Un’operazione dei carabinieri a Carsoli ha fatto emergere un’attività illegale che solleva preoccupazioni sulla sicurezza ambientale e sul rispetto delle normative edilizie. La scoperta è avvenuta dopo un periodo di monitoraggio del continuo via vai di veicoli in un terreno privato, situato in una zona rurale. I dettagli del blitz rivelano una situazione allarmante che coinvolge la gestione di rifiuti e attività edili non autorizzate.
Una scoperta inattesa in un terreno rurale
La segnalazione di un’attività sospetta ha portato i carabinieri della stazione locale a investigare su un terreno privato. All’arrivo, gli operanti hanno trovato un fabbricato in cemento e diverse strutture accessorie, tutte costruite senza le necessarie autorizzazioni. Un’accurata ispezione ha rivelato non solo la presenza di costruzioni abusive, ma anche un sistema di collegamento attraverso un’improvvisata stradina in cemento.
L’area, di circa 1000 mq, si è rivelata un deposito di rifiuti di varia natura. Tra i materiali presenti, spiccavano carcasse di automobili, elettrodomestici obsoleti, batterie esaurite, bidoni contenenti olio esausto e pneumatici. Questi elementi, sebbene abbandonati in modo scriteriato, rappresentano un serio rischio per la salute pubblica e per l’ambiente circostante. La gestione inadeguata dei rifiuti, un atto che viene severamente perseguito dalla legge, ha sollevato ulteriori interrogativi su possibili danni ecologici.
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Un’officina clandestina operativa
L’intervento dei carabinieri non si è fermato alla mera identificazione di un deposito di rifiuti. All’interno di uno dei fabbricati, le forze dell’ordine hanno scoperto un garage trasformato in autofficina. Queste strutture, attrezzate con un ponte sollevatore e una varietà di strumenti professionali, erano utilizzate per eseguire riparazioni. A lavorare in loco al momento del controllo c’erano due uomini, un padre di 60 anni e un figlio di 29, identificati come i gestori dell’attività illecita.
Le attrezzature, così come i veicoli in riparazione – quattro auto e un ciclomotore – sono stati immediatamente sottoposti a sequestro. L’autofficina non solo esercitava un’attività professionale in assenza di permessi, ma lo ha fatto violando anche le normative ambientali, il che ha comportato pesanti conseguenze legali per i responsabili.
Conseguenze legali e sanzioni
A seguito delle irregolarità constatate, i due uomini sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Avezzano. Le accuse riguardano sia le violazioni in materia edilizia, per la costruzione senza autorizzazioni, sia la gestione illegale dei rifiuti. È stato emesso un verbale di sanzione amministrativa superiore ai 5000 euro, una somma significativa che riflette la gravità delle infrazioni commesse.
Non si sono limitati a essere denunciati solo i due responsabili, ma anche due clienti dell’autofficina, colti sul fatto mentre ritiravano mezzi agricoli da riparazione. Questo aspetto evidenzia la rete di complicità che si può creare attorno a tali attività illecite, mostrando come il problema colpisca non solo i diretti responsabili, ma anche chi, consapevolmente o meno, contribuisce al mantenimento di situazioni di illegalità.
Le forze dell’ordine sottolineano che tutti coloro che sono stati coinvolti sono considerati innocenti fino alla decisione definitiva delle autorità competenti. Ora, l’intera situazione attende un riesame legale che definisca le possibili responsabilità e le eventuali sanzioni aggiuntive.