Solo il 16% dei lavoratori extra-comunitari previsti dai decreti flussi ha firmato il contratto di soggiorno in italia

Solo il 16% dei lavoratori extra-comunitari previsti dai decreti flussi ha firmato il contratto di soggiorno in italia

Il sistema dei decreti flussi italiani 2023-2025 registra solo il 16% di lavoratori extra-comunitari regolarmente inseriti, con ritardi burocratici e rischi di irregolarità soprattutto nei settori assistenza familiare e socio-sanitaria.
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Il sistema dei decreti flussi italiani fatica a tradurre le autorizzazioni in ingressi effettivi e regolari di lavoratori extra-comunitari, causando carenze di manodopera e rischi di lavoro irregolare, nonostante le nuove previsioni per il triennio 2026-2028. - Gaeta.it

Il sistema dei decreti flussi italiani fatica a trasformare le previsioni in ingressi reali e regolari di lavoratori extra-comunitari. Nei primi due anni del piano triennale 2023-2025 solo una minoranza ha completato il percorso che permette di ottenere un permesso di soggiorno valido per lavorare nel nostro Paese. Questo fenomeno complica il reperimento di manodopera per settori chiave come l’assistenza familiare, lasciando aperto il rischio di situazioni irregolari e sfruttamento.

Scarse presenze reali dei lavoratori extra-comunitari previsti

Il decreto flussi triennale aveva fissato 131.850 posti per lavoratori subordinati nel 2023 e 146.850 per il 2024, considerando sia posizioni stagionali che non, comprese le attività di assistenza familiare e socio-sanitaria. Ma i dati ufficiali del ministero dell’Interno mostrano una forte riduzione lungo la strada. Solo il 20% di coloro che avevano superato i click day di dicembre 2023 ha firmato il contratto di soggiorno, mentre appena il 12% dei selezionati nei click day di marzo 2024 ha raggiunto questo obiettivo. La media complessiva tocca circa il 16% in due anni.

I dati indicano che, nonostante i visti per l’ingresso siano stati concessi a un numero superiore di lavoratori, molti di questi non hanno completato le formalità necessarie per il soggiorno legale. Del resto, il rilascio dei visti dipende dalle ambasciate e consolati all’estero e spesso subisce ritardi significativi per alcune nazionalità o Paesi. Di qui la riduzione progressiva dei lavoratori regolarmente inseriti nel mondo del lavoro italiano.

Svolgimento del percorso dall’autorizzazione all’ingresso fino alla firma del contratto di soggiorno

Il percorso per l’ingresso nel lavoro regolare parte con i click day ovvero i giorni stabiliti per la presentazione delle domande. A dicembre 2023, su 136mila posti messi a disposizione, gli sportelli unici per l’immigrazione hanno rilasciato 95mila nulla osta, cioè la prima autorizzazione necessaria per ottenere il visto. È però solo un primo passo.

Dopo questo, le rappresentanze diplomatiche italiane all’estero devono emettere i visti d’ingresso, ma questa seconda fase ha assicurato un numero molto inferiore: 40mila persone effettivamente raggiunte. Qui si fermano molti lavoratori a causa di tempi lunghi o problemi burocratici, che in alcuni Paesi possono protrarsi anche per mesi.

Il contratto di soggiorno rappresenta la tappa finale e la più significativa per ottenere un permesso di soggiorno regolare. In dicembre 2023 appena 26mila lavoratori sono arrivati a questa firma, a testimoniare la forte contrazione dell’intero sistema. Nel 2024 i numeri sono ancora più bassi, perché le procedure sono tuttora in corso.

Settore dell’assistenza familiare e socio-sanitaria, dove il percorso funziona di più

Tra i diversi canali lavorativi il settore dell’assistenza familiare e socio-sanitaria si distingue per i risultati più concreti. Questo ramo, che include badanti e professionisti dell’assistenza sanitaria a domicilio, registra percentuali più alte di lavoratori entrati e regolarizzati.

La domanda in questo campo rimane alta e, non a caso, anche la risposta in termini di contratti firmati cresce più rispetto ad altri lavori stagionali o non stagionali. L’offerta di posti pubblicata nei decreti tende a riflettere questa esigenza del mercato reale.

Resta però la questione di un sistema non ancora fluido: molti lavoratori ottengono il visto ma non arrivano a firmare il contratto o scompaiono nel limbo dell’irregolarità. Questo fenomeno amplia il problema del lavoro non ufficiale e dello sfruttamento, con conseguenze drammatiche per persone e famiglie italiane che hanno bisogno di questi servizi.

Prospettive e prime reazioni al decreto flussi 2026-2028

Il Consiglio dei ministri ha dato il primo via libera al nuovo decreto flussi che coprirà il triennio 2026-2028, fissando un tetto complessivo di 497.550 ingressi. La cifra più alta mai prevista in questi piani, ma resta il timore che, come fino a oggi, i numeri promettenti rimangano sulla carta.

Le problematiche burocratiche, la lentezza di molte rappresentanze consolari e le difficoltà nel completare l’intero iter legale rischiano di compromettere la presenza di manodopera regolare. Le imprese italiane e le famiglie che dipendono da questi lavoratori si trovano a fare i conti con un mercato del lavoro esterno difficile da penetrare.

Le istituzioni dovranno intervenire per semplificare procedure e velocizzare i passaggi, evitando che i visti rilasciati si trasformino in ingressi irregolari e condizioni di sfruttamento. Il bilancio dei decreti flussi di questi anni mostra una distanza tra le intenzioni e la realtà vissuta dai lavoratori e dai datori di lavoro in Italia.

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