Un nuovo gesto provocatorio di artisti americani si è materializzato sul National Mall a Washington, nello stesso punto dove l’anno scorso era comparsa una scultura altrettanto controversa. Stavolta, in pieno 2025, ecco “dictator approved”, un’opera alta 2,4 metri che raffigura una mano dorata con il pollice in segno di “ok” che travolge la tradizionale corona verde della statua della libertà. Il pezzo punta il dito contro il sostegno esplicito di alcuni leader mondiali a Donald Trump e critica quella che viene definita una deriva autoritaria in politica. La scena è stata ripresa e raccontata dal Washington Post e confermata dal National Park Service, che ha autorizzato l’esposizione.
La nuova opera di protesta: forma, simboli e messaggi
La struttura di “dictator approved” domina con la sua altezza di 2,4 metri. Rappresenta una mano dipinta d’oro, pollice alzato, simbolo universale di approvazione ma con una forte valenza ironica. La mano sembra schiacciare la corona spigolosa, la parte più nota della statua della libertà, tristemente colpita dove dovrebbe invece simboleggiare libertà e giustizia. Questa scelta visiva combina due immagini potenti: l’emblema americano di libertà offeso, e un gesto autocelebrativo potentemente associato ad appoggio incondizionato.
L’National Park Service ha concesso che la scultura restasse esposta proprio in quel punto del National Mall, davanti al Congresso, lo stesso luogo dove il critico pezzo dello scorso anno aveva suscitato discussioni vivaci. L’opera nasce come commento diretto alla parata militare del 14 giugno 2023 e alle preoccupazioni nate intorno a un presunto ritorno a modelli autoritari nella politica americana. Insomma, la scultura è una denuncia visiva, che punta a instillare dubbi sul futuro della democrazia negli Stati Uniti.
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I leader internazionali citati: un sostegno che alimenta il dibattito
Alla base di “dictator approved” sono quattro targhe, una su ogni lato della base, con citazioni di figure politiche riconosciute per il loro potere autoritario. Come riferisce la nota ufficiale, queste frasi esplicitano un chiaro apprezzamento verso Donald Trump, creando un parallelo tra lui e alcuni regimi nazionali oggi al centro delle cronache.
Si legge una dichiarazione di Vladimir Putin che definisce Trump un uomo “molto brillante e di talento”. Poi, Viktor Orbán, primo ministro dell’Ungheria, parla di Trump come “la persona più rispettata e temuta”. Jair Bolsonaro, ex presidente del Brasile, esprime ammirazione sottolineando valori comuni con l’ex capo Usa. Infine, il nordcoreano Kim Jong Un si riferisce a Trump con termini quali “eccellenza”, “rapporto speciale” e “straordinario coraggio”.
Quest’insieme di dichiarazioni non solo mette in luce quanto questi leader abbiano mostrato sostegno alla figura di Trump, ma alimenta anche il dibattito sul peso che certi atteggiamenti e relazioni politiche internazionali possano avere sul clima democratico interno degli Stati Uniti.
Contesto storico e artistico: la protesta nella capitale americana
L’opera si colloca in un filone che segue la scultura apparsa l’anno scorso sempre a Washington. All’epoca, gli stessi artisti avevano realizzato un’installazione che mostrava escrementi poggiati sulla riproduzione gigante della scrivania di Nancy Pelosi, un atto di dissenso contro la rivolta del 6 gennaio 2021 al Campidoglio. Quel lavoro aveva già fatto discutere, poiché criticava l’evento e la gestione politica che ne era susseguita.
Questa replica, con un’immagine che parla direttamente del sostegno a Trump da parte di leader autoritari, sembra voler sottolineare come la protesta artistica possa prendere forme sempre nuove e capaci di far riflettere su eventi e fatti recenti. Il National Mall è diventato un luogo simbolo per queste espressioni visive sui problemi politici americani.
In effetti, l’arte di protesta qui non è mai banale o neutra: i messaggi provenienti da questi manufatti parlano chiaro e provocano dibattiti sul rispetto dei valori democratici, la forza delle istituzioni e il rapporto internazionale degli Stati Uniti con regimi controversi.
Reazioni e impatto nel dibattito pubblico
La presenza di “dictator approved” ha richiamato subito l’attenzione di media e osservatori, anche per l’autorità del luogo scelto per l’esposizione. Il National Mall è il cuore simbolico della democrazia americana e questa scelta parla di una sfida culturale e politica che si sta consumando pubblicamente.
Diversi commentatori americani hanno osservato come la scultura metta in evidenza tensioni reali nel Paese, soprattutto a pochi anni da eventi politici che hanno segnato il sistema. Le citazioni lider non sono state usate solo per evidenziare apprezzamenti personali, ma per descrivere un clima che ha preoccupato parte della società civile. Ovviamente esperti di politica e storico-sociali fanno notare che l’opera è una delle tante espressioni di dissenso che oggi accompagnano la vita pubblica.
Il dibattito sulla libertà e la democrazia continua quindi, con simboli come questa installazione a ricordare che certe questioni sono tutt’altro che concluse. Al centro, restano le differenze di opinioni sul ruolo di figure politiche negli Stati Uniti e nel mondo, con polemiche destinate a non spegnersi a breve.