A roma, nella notte tra il 26 e 27 aprile 2025, è stata nuovamente imbrattata la lapide dedicata ai partigiani fucilati a forte bravetta. Sul monumento, qualcuno ha scritto la parola “Remigrazione“, gesto denunciato dal comitato provinciale di roma dell’anpi. Questo atto vandalico ha riacceso la tensione intorno ai luoghi della memoria antifascista, sollevando richieste di interventi da parte delle istituzioni locali.
La profanazione della lapide dedicata ai partigiani a forte bravetta
La lapide commemorativa posta a forte bravetta ricorda il sacrificio dei partigiani fucilati durante la seconda guerra mondiale. Questa notte, ignoti hanno apposto la scritta “Remigrazione” sull’opera, con una scritta che trascende il semplice vandalismo e punta a un messaggio politico di forte carica controversa. Il termine usato richiama slogan legati a movimenti di estrema destra che invocano il rimpatrio forzato di persone, spesso in modo irrazionale e discriminatorio.
La vicenda è stata prontamente segnalata dall’anpi di roma, l’associazione nazionale partigiani italiani, che ha definito l’episodio un “atto profanatorio” contro la memoria storica dei patrioti. Il monumento celebra una pagina dolorosa ma fondamentale della storia italiana, la lotta di resistenza contro il nazi-fascismo, che ha portato alla conquista della democrazia e dei diritti civili. Il gesto notturno non è solo un danno materiale, ma un’offesa carica di contenuti che negano quei valori.
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La reazione dell’anpi e le richieste alle istituzioni
L’anpi ha espresso un forte dissenso nei confronti di chi ha compiuto l’atto e ha invitato le istituzioni repubblicane e antifasciste a intervenire senza indugio. L’associazione sollecita un rapido intervento per ripristinare la lapide e garantirne la protezione, così da evitare simili episodi in futuro. Più volte, quell’area è stata oggetto di atti vandalici che non hanno riguardato solo il degrado fisico ma anche simbolico e culturale.
Oltre alla manutenzione e sicurezza, l’anpi ha chiesto una veloce individuazione e punizione dei responsabili. Gli autori rischiano di incorrere in accuse gravi, compresi reati sulla base della legge Mancino, che sanziona atti di incitamento all’odio razziale e discriminazione. La richiesta è chiara: chi attacca la memoria della resistenza deve essere chiamato a rispondere davanti alla legge, per mantenere intatti il rispetto e la dignità di quei fatti.
Il significato storico e culturale della lapide e della resistenza
La lapide di forte bravetta non rappresenta solo un pezzo di marmo o cemento, ma un ricordo tangibile della lotta partigiana, di uomini e donne che si sono opposti alla dittatura fascista e all’occupazione nazista. Sono stati fucilati proprio per il loro impegno che oggi rappresenta la base dei diritti sociali e civili riconosciuti in italia.
Chi ha vandalizzato il monumento con una scritta che inneggia alla “remigrazione” vuole cancellare questa eredità, sostituendo un messaggio di inclusione e libertà con uno di esclusione e superiorità razziale. Il gesto incarna la negazione degli ideali di pace e democrazia, ristabiliti proprio grazie a quei partigiani che hanno sacrificato la loro vita. Questo scontro tra idee si riflette non solo nella lapide, ma nel dibattito pubblico e politico italiano.
Il contesto attuale a roma e il rischio di nuove profanazioni
Roma, ancora oggi, si trova a dover difendere i suoi spazi simbolici da attacchi di vario genere. Forte bravetta è uno di quei luoghi dove il passato si fa monito e ragione per la città intera. L’atto della scorsa notte evidenzia come certi gruppi continuino a operare nell’ombra, cercando di sovvertire valori condivisi attraverso gesti materiali.
La città è da tempo impegnata a tutelare luoghi della memoria, ma l’episodio racconta delle difficoltà che sorgono di fronte a intolleranza e estremismi. Le modalità usate dai vandalI – agire al buio, con azioni rapide e violente – mostrano una volontà precisa di offesa reiterata. La situazione richiede quindi non solo la riparazione fisica, ma un controllo più stretto e un presidio continuo, per impedire che simili episodi si moltiplichino.
Roma resta però un modello importante di resistenza e ricordo. Le istituzioni, la società civile e le associazioni antifasciste si trovano a dover mantenere viva la memoria, difendendo spazi simbolici come forte bravetta da chi vorrebbe deragliare dai principi su cui si fonda la repubblica italiana. Questa profanazione è un campanello d’allarme, da non sottovalutare nel dibattito pubblico e nell’attività culturale della città.