Scoperti resti umani e prove di tentativi di salvezza nella casa di elle e frisso a pompei

Scoperti resti umani e prove di tentativi di salvezza nella casa di elle e frisso a pompei

Gli scavi nella casa di Elle e Frisso a Pompei rivelano i tentativi disperati degli abitanti di difendersi dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., con resti umani e oggetti quotidiani intatti.
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La scoperta nella casa di Elle e Frisso a Pompei rivela gli ultimi drammatici istanti dell’eruzione del 79 d.C., con resti umani, oggetti quotidiani e tracce di tentativi di difesa dalla furia del Vesuvio, offrendo un prezioso spaccato di vita e morte nella città antica. - Gaeta.it

La recente scoperta nella casa di Elle e Frisso a Pompei offre uno spaccato vivido degli ultimi istanti della tragedia del 79 d.C. Gli scavi hanno riportato alla luce sia i corpi di alcune vittime sia gli oggetti di uso quotidiano rimasti sospesi nel tempo. Questo sito conferma così l’unicità della città antica e racconta in modo crudo e diretto la furia dell’eruzione del Vesuvio.

Struttura e contesto archeologico della casa di elle e frisso

La casa di Elle e Frisso si trova su via del Vesuvio, poco distante dalla celebre Casa di Leda e il cigno, già scavata nel 2018. Il nome deriva dal rinvenimento di un quadro mitologico in uno degli ambienti principali. La dimora si sviluppa intorno a un atrio con impluvium, la vasca destinata alla raccolta dell’acqua piovana.

Gli spazi emersi includono una camera da letto o cubiculum, una sala da banchetto chiamata triclinium, decorata con affreschi ricchi di dettagli, e un vano coperto da una tettoia con un’apertura centrale per il deflusso dell’acqua piovana. Proprio da questa apertura potrebbero essere entrati i lapilli durante la fase iniziale dell’eruzione, segni di come la natura abbia contribuito alla tragedia, permettendo alle pietre vulcaniche di invadere la casa.

Le tracce della ristrutturazione sono evidenti nella casa. Alcune soglie sono state asportate, certe decorazioni risultano mancanti e sono visibili tagli nelle mura dell’ingresso. Questi elementi lasciano intuire che la dimora fosse sotto lavori di ammodernamento al momento dell’eruzione. Eppure, nonostante il pericolo e l’instabilità, gli abitanti rimasero all’interno.

Tentativi disperati di protezione dalla furia vulcanica

Le scoperte più impressionanti riguardano gli sforzi degli abitanti per difendersi dall’avanzare della furia vulcanica. In particolare, nella camera da letto è stato ritrovato un letto posto di traverso davanti alla porta, volto a bloccare l’entrata dei lapilli caduti dall’apertura nel tetto del vano accanto. Dalla cenere solidificata intorno al letto sono stati ricavati i calchi di questa struttura, che ancora oggi permette di capire la disperazione di chi tentava di salvarsi.

Il riparo improvvisato non è bastato a impedire l’ingresso della corrente piroclastica, un flusso di cenere e gas incandescenti che saturò gli spazi abitativi pochi istanti dopo le prime cadute di pietre vulcaniche. Le vittime rinvenute testimoniano quindi la rapidità e la violenza della catastrofe, che sorprese coloro che avevano scelto di restare nelle loro case.

Tracce di vita quotidiana e resti umani nella casa

Durante gli scavi si sono scoperti i resti scheletrici di almeno quattro persone, tra cui un bambino. A questo ultimo è probabilmente appartenuta anche una bulla in bronzo ritrovata nello stesso contesto. La bulla era un amuleto indossato dai figli maschi nell’antichità romana fino all’età adulta. Il ritrovamento conferma la presenza di nuclei familiari nella casa, con una vita quotidiana interrotta bruscamente.

Oltre ai corpi, lo scavo ha portato alla luce un deposito di anfore stipate in un sottoscala, usato come dispensa. Diverse anfore erano destinate a contenere il garum, la salsa di pesce molto consumata nell’epoca romana, confermando l’attività domestica e le abitudini alimentari degli abitanti.

Tra i reperti si contano anche diversi utensili in bronzo: un attingitoio per versare liquidi, una brocca monoansata, un vaso a paniere e una coppa a forma di conchiglia. Questi oggetti riflettono la cura con cui gli spazi della casa venivano allestiti, nonostante la vita in corso fosse già sotto pressione a causa della ristrutturazione in corso e dell’imminente disastro.

Il valore storico degli scavi per il parco archeologico di pompei

Il direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha spiegato come lo scavo sia una testimonianza tangibile dell’impatto dell’eruzione sulla vita quotidiana. I segni della tragedia riemergono non solo dalle strutture o dagli affreschi, ma soprattutto dalle tracce di chi cercò di difendersi dall’onda di lapilli e dalla successiva ondata piroclastica.

Le scosse sismiche prima dell’eruzione causarono il crollo di molti edifici, già fragilizzati dai lavori in corso, mentre i corpi delle vittime rimaste dentro la casa raccontano la scelta di alcuni abitanti di non abbandonare la propria dimora, consapevoli o meno del pericolo imminente. I diversi elementi rinvenuti, dai calchi del letto ai resti umani, aiutano a raccontare il dramma del 24 agosto del 79 d.C., ancora oggi visibile nella città conservata sotto la cenere.

Questi nuovi dati contribuiscono a ricostruire con precisione i momenti finali di Pompei e a comprendere come vita e morte si siano intrecciate in quei giorni di terrore e distruzione provocati dal Vesuvio.

  • Elisabetta Cina

    Elisabetta è una talentuosa blogger specializzata in attualità, con un occhio critico sui temi caldi del momento. Laureata in comunicazione, ha trasformato la sua passione per il giornalismo in una carriera online, creando un blog di successo che esplora e discute le ultime tendenze in politica, società e cultura. Conosciuta per il suo approccio analitico e la capacità di sintesi, Elisabetta attira lettori che cercano una prospettiva affilata e ben informata sugli eventi mondiali. Attraverso il suo blog, offre non solo notizie, ma anche approfondimenti e riflessioni che stimolano il dialogo e la comprensione.

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