Scoperto il tempio di palaspata tra le alture delle ande boliviane: un crocevia sacro e commerciale della civiltà tiwanaku

Scoperto il tempio di palaspata tra le alture delle ande boliviane: un crocevia sacro e commerciale della civiltà tiwanaku

Nel cuore dell’altopiano boliviano, la scoperta del tempio di Palaspata vicino a Caracollo rivela nuove informazioni sulla civiltà Tiwanaku, il loro ruolo rituale, commerciale e astronomico nelle Ande.
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Nel cuore dell’altopiano boliviano è stato scoperto il tempio di Palaspata, un sito Tiwanaku che rivela nuove informazioni su rituali, astronomia e commercio precolombiano, aprendo nuove prospettive per l’archeologia e il turismo culturale nella regione andina. - Gaeta.it

Nel cuore dell’altopiano boliviano, a 3.800 metri di quota, una scoperta archeologica ha acceso l’interesse degli studiosi e dei viaggiatori. Nella regione di Oruro, vicino a Caracollo, è stato individuato il tempio di Palaspata, un sito finora sconosciuto appartenente alla civiltà Tiwanaku, una delle culture precolombiane più antiche e influenti dell’area andina. Il ritrovamento apre nuove prospettive sul modo in cui antichi popoli intrecciavano rituali, osservazioni astronomiche e reti commerciali in un ambiente montano difficile e affascinante.

Il ruolo della civiltà tiwanaku nella storia della regione andina

I Tiwanaku rappresentano una delle civiltà preincaiche più significative dell’America del Sud, attorno al lago Titicaca, nel periodo compreso tra il 500 a.C. e l’800 d.C. Hanno lasciato in eredità monumenti articolati e complessi, con una conoscenza approfondita dell’astronomia e di pratiche rituali elaborate. La scoperta di Palaspata aggiunge una pagina nuova a questa storia, perché svela un sito al di fuori del nucleo centrale già noto, suggerendo che l’influenza di Tiwanaku si estendesse su aree più vaste, con funzioni sia commerciali che sacre.

Sedersi sulle alture delle Ande, in questo tempio, fa ripensare al modo in cui queste popolazioni vedevano il cielo e la terra come un’unica realtà da interpretare attraverso cerimonie precise e legami sociali forti. I quindici recinti e il cortile centrale dovevano accogliere gruppi numerosi e le attività agricole, legate al ciclo solare, erano alla base della vita comunitaria. La presenza di un luogo così sviluppato indica che il controllo del territorio non si limitasse ai grandi centri ma includeva anche aree periferiche di grande valore strategico.

Il contesto geografico e ambientale del tempio di palaspata

Palaspata si trova in una zona strategica in cui s’incontrano tre ecosistemi molto diversi tra loro. Da una parte c’è il lago Titicaca con le sue risorse acquatiche, dall’altra l’altipiano arido dove le comunità allevano lama, mentre a breve distanza si estendono le valli fertili di Cochabamba, un territorio notoriamente fertile e capace di produrre mais in abbondanza. Questa posizione ha reso il sito un centro naturale di scambi e incontro tra culture diverse, come dimostrano i materiali rinvenuti e la disposizione stessa del tempio.

Il complesso è ampio circa come un isolato cittadino e comprende quindici recinti rettangolari attorno a un cortile centrale. Quest’ultimo sembra essere orientato secondo gli equinozi solari, un chiaro indizio del legame stretto tra credenze spirituali e attività agricole. Il tempio, probabilmente, svolgeva più funzioni: un luogo per riti collettivi, un nodo nella rete commerciale e uno spazio dove la comunità si riuniva attorno al consumo rituale di chicha, la bevanda fermentata a base di mais. La tecnica per produrla e la presenza stessa di questa sostanza a tale altitudine indicano un’ampia mobilità e scambi consolidati tra gruppi diversi.

La riscoperta del tempio come impulso per il turismo culturale boliviano

Il sito di Tiwanaku, vicino al lago Titicaca, era fino a poco tempo fa la principale meta per chi studiava o visitava la cultura Tiwanaku. Questa nuova scoperta a Palaspata cambia la geografia archeologica e turistica della Bolivia, offrendo una possibilità di visita fuori dagli itinerari più battuti. Il comune di Caracollo ha già avviato un confronto con gli archeologi per creare delle visite guidate che rispettino il luogo e coinvolgano le comunità indigene locali.

Questo approccio permette di garantire un equilibrio tra conservazione e apertura al pubblico. Le comunità, infatti, continuano a vivere in quelle valli e coltivare tradizioni che affondano le radici proprio nei tempi antichi scoperti ora, contribuendo a un legame vivo e autentico con il passato. Palaspata può diventare così una stazione di passaggio per esploratori di culture antiche, appassionati di archeologia e camminatori che desiderano immergersi negli spazi aperti e nei panorami delle Ande, sperimentando un viaggio che unisce storia, natura e spiritualità.

Un paesaggio di storia e spiritualità

Viaggiare a Palaspata significa guardare il sole sorgere o tramontare su un altopiano sconfinato, ascoltare il silenzio interrotto solo dal vento e capire quanto i popoli precolombiani abbiano lavorato la loro terra e il loro cielo a mani nude, costruendo luoghi da cui è possibile ancora oggi sentire l’eco di un mondo antico.

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