Scoperto nel parco nazionale del Gran Sasso un rarissimo eringio alpino, specie nuova per l’appennino

Scoperto nel parco nazionale del Gran Sasso un rarissimo eringio alpino, specie nuova per l’appennino

Nel parco nazionale del Gran Sasso e monti della Laga è stato scoperto l’eringio alpino, specie rara e protetta, ampliando a 2679 il numero di piante censite e confermando la biodiversità record dell’area.
Scoperto Nel Parco Nazionale D Scoperto Nel Parco Nazionale D
Nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è stato scoperto l'eringio alpino, una rara pianta protetta, aumentando a 2679 il numero di specie censite e confermando il parco come area di massima biodiversità in Europa e Mediterraneo. - Gaeta.it

Nel parco nazionale del Gran Sasso e monti della Laga è stata registrata la presenza del rarissimo eringio alpino, una scoperta che amplia il numero totale di specie censite a 2679. Questa nuova segnalazione rafforza il primato del parco come area protetta con la maggiore biodiversità mai rilevata in Europa e nel Mediterraneo. La scoperta è frutto di un intreccio tra passione escursionistica e competenza botanica, che ha portato alla luce una specie sinora sconosciuta in questa parte dell’appennino.

La scoperta dell’eringio alpino nel cuore del Gran Sasso

L’eringio alpino, scientificamente noto come eryngium alpinum, è una pianta che negli studi botanici risulta diffusa solo in alcune zone specifiche dell’arco alpino europeo, dalla penisola balcanica fino a paesi come svizzera, austria, francia e italia, ma appunto limitatamente alle regioni alpine. Si tratta di una specie riconosciuta come a rischio, poiché minacciata su tutto il suo territorio naturale, e tutelata dalla direttiva europea habitat. La sua presenza nell’appennino centrale rappresenta un fatto eccezionale, senza precedenti nei censimenti botanici ufficiali.

La segnalazione del ritrovamento arriva dall’escursionista Alessio Giordano, il quale l’8 agosto 2023 ha condiviso sui social dedicati al trekking il percorso della sua camminata in zona Pretara, considerata fra le più belle del Gran Sasso. Oltre al tracciato, Alessio ha postato vari scatti del paesaggio e alcune foto di piante trovate durante il cammino. Tra queste, con l’aiuto di un’app per il riconoscimento botanico, ha identificato proprio eryngium alpinum, senza sapere che si trattava di una scoperta inedita per quella zona.

Il coinvolgimento degli esperti e la nascita di una rete di segnalazione

La foto scattata da Alessio Giordano ha attirato presto l’attenzione di altri appassionati. Pasqualino Paris, botanico dilettante e conoscitore della flora abruzzese, ha notato la straordinaria segnalazione e l’ha passata a due ricercatori dell’università di Camerino, Fabio Conti e Fabrizio Bartolucci. Questi due studiosi lavorano nel centro ricerche floristiche dell’appennino, in collaborazione con il parco nazionale del Gran Sasso e monti della Laga. La rete di osservatori, improvvisamente attivata da una semplice foto, ha trasformato un fatto casuale in un’occasione scientifica.

Il presidente del parco, avv. Tommaso Navarra, ha sottolineato come “l’attenzione e il rispetto per l’ambiente possano portare a scoperte preziose senza mettere a rischio i luoghi naturali.” Ha evidenziato la necessità di evitare comportamenti invasivi o dannosi, come abbandonare i sentieri o calpestare le praterie, ricordando come queste azioni compromettano la ricchezza naturale del territorio.

Le ricerche sul campo e i prossimi passi per confermare la presenza della specie

I due ricercatori hanno intrapreso subito un sopralluogo nel vallone di Fossaceca, dove la pianta era stata fotografata. La zona, pur facilmente accessibile, richiede un percorso piuttosto lungo. Sul posto, gli studiosi hanno individuato la singola pianta presente, ma non hanno rinvenuto altri esemplari. Per documentare la scoperta sono state raccolte alcune foglie basali, che verranno sottoposte a indagini molecolari per paragonare il materiale genetico con quello delle popolazioni alpine e balcaniche della specie.

Sono già in programma nuove escursioni nel periodo di fioritura, che cadrà nel prossimo agosto, per tentare una ricognizione più approfondita e verificare la presenza di altri individui. L’esito di queste ricerche sarà determinante per chiarire se l’eringio alpino si sia stabilito in modo permanente nel parco, oppure se si tratti di un singolo episodio.

Il valore della biodiversità e l’impegno per la tutela nel parco del Gran Sasso

L’inserimento di eryngium alpinum nella lista delle specie censite porta il totale delle presenze botaniche nel parco nazionale del Gran Sasso e monti della Laga a 2679. Questo dato rappresenta il record assoluto per aree protette europee e mediterranee, confermando l’area come un punto di riferimento per la conservazione ambientale e la biodiversità. Il trentesimo anniversario dalla fondazione del parco celebra così una storia fatta di scoperte e di attenzione costante agli aspetti naturali del territorio.

Il presidente Navarra ha richiamato la responsabilità di tutti i frequentatori della montagna, evidenziando come “il rispetto degli ambienti naturali sia la condizione imprescindibile per conservare la ricchezza ecologica.” Ogni comportamento che altera la fragilità delle praterie o che provoca danni diretti può compromettere la qualità e l’integrità dei luoghi. Proteggere la flora, specie quelle rare o preziose come l’eringio alpino, significa preservare il patrimonio naturale per le generazioni future e garantire la vitalità di questi territori.

Change privacy settings
×