Nel 2023, l’Agenzia italiana del farmaco ha raccolto dati sulle reazioni avverse ai vaccini anti-Covid, offrendo una fotografia delle segnalazioni con eventi gravi. Il rapporto evidenzia il numero di casi gravi registrati, i decessi successivi alla vaccinazione e chiarisce l’assenza di una connessione certificata tra vaccinazioni e decessi. Vediamo i dettagli e le dinamiche emerse da questo documento pubblicato nel 2025.
Numero e caratteristiche degli eventi avversi gravi segnalati dopo i vaccini anti-covid
Nel 2023 sono stati notificati 572 segnalazioni di eventi avversi gravi associati ai vaccini anti-Covid. Questi rappresentano il 46,7% del totale delle segnalazioni per queste vaccinazioni, una quota significativa che ha attirato l’attenzione delle autorità sanitarie. La definizione di “evento avverso grave” include complicazioni che richiedono ricovero ospedaliero, causano invalidità o rappresentano un rischio per la vita del paziente.
Il rapporto non si limita a contare gli eventi, ma esplora l’esito dei casi. In quasi la metà delle segnalazioni, il 49%, i pazienti hanno visto una risoluzione totale o un netto miglioramento degli effetti. Questo significa che, nella maggior parte delle situazioni critiche, le condizioni si sono stabilizzate o sono migliorate nel tempo. D’altro canto, per circa il 31,4% dei casi, al momento della segnalazione, i sintomi gravi risultavano ancora non risolti, mentre il 7,8% ha subito conseguenze permanenti.
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Questi dati evidenziano la complessità nel monitorare gli effetti collaterali, soprattutto per un vaccino somministrato in massa in un contesto emergenziale come la pandemia. Il rapporto mette in guardia dall’interpretare le statistiche senza considerare il quadro clinico completo che accompagna molte segnalazioni.
analisi dei decessi successivi alla vaccinazione anti-Covid e chiarimenti Aifa
Nel 2023 sono stati riportati 38 casi di decessi successivi alla somministrazione del vaccino anti-Covid, in particolare 36 casi a seguito della sola vaccinazione e 2 in concomitanza con il vaccino antinfluenzale. Queste cifre corrispondono al 2,6% delle segnalazioni gravi, un elemento che ha suscitato domande e preoccupazioni nell’opinione pubblica.
Il presidente di Aifa, Robert Nisticò, ha spiegato chiaramente che “la presenza di un evento avverso grave o di un decesso nelle segnalazioni non implica un collegamento diretto con la vaccinazione.” Non è stata accertata una causa certa in nessuno di questi casi, tranne un episodio sospetto di shock anafilattico, una reazione allergica grave che può manifestarsi in tempi molto brevi dopo la somministrazione.
L’approfondimento sulle cause di questi decessi mostra come, in almeno 7 casi, siano intervenute condizioni mediche preesistenti molto gravi, che possono aver influenzato l’esito della situazione. Inoltre, alcuni decessi sono avvenuti molti mesi dopo la vaccinazione, riducendo la probabilità di un legame temporale diretto. In altre situazioni, mancano dati essenziali o l’autopsia ha escluso un collegamento con il vaccino.
Questo mette in luce la cautela necessaria nella lettura di tali numeri e sottolinea l’importanza delle indagini cliniche per distinguere le cause reali.
Complessità nella valutazione degli eventi avversi e sfide per la sorveglianza sanitaria
La gestione e l’analisi delle segnalazioni di eventi avversi rappresentano un compito difficile per le autorità sanitarie. Il rapporto Aifa sottolinea diverse criticità nel classificare correttamente ogni caso.
Ad esempio, in 11 casi mancavano informazioni fondamentali per comprendere l’evento. Senza dati clinici completi, è impossibile stabilire un quadro preciso o individuare eventuali responsabilità. In altri casi, la presenza di malattie avanzate o quadri clinici complicati rende arduo distinguere gli effetti legati al vaccino da quelli dovuti ad altre cause.
È il caso, inoltre, di una paziente anziana che ha subito uno shock anafilattico dopo la quarta dose, episodio raro ma grave che ha contribuito alla necessità di mantenere alta la vigilanza sulle reazioni immediate.
Le autorità insomma continuano a raccogliere dati, a verificare ogni segnalazione e a cercare di chiarire i possibili legami tra vaccino e reazioni avverse. Questo approccio aiuta a garantire la sicurezza degli interventi di sanità pubblica e a mantenere sotto controllo eventuali rischi.
Importanza della trasparenza e dell’informazione nelle campagne vaccinali
Il rapporto Aifa del 2023 contiene un invito esplicito a interpretare i dati sulle reazioni avverse con attenzione e a evitare associazioni affrettate tra vaccino e conseguenze gravi come i decessi. La comunicazione trasparente, basata su numeri concreti e spiegazioni dettagliate, rappresenta un punto chiave per mantenere la fiducia della popolazione nei programmi vaccinali.
Le campagne di vaccinazione contro il Covid-19, lanciate durante la crisi sanitaria globale, hanno richiesto uno sforzo coordinato di monitoraggio degli effetti collaterali. L’esperienza raccolta ha permesso di individuare immediatamente i casi più pericolosi, come reazioni allergiche immediate, mettendo in moto procedure di intervento rapido.
I dati del 2023 testimoniano che, seppure con rare eccezioni, la stragrande maggioranza dei decessi o delle reazioni gravi non risultano legate in modo diretto alla vaccinazione. Certo, non si possono escludere del tutto rischi in soggetti molto fragili o in presenza di patologie complesse, ma la lettura complessiva mostra un quadro in cui il vaccino resta uno strumento chiave per contenere la pandemia.
L’attenzione continua delle istituzioni e la trasparenza nel rendere noti i dati aiutano a ridurre timori e a salvaguardare la salute collettiva. E proprio su questa base si sviluppano le future strategie per la prevenzione sanitaria.