A sei anni dalla firma del Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune, l’università degli studi di Trieste ha organizzato un incontro per discutere alcuni temi attuali legati alla convivenza e al dialogo interreligioso. La firma del 2019 ad Abu Dhabi, firmata da papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, ha rappresentato un punto di partenza per molte iniziative su scala globale. In città, mons. Enrico Trevisi e Akram Omar, presidente della comunità islamica di Trieste, hanno rappresentato due voci principali per riflettere su questi temi.
Il contesto storico e il significato del documento sulla fratellanza umana
Nel febbraio 2019, papa Francesco e Ahmad Al-Tayyeb hanno siglato ad Abu Dhabi un accordo che ha avuto l’obiettivo di promuovere la pace e la convivenza tra i popoli di fede diversa. Il documento, noto come “Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune”, ha aperto una nuova fase nel dialogo interreligioso, sottolineando il valore della reciprocità e del rispetto.
Questo accordo ha ribadito la necessità di superare divisioni, tensioni e conflitti che spesso nascono dall’intolleranza religiosa. Un appello rivolto non solo ai leader religiosi, ma a tutte le comunità coinvolte nella vita sociale e politica, per costruire un mondo più stabile, privo di violenza e discriminazioni. Il richiamo a “un mondo più fraterno dove taccino le armi”, come ha detto mons. Enrico Trevisi durante l’incontro di Trieste, racchiude la volontà di tradurre questi principi in azioni concrete.
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Il punto di vista di mons. enrico trevisi sul dialogo e la convivenza
Mons. Enrico Trevisi, vescovo di Trieste, ha sottolineato l’importanza di educare alla convivenza e al confronto. Nelle sue parole, emerge la consapevolezza che la fraternità non è ancora consolidata nella società attuale, e l’incontro è uno strumento per riconoscere le diversità senza nascondere le difficoltà che possono emergere. Il dialogo diventa allora la via per superare paure e pregiudizi, affidandosi al confronto diretto per costruire fiducia reciproca.
Trevisi ha messo in evidenza come la responsabilità di costruire pace e giustizia coinvolga tutti gli attori sociali, non solo le autorità religiose. La parola, intesa come dialogo aperto, permette di dare spazio alle tensioni ma anche alle possibilità di collaborazione pratica. L’obiettivo è trasformare il confronto in un impegno quotidiano, capace di ridurre i conflitti e favorire una convivenza pacifica che includa tutte le differenze presenti sul territorio.
L’esperienza della comunità islamica di trieste e il percorso di dialogo con i cristiani
Akram Omar, presidente della comunità islamica di Trieste “moschea Ar-Rayan”, ha raccontato come il dialogo tra musulmani e cristiani in città abbia radici più lontane rispetto all’accordo di Abu Dhabi del 2019. Secondo Omar, l’incontro di oggi rappresenta la prosecuzione di un cammino già avviato, che l’accordo ha soltanto sostenuto, ma non inventato.
La presenza del nuovo vescovo Enrico Trevisi ha dato nuova spinta a questo percorso, rafforzando un rapporto basato sulla collaborazione e sul rispetto reciproco. Nel suo discorso si è intravista la volontà di mantenere aperto un canale di confronto, che permetta alla comunità islamica di partecipare attivamente alla vita sociale e culturale di Trieste, affrontando insieme temi come la pace, la sicurezza e il rispetto delle diverse fedi.
L’esperienza locale si inserisce in una prospettiva più ampia di dialogo interreligioso promosso da istituzioni e leader religiosi in tutto il mondo. Qui a Trieste, l’incontro tra diverse tradizioni religiose diventa un segnale concreto di come si può praticare la fratellanza anche in una realtà urbana complessa, con sfide sociali e culturali.
L’università di trieste come spazio di riflessione e confronto sulle sfide attuali
L’università degli studi di Trieste ha promosso questo appuntamento proprio come occasione per approfondire temi legati al dialogo interreligioso e alla convivenza tra comunità diverse. La scelta di coinvolgere figure come mons. Enrico Trevisi e Akram Omar si inserisce nel ruolo che l’ateneo vuole svolgere, cioè favorire la ricerca e il dibattito su questioni sociali importanti.
Questo tipo di incontri serve a stimolare la partecipazione di studenti, docenti e cittadini, offrendo uno spazio dove discutere in modo diretto le tensioni e le opportunità che emergono dalla convivenza. La riflessione sul documento della fratellanza umana è solo un punto di partenza per capire meglio le dinamiche locali, ma anche quelle globali, legate a temi come i diritti umani, la giustizia sociale e la gestione dei conflitti.
Attraverso queste iniziative, l’università di Trieste si propone come un luogo dove tradurre in azione il confronto culturale e religioso, mostrando come la convivenza pacifica non sia un ideale lontano, ma una questione concreta che tocca tutti nella vita quotidiana.