Un recente intervento delle forze dell’ordine ha portato alla luce un allevamento di cani di grossa taglia in condizioni igienico-sanitarie non conformi alla legge, situato a Villa di Briano, in provincia di Caserta. L’operazione è stata condotta dai Carabinieri Forestali, supportati dai veterinari dell’ASL locale, che hanno subito rilevato la gravità della situazione. Questo episodio solleva interrogativi sui diritti degli animali e sulle misure di protezione messe in atto nel nostro Paese.
La scoperta: condizioni inaccettabili per gli animali
All’interno di un terreno recintato, i Carabinieri Forestali hanno trovato diversi cani di razza, tra cui Pitbull, Dogo Argentino, American Staffordshire Terrier e un Pastore Tedesco. Gli animali erano legati a catene di metallo di breve lunghezza e rinchiusi in box di fortuna, aperti su un lato e parzialmente coperti da pannelli coibentati. Gli esperti veterinari hanno accertato che le condizioni di detenzione non solo erano inadeguate, ma anche in violazione delle normative vigenti sulla protezione degli animali.
Particolarmente preoccupante è stata la condizione di un Pitbull, che risultava privo di cibo e presentava segni di maltrattamento. Ulteriori accertamenti hanno rivelato che lo stesso animale aveva subito una conchectomia bilaterale, una pratica non legale in Italia, in quanto contraria alla Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia. Questo intervento, non solo doloroso per l’animale, ma anche totalmente ingiustificato, ha evidenziato l’ignoranza dei diritti degli animali da parte del detentore.
Interventi delle autorità e responsabilità del detentore
Durante l’operazione, sul posto è intervenuto anche il proprietario dei cani, il quale è stato denunciato per maltrattamento di animali e per la detenzione in modalità decisamente incompatibili con la natura degli stessi. Le accuse formulate nei suoi confronti includono comportamenti che provocano gravi sofferenze agli animali, un reato punito severamente dalle leggi italiane e internazionali.
Le indagini avviate dalle autorità competenti potrebbero portare a ulteriori sviluppi, inclusive di sanzioni amministrative e penali, oltre alla necessità di una valutazione approfondita sulla rete di allevamenti di cani nella regione. La crescita del fenomeno degli allevamenti clandestini di animali è un problema crescente in molte parti d’Italia, contribuendo a un mercato nero che danneggia non solo gli animali ma anche i cittadini rispettosi delle leggi.
Sequestro e affidamento in custodia
In seguito all’intervento, i cani sono stati posti sotto sequestro e trasferiti presso una struttura autorizzata, dove verranno curati e riabilitati, se necessario. Questa azione rappresenta un importante passo per garantire la sicurezza e il benessere degli animali coinvolti, permettendo loro di ricevere le cure e le attenzioni di cui hanno bisogno. La struttura di affidamento, che opera nel rispetto delle normative in materia di benessere animale, sarà responsabile delle cure fisiche e psicologiche degli animali, con l’obiettivo di prepararli per una possibile futura adozione.
L’accaduto di Villa di Briano è un chiaro richiamo alla necessità di interventi più incisivi da parte delle istituzioni per combattere il maltrattamento degli animali e garantire un rigoroso rispetto delle norme che proteggono i diritti degli animali in Italia. La diffusione di informazioni sulla tutela degli animali e la promozione di pratiche di adozione responsabile sono essenziali per prevenire situazioni simili in futuro.
Ultimo aggiornamento il 21 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano