Sei indagati per l’esplosione al ristorante da corrado a Napoli: una vittima e famiglie sgomberate

Sei indagati per l’esplosione al ristorante da corrado a Napoli: una vittima e famiglie sgomberate

L’esplosione del 25 giugno a Napoli in via Peppino De Filippo ha causato un morto, due feriti e lo sfollamento di decine di famiglie; indagati proprietari e gestori del ristorante “Da Corrado”.
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Il 25 giugno a Napoli un’esplosione in un locale di via Peppino De Filippo ha causato un morto, due feriti e lo sfollamento di decine di famiglie; sei persone sono indagate per presunte violazioni delle norme di sicurezza. - Gaeta.it

L’esplosione che ha scosso Napoli lo scorso 25 giugno ha cambiato per sempre la vita di diverse persone. Un locale nel cuore della città, in via Peppino De Filippo, è esploso causando il crollo parziale di un edificio. Il bilancio è pesante: un uomo morto, due feriti e decine di famiglie costrette a lasciare le proprie case in via precauzionale. La magistratura ha aperto un fascicolo che coinvolge sei indagati tra proprietari e gestori del ristorante “Da Corrado”. Nel frattempo, la città segue con attenzione lo sviluppo delle indagini e si interroga sulle condizioni di sicurezza e sull’uso dei locali commerciali.

Le circostanze dell’esplosione e le vittime

L’incendio è avvenuto il 25 giugno, pochi passi da via Foria, nel deposito del ristorante “Da Corrado”. L’edificio ha subito danni strutturali seri, con parte del palazzo che è venuta giù. Secondo gli accertamenti, la causa scatenante è stata probabilmente una fuga di gas, una situazione pericolosa e purtroppo letale. La vittima, Giovanni Scala, aveva 57 anni e si trovava all’interno del locale, che fungeva sia da deposito sia da laboratorio di cucina. Quel giorno non era previsto che lavorasse, ma aveva accettato di sostituire alcuni colleghi. Questo gesto di solidarietà gli è costato la vita. Il suo corpo è stato recuperato dopo più di tre ore sotto le macerie. I soccorritori, intervenuti immediatamente, non hanno potuto fare altro che confermare il decesso. Due altri dipendenti sono rimasti feriti e sono stati trasportati in ospedale.

L’autopsia e le indagini

L’autopsia, programmata nelle ore successive, servirà a ricostruire la dinamica del crollo e le cause della morte di Scala. I consulenti degli indagati potranno partecipare all’esame, previsto dalla Procura di Napoli, che coordina le indagini con il pubblico ministero Federica D’Amodio e il pool diretto dall’aggiunto Antonio Ricci.

Le accuse e i dubbi sulla sicurezza e la destinazione d’uso

L’iscrizione nel registro degli indagati di sei persone, tra proprietari e gestori, segue le prime verifiche in merito alle norme di sicurezza sul lavoro e agli standard del locale. Oltre ai profili di responsabilità legati al crollo, gli investigatori indagano sull’uso di una condotta di gas in un deposito registrato ufficialmente solo come magazzino. Un dettaglio che ha attirato l’attenzione anche del sindaco Gaetano Manfredi, che ha chiesto chiarimenti urgenti per capire se siano state rispettate tutte le autorizzazioni e le procedure previste dalle normative edilizie e commerciali.

Esame dei contratti e delle autorizzazioni

Il fascicolo comprende anche l’esame dei contratti d’affitto e di tutte le autorizzazioni legate al ristorante. L’obiettivo è verificare se l’attività commerciale abbia rispettato le regole e se l’edificio fosse adeguato per le sue funzioni. Ciò potrebbe far emergere altre irregolarità, oltre alle già possibili violazioni sulle norme di sicurezza e di prevenzione incendi. È al centro dell’attenzione il ruolo della sorveglianza che avrebbe dovuto segnalare eventuali rischi legati all’accumulo di gas o all’uso improprio dei locali.

Le conseguenze sull’area circostante e gli sfollati

L’esplosione ha messo in difficoltà non soltanto il ristorante ma anche gli immobili circostanti. La zona tra via Foria e via Peppino De Filippo è stata interessata da ordinanze urgenti che vietano alle oltre venti famiglie coinvolte di abitare temporaneamente i loro appartamenti. Lo stabile, infatti, è stato giudicato momentaneamente inagibile a causa delle lesioni e dei danni provocati dalla deflagrazione. Il comune di Napoli ha fatto scattare una serie di diffide indirizzate a non entrare nei palazzi e ha ordinato interventi immediati per la messa in sicurezza degli immobili.

La situazione degli sfollati

Gli sfollati si trovano ora ad affrontare una situazione difficile, con la necessità di trovare soluzioni abitative di emergenza in attesa degli ulteriori accertamenti tecnici. Il crollo ha colpito una zona molto popolata, e i danni materiali si sommano alle ripercussioni personali e sociali.

Il caso riapre il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e nei locali commerciali

Il dramma di via Peppino De Filippo solleva di nuovo la questione delle condizioni di tutela per chi lavora e del controllo reale sull’uso degli spazi adibiti ad attività commerciali. Giovanni Scala, vittima di questa tragedia, era riconosciuto come una persona apprezzata e laboriosa da colleghi e amici. La sua morte riporta alla luce quanto sia fragile la struttura abitativa ed economica di alcune zone della città.

Le verifiche in corso potrebbero rivelare nuove situazioni irregolari o negligenze nella gestione degli spazi e nella sicurezza. Il caso dimostra come la mancanza di attenzione possa avere conseguenze gravissime. Il lavoro e la sicurezza dovrebbero sempre essere al primo posto, soprattutto in contesti urbani dove se una cosa non funziona a dovere i danni immediati si fanno sentire. Il procedimento giudiziario continua e potrebbe coinvolgere ulteriori figure emergendo nuovi fatti dai documenti e dalle testimonianze raccolte finora.

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