalla direzione distrettuale antimafia di Messina, organismo che ha coordinato le attività investigative della polizia ferroviaria. Questa collaborazione ha permesso di raccogliere elementi a sostegno dell’ipotesi di traffico illecito. La polizia ferroviaria ha avuto un ruolo chiave nel monitorare i movimenti dei materiali ferrosi lungo linee di trasporto, soprattutto per identificare casi di raccolta e trasferimenti irregolari. Attraverso controlli puntuali e acquisizioni di documenti, è stata ricostruita la dinamica delle operazioni fraudolente.
Implicazioni per il territorio e il settore del riciclo del ferro nel sud Italia
Il sequestro di aziende in due province siciliane evidenzia una problematica diffusa nel settore della gestione dei materiali di recupero, in particolare del ferro. La presenza di attività illecite in questa zona può avere ripercussioni ambientali rilevanti, oltre a danneggiare quelle imprese regolari che operano rispettando le regole sullo smaltimento e la tracciabilità. L’intervento delle forze dell’ordine mostra come continuino i controlli sul territorio per arginare fenomeni di illegalità che coinvolgono risorse e scarti industriali importanti a livello economico.
Aggiornamenti e sviluppi futuri delle indagini
Le operazioni di sequestro non hanno segnato la fine delle indagini. I procedimenti riguardano decine di persone e potrebbero estendersi con il progredire degli accertamenti. L’autorità giudiziaria sta acquisendo dati e testimonianze per definire il quadro degli illeciti e valutare eventuali ulteriori misure cautelari. Nei prossimi mesi potrebbero emergere altri dettagli sulle modalità operative del traffico e sull’estensione della rete coinvolta nel commercio abusivo di rottami metallici tra le province di Messina, Catania e Agrigento.