Una vasta operazione dei carabinieri del CITES a latina ha portato alla luce un allevamento non autorizzato di cervi e daini, con il sequestro di più di cento esemplari privi di qualsiasi documento. La vicenda solleva preoccupazioni sul controllo della fauna selvatica e sui rischi per la salute pubblica legati a queste attività illecite.
Scoperta dell’allevamento abusivo nella zona pontina
Nel corso di un controllo mirato della fauna selvatica, i carabinieri del CITES, reparto specializzato nella tutela degli animali protetti, hanno ispezionato una azienda agricola situata in provincia di latina. Nell’area recintata sono stati trovati circa 130 cervi e daini, detenuti senza alcuna autorizzazione formale. Niente documenti sulla provenienza, niente permessi sanitari. Questo ha fatto scattare un sequestro immediato degli animali. I carabinieri hanno segnalato il direttore generale dell’azienda alla Procura della Repubblica, ipotizzando il reato di detenzione illegale di fauna selvatica, considerata pericolosa sotto il profilo della salute pubblica e della sicurezza.
Contesto e criticità dell’allevamento
L’allevamento abusivo si trovava in un contesto agricolo ma, al momento, non ci sono elementi che chiariscano il motivo di quest’accumulo così alto di fauna selvatica. L’assenza di autorizzazioni e certificazioni sanitarie espone gli animali a rischi di malattie e rappresenta un rischio concreto anche per chi vive o lavora nelle vicinanze.
Leggi anche:
I rischi legati alla detenzione non autorizzata di fauna selvatica
Gli animali come cervi e daini, se non gestiti secondo le norme, possono trasmettere malattie infettive agli uomini o ad altri animali domestici e selvatici. L’assenza di controlli sanitari approfonditi espone la comunità a problemi di salute pubblica che non possono essere sottovalutati. La normativa italiana e internazionale classifica questi animali come specie protette, soggette a rigidi controlli anche per la loro possibile pericolosità .
Conseguenze della detenzione illegale
Detenere questi esemplari senza permessi non solo viola leggi civili ma può portare a conseguenze gravi, come la diffusione di patologie e incidenti legati a fughe improvvise o aggressioni. L’intervento del CITES punta anche a prevenire questi scenari, salvaguardando sia gli animali sia la sicurezza di chi vive in quelle aree. L’operazione a latina ha permesso di interrompere un’attività irregolare che, se fosse continuata, avrebbe potuto aggravare la situazione sanitaria e di sicurezza pubblica.
Procedura legale e futuri sviluppi dopo il sequestro degli animali
Dopo il sequestro, gli animali sono stati trasferiti in strutture idonee sotto la gestione delle autorità competenti. Il direttore generale dell’azienda agricola è stato denunciato per l’illegale detenzione di fauna selvatica. La Procura della Repubblica di latina ha avviato le indagini per verificare la destinazione di quei cervi e daini, e per chiarire se l’allevamento fosse legato a scopi commerciali o ad altre attività non autorizzate.
Indagini in corso e problematiche emerse
Resta ancora da accertare il percorso degli animali, perché non è escluso che fossero destinati alla vendita o alla riproduzione illecita. La vicenda testimonia una lacuna nei controlli sugli allevamenti di fauna selvatica in alcune province e richiama l’urgenza di rafforzare i meccanismi di tutela per evitare simili abusi. L’attenzione delle forze dell’ordine rimane alta e sono previsti ulteriori accertamenti per scoprire possibili complici o altre strutture coinvolte.