Il recente volume di Giovanni Fedecostante, “Capo di Monte”, rappresenta un’importante ricerca sul rione di Ancona, un’area ricca di storia e tradizione. Pubblicato dalla casa editrice Andrea Livi dopo sette anni di lavoro, il libro di oltre 500 pagine è arricchito da immagini storiche e si propone di far conoscere meglio questo quartiere spesso trascurato. La presentazione, avvenuta al Museo Archeologico Nazionale delle Marche, ha riunito esperti e appassionati, segnalando l’attenzione crescente verso un’area fondamentale per la storia della città .
L’importanza storica del rione Capo di Monte
Il titolo “Capo di Monte” non è casuale. Questo nome risale a un’epoca in cui l’accesso alla città avveniva principalmente attraverso questa zona, a partire dai tempi dell’Impero Romano fino alla fine del 1789, quando venne completata la via XXIX Settembre, precedentemente nota come via Pia. Il rione rappresentava, e continua a rappresentare, il principale ingresso ad Ancona, ricco di eventi storici significativi. Quando Papa Pio VI inaugurò il nuovo collegamento tra Porta Pia e il cuore della città , si svolsero tre giorni di festeggiamenti, caratterizzati da corse di cavalli, regate e archi trionfali.
La portata storica del rione è accentuata dalla sua posizione geografica. Da qui si doveva scendere con veicoli e merci fino al mare, creando un’importante via commerciale che ha contribuito allo sviluppo economico della zona. La vicinanza della Cittadella, fortezza costruita da Papa Clemente VII nel 1532, ha ulteriormente contrassegnato il rione come un punto di riferimento cruciale, seppur non avesse la stessa predominanza strategica di altri rioni come Guasco.
Leggi anche:
Apporti culturali e sociali di Capo di Monte
Nel corso dei secoli, Capo di Monte ha ospitato una viva comunità sociale. L’incontro di presentazione al Museo ha visto la partecipazione di figure illustri, tra cui il direttore del Museo Archeologico, Diego Voltolini, e Carlo Giacomini, direttore dell’Archivio di Stato di Ancona. Questi professionisti hanno contribuito al riconoscimento della ricchezza storica di un quartiere che ha radici profonde nella cittadinanza anconetana.
Un ulteriore riconoscimento della sua importanza culturale è dato dal rinvenimento di reperti storici, come le 42 monete d’oro trovate nel 1927 durante i lavori di costruzione di corso Stamira. Questi ritrovamenti, insieme a una stele ellenistica del II secolo a.C. e ad alcune monete greche e romane, attestano l’antico significato economico e sociale dell’area.
Nel quartiere hanno preso vita anche importanti fasi della storia e delle tradizioni locali. Capo di Monte è stato sede dell’antico ghetto ebraico, e continua a mantenere vive le tradizioni religiose attraverso diverse confessioni: la sinagoga, la chiesa cattolica di San Giovanni Battista in via Astagno e la chiesa ortodossa di San Dasio in via Podesti. Questi luoghi di culto, insieme ai palazzi nobiliari, hanno costituito le fondamenta di un patrimonio culturale complesso.
Un’eredità artistica e moderna
Capo di Monte, oltre alla sua rilevanza storica e culturale, è anche conosciuto per aver dato i natali a personalità illustri. Questa tradizione di valore si riflette nella nascita di figure come il pittore Francesco Podesti, il fondatore del Corriere della Sera, Luigi Albertini, e l’attrice Virna Lisi. Ognuno di questi artisti ha contribuito a scrivere pagine importanti della storia italiana, fornendo un legame indissolubile tra passato e presente.
L’opera di Fedecostante non si limita a esplorare i secoli di storia e a raccogliere testimonianze preziose; essa mira anche a promuovere un crescente interesse verso Capo di Monte come meta turistica. Il volume offre dunque un’opportunità per riscoprire la bellezza e l’importanza di un rione che, dal 1200 al 1984, ha visto sempre nuove storie e vissuto innumerevoli trasformazioni. Vi è una crescente attenzione verso il patrimonio locale, il che contribuisce non solo alla valorizzazione culturale ma anche a una rinascita economica per l’area. La pubblicazione di questo libro è una via per far conoscere un pezzo di storia anconetana e stimolare l’interesse attorno a Capo di Monte, un luogo ricco di vita e significato per la comunità .