Scontri a milano al corteo contro il remigration summit con manganellate e idranti

Scontri a milano al corteo contro il remigration summit con manganellate e idranti

A Milano la protesta contro il Remigration Summit degenera in scontri violenti tra manifestanti e forze dell’ordine, con cariche, uso di idranti e deviazioni del corteo in via Carducci, via Leopardi e via Boccaccio.
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A Milano, una manifestazione contro il Remigration Summit è degenerata in scontri tra manifestanti e polizia, con fumogeni, manganelli e idranti utilizzati per contenere la protesta. - Gaeta.it

La giornata di protesta svoltasi a milano ha preso una piega violenta durante il corteo contro il remigration summit. Tra fumogeni e cariche delle forze dell’ordine, la manifestazione si è trasformata in uno scontro aperto nel cuore della città. Diversi momenti di tensione sono avvenuti lungo il percorso, con l’intervento della polizia per contenere la situazione. Le forze dell’ordine hanno risposto con manganelli e idranti, mentre i manifestanti hanno opposto resistenza lanciando fumogeni e indossando caschi.

La deviazione del corteo e l’escalation degli scontri in via leopardi e via boccaccio

Invece di proseguire lungo via carducci, il corteo ha puntato verso via leopardi, deviando il percorso previsto. Questa mossa ha permesso al gruppo di cercare un punto di incontro più favorevole, o almeno meno presidiato, rispetto a quello iniziale. La manifestazione ha poi svoltato per via boccaccio, dove si sono verificate le fasi più critiche dell’intervento della polizia. Qui gli scontri sono stati più violenti e hanno visto un confronto diretto tra manifestanti e forze dell’ordine.

Le autorità hanno fatto ricorso anche all’uso degli idranti per disperdere la folla e ristabilire l’ordine pubblico. Questo strumento, deciso e spesso indigesto per i manifestanti, è servito a smuovere il gruppo e a rallentare l’avanzata. Durante la fase di scontro, non sono mancati momenti di carica con i manganelli e resistenza da parte dei manifestanti. Diverse fonti sul posto hanno segnalato urla e lancio di oggetti, che hanno reso complesso mantenere la calma. Non si registrano, almeno per ora, notizie ufficiali su feriti o arresti, ma l’intervento delle forze dell’ordine è stato chiaramente energico.

La scelta di deviare il corteo ha forse favorito queste tensioni, portando i manifestanti in aree meno ampie o più facilmente presidiate dalla polizia. Il fatto che il gruppo abbia resistito anche all’intervento con idranti segnala un clima di protesta particolarmente acceso, come non si vedeva da tempo in centro a milano. Le autorità continuano a tenere alta la guardia in vista di possibili nuovi disordini in occasione di eventi simili.

Il contesto più ampio e l’impatto sulla città di milano

La manifestazione contro il remigration summit si inserisce in un momento di crescente contestazione su temi legati alle politiche migratorie. A milano, città da sempre scenario di grandi mobilitazioni, la protesta ha raccolto un gruppo variegato di partecipanti, motivati dal dissenso verso le iniziative legislative e politiche in discussione. Il richiamo al summit ha attirato gruppi più radicali, disposti anche a scontri frontali con le forze dell’ordine.

L’intervento in centro, in via carducci e vie limitrofe, ha sconvolto la normale circolazione e generato una presenza massiccia di agenti per garantire la sicurezza. Le immagini trasmesse dai media hanno mostrato uno scenario di movimenti veloci e tensione palpabile, con la presenza di fumogeni e attrezzature di protezione usate dai manifestanti. Il bilancio della giornata sottolinea la difficoltà di gestire proteste di questo tipo in un’area urbana densamente popolata.

La fase iniziale del corteo e le prime tensioni in via carducci

Il corteo ha preso il via a milano con un gruppo di manifestanti decisi a esprimere dissenso nei confronti del remigration summit. Già all’altezza di via carducci, i partecipanti più avanti hanno interrotto la marcia. In quel punto, gli esponenti delle prime file hanno indossato caschi protettivi e hanno iniziato a lanciare diversi fumogeni, creando un’atmosfera tesa. Questo gesto ha segnato un cambio di ritmo nella mobilitazione, mettendo in allerta le forze dell’ordine. Le immagini trasmesse mostrano una massa compatta di persone, alcune chiaramente predisposte al confronto, con la strada invasa da fumo denso e colori accesi dei fumogeni.

La scelta di fermarsi in via carducci e di indossare protezioni non è passata inosservata. È sembrato un segnale netto, un modo per prepararsi a un eventuale scontro con le forze di polizia. La tensione è aumentata rapidamente proprio in quel punto, con la polizia che è stata costretta a valutare le azioni successive per contenere il gruppo più agitato senza lasciare spiragli alla degenerazione. L’uso di fumogeni da parte dei manifestanti ha reso complicato il controllo visivo e operativo delle forze dell’ordine, che si sono preparate a intervenire in modo più deciso.

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