Una storia iniziata durante una vacanza in Sardegna sta portando due giovani torinesi davanti al tribunale. Lei, poco più che ventenne, ha denunciato l’ex fidanzato per stalking dopo un’aggressione che ha segnato la fine di una relazione nata tra turni di animazione e giornate al sole. Il caso, ancora in corso, riflette tensioni nascoste dietro rapporti apparentemente spensierati.
Dalla vacanza in sardegna all’escalation della violenza
Il racconto della giovane inizia nel 2022, durante uno dei tanti pomeriggi passati nel villaggio turistico in Sardegna. Quella che doveva essere una stagione fatta di lavoro stagionale e svago si è trasformata in un incubo. Una sera, durante una lite scaturita da un episodio alcolico, il ragazzo l’ha aggredita stringendole il collo con forza. Il gesto ha provocato lividi e difficoltà a deglutire, segni evidenti di una violenza che sulla pelle ha lasciato ferite visibili e altre, più profonde. La ragazza ha deciso di uscire da quella relazione, pensando potesse bastare per chiudere con un’esperienza fatta di paure e minacce.
Persecuzione e inseguimento virtuale
Ma la storia non si è fermata con quel gesto. L’uomo, incapace di accettare la fine, ha iniziato a perseguitarla una volta tornati in Piemonte. Messaggi continui sui cellulari, chiamate in orari strani, tentativi di riprendere i contatti usando amici comuni. Un inseguimento virtuale che ha aumentato la sofferenza della giovane, costretta a vivere sotto pressione dopo la fine di quella che era stata una relazione estiva.
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La denuncia e l’udienza in tribunale a torino
A ottobre 2022, esausta e spaventata, la ragazza si è rivolta ai carabinieri del suo paese nella collina torinese, portando con sé un dossier fatto di screenshot, messaggi salvati e conversazioni vocali dimostrative delle continue molestie. La denuncia ha aperto la strada all’indagine e qualche mese dopo si è aperto il processo contro l’ex fidanzato.
Nel corso dell’udienza del 27 maggio 2025, la giovane è stata ascoltata dal giudice con parole che hanno messo in evidenza non solo il dolore fisico ma anche quello psicologico. Ha parlato di terrore e disagio, definendo l’episodio non come una semplice lite, ma come un’aggressione vera e propria. Testimoni importanti hanno preso parte all’udienza. Un ex compagno di scuola della ragazza, che aveva ricevuto messaggi indesiderati dall’uomo, ha confermato la situazione, citando come spiegazione dello stalker lo stato di tristezza dopo la perdita del padre dell’uomo. Un’amica della vittima ha riferito di aver ricevuto messaggi notturni in cui venivano raccontate le azioni e le motivazioni di quell’aggressione.
Il contesto e l’impatto sulla comunità e il dibattito pubblico
La vicenda, per quanto apparentemente ordinaria, ha acceso un faro sul rischio nascosto nelle relazioni tra giovani. Un amore estivo degenerato, un episodio di violenza, poi una persecuzione che si sviluppa a colpi di smartphone e isolamento emotivo. Non si tratta di un caso eclatante o mediaticamente spettacolare, ma di una situazione che coinvolge realtà comuni, dove la separazione tra passione e abuso è davvero sottile.
L’attenzione dell’opinione pubblica
L’opinione pubblica ha seguito con attenzione il caso, che sottolinea la difficoltà di riconoscere subito i segnali di allarme in una relazione malata. La denuncia ha funzionato come strumento di difesa e testimonia la necessità di ascoltare chi subisce violenza prima che sia tardi. In Italia, dove spesso i fatti di violenza di genere emergono solo quando la tragedia è compiuta, questo processo rappresenta una chiamata a intervenire con tempestività.
L’udienza prevista per ottobre 2025 sarà decisiva: l’imputato potrà fornire la sua versione e la giustizia deciderà sulla base delle prove raccolte. Per ora, i documenti e le testimonianze della vittima aprono uno squarcio su una sofferenza reale e vicina nel tempo, che ha portato due ragazzi dei dintorni di Torino a sedersi su due lati opposti di un’aula di tribunale.