Scoperto un antico molo in pietra e legno della tarda antichità a Meria, Corsica

Scoperto un antico molo in pietra e legno della tarda antichità a Meria, Corsica

Scoperta a Meria, Corsica, di un molo in pietra e legno risalente al III-VIII secolo d.C., con reperti ceramici e metallici che rivelano un antico porto e nuove prospettive per la storia locale.
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In Corsica, a Meria, è stato scoperto un antico molo in pietra e legno risalente tra il III e l’VIII secolo d.C., che offre nuove informazioni sulla storia e l’archeologia della costa nell’epoca tardo-antica. - Gaeta.it

Una scoperta archeologica ha preso forma durante un’indagine preventiva in Corsica, nella marina di Meria. Sono emersi resti di un molo in pietra e legno risalente al periodo che va dal III all’VIII secolo d.C. Questo ritrovamento rappresenta un’importante novità per la conoscenza storica e archeologica dell’isola, coinvolgendo diversi esperti in un’indagine approfondita sulle tracce di un antico porto.

La scoperta del molo durante uno scavo preventivo a meria

Lo scavo si è svolto in una zona collinare a nord della baia di Meria, nel Capo Corso. Qui il terreno roccioso, composto da scisto, scende ripidamente verso un piccolo ruscello. Proprio ai piedi di questa pendenza, gli archeologi del servizio regionale di archeologia hanno trovato un insieme di blocchi di pietra di medie e grandi dimensioni, alcuni lunghi più di un metro e mezzo. Questi blocchi, disposti a formare una sorta di cordone, si trovano alla base di una piattaforma lastricata larga tra 4 e 6 metri e lunga almeno 13 metri. La struttura scaturita dallo scavo risulta spessa circa 80 centimetri e si sviluppa sopra il substrato roccioso naturale, quasi a estendere la superficie del terreno sul letto del ruscello.

Ai bordi di questa costruzione sono stati collocati blocchi di pietra maggiori a svolgere un ruolo di sostegno. Nel livello superiore sono stati individuati circa dieci fori circolari, probabilmente usati per inserire pali di legno, elemento che suggerisce la presenza di una struttura sopraelevata. Sebbene l’area scavata sia piccola e impedisca di ricostruire con certezza l’intera struttura, gli studiosi ipotizzano che si tratti di un pontile in legno utilizzato per l’attracco delle imbarcazioni.

Caratteristiche e funzione del molo nella tarda antichità

La struttura in pietra, seppur semplice nell’aspetto, appare frutto di un lavoro accurato e impegnativo. La costruzione su un terreno umido richiedeva una buona esperienza e la disponibilità di materiali adatti. La piattaforma serviva a creare uno spazio stabile sopra il terreno naturale del ruscello, fornendo una base solida in una zona dove l’acqua avrebbe altrimenti reso instabile qualsiasi approdo.

La presenza di fori per pali e le grandi pietre di sostegno fanno pensare a un molo in legno che doveva permettere alle barche di attraccare con facilità. La posizione strategica, vicino al mare e a una baia naturale, suggerisce un punto di carico e scarico di merci. Nel corso dello scavo sono stati trovati più di mille frammenti di ceramica e circa cento piccoli oggetti metallici, tra cui spiccano i chiodi in bronzo. Questi ultimi confermano la costruzione in legno della struttura, poiché la loro resistenza alla corrosione indica un uso vicino all’acqua salata. Altri reperti riferiti ad attività di pesca completano l’immagine di un approdo vissuto dalla comunità locale nelle epoche antiche.

Importanza storica e studio dei reperti

Il molo scoperto offre nuovi spunti sulla storia della Corsica durante la tarda antichità, un periodo per cui finora erano scarsi i ritrovamenti con un contesto stratigrafico ben definito sull’isola. I reperti ceramici affidati all’analisi di Josselyne Guerre dell’Inrap costituiscono una fonte preziosa per approfondire l’epoca e le pratiche locali.

Un contributo fondamentale alla ricerca arriva dall’approccio geoarcheologico, guidato da Marc-Antoine Vella dell’Inrap. Lo studio dei sedimenti costieri vicino all’antica struttura permetterà di comprendere i mutamenti ambientali e del paesaggio fluviale e marino intorno a Meria. Sono previste analisi di polline a opera di Delphine Barbier-Pain, accanto a rilevamenti su molluschi curati da Sophie Martin e altri resti organici registrati da Isabel Figueiral.

Prospettive aperte dalla scoperta in corsica

Questi dati aiuteranno a ricostruire in modo dettagliato le condizioni naturali con cui gli abitanti dell’antichità hanno interagito, fornendo un quadro ambientale del porto e delle sue funzioni economiche.

Questa prima indagine archeologica preventiva nella zona di Meria segna un passaggio importante per la conoscenza dell’archeologia corsa. La costruzione del molo in pietra e legno testimonia attività che si svolgevano lungo la costa tra il III e l’VIII secolo d.C., confermando la presenza di insediamenti organizzati e collegamenti via mare.

Il ritrovamento di materiali e strutture finora ignoti potrà modificare la storia locale, permettendo di inserire nuovi elementi nel quadro storico insulare. Le analisi in corso offriranno dettagli concreti sull’ambiente e sugli usi del luogo, gettando luce su un periodo poco indagato nell’isola mediterranea.

Meria potrebbe così diventare un punto di riferimento per le ricerche future, invitando a nuovi scavi e approfondimenti sulle tracce dell’antichità in Corsica.

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