La scomparsa di un uomo di 60 anni ha mobilitato squadre di soccorso e volontari tra Biella, Valsesia e Vercellese. Luca Gerbino, residente a Cavallirio ma domiciliato a Gattinara, è sparito durante un’escursione sul monte Bo partendo da Piedicavallo il 25 maggio. Le ricerche proseguono senza sosta sulle pendici del monte e nelle zone circostanti.
La scomparsa di luca gerbino e la partenza da piedicavallo
Luca Gerbino è salito verso monte Bo domenica 25 maggio, partendo da Piedicavallo, in provincia di Biella. Da quel momento in poi, non ha più dato notizie di sé. L’uomo, sessantenne con residenza a Cavallirio nel novarese e domicilio a Gattinara nel vercellese, ha intrapreso questa escursione solitaria che è diventata fonte di preoccupazione per familiari e amici. Non ci sono indicazioni precise su cosa abbia spinto Gerbino a questa avventura, né su eventuali tappe o punti di incontro programmati. Quel giorno, le condizioni meteo erano stabili, ma il terreno del monte Bo può risultare insidioso, specialmente per escursionisti meno esperti o in caso di eventi imprevisti.
Le operazioni di ricerca e il coinvolgimento delle squadre di soccorso
Da quando è stato segnalato come disperso, le ricerche per ritrovare Luca Gerbino coinvolgono diverse forze: il soccorso alpino, i vigili del fuoco e la guardia di finanza hanno scandagliato i boschi e i sentieri intorno al monte Bo. Sono state percorse vie di accesso sia dal versante biellese che da quello valsesiano, coprendo ampie aree montane e sentieri adiacenti. I soccorritori hanno utilizzato anche droni e cani da ricerca per aumentare le possibilità di individuare tracce dell’uomo. La difficoltà maggiore riguarda l’estensione del territorio e il terreno accidentato, che rallenta gli spostamenti e rende la ricerca complessa. Tra meticolose perlustrazioni a piedi e qualche tentativo di sorvolo dall’alto, la speranza rimane viva, ma il tempo che passa riduce le chance di ritrovare Gerbino nelle migliori condizioni possibili.
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L’appello di amici e familiari per ottenere informazioni
Gli amici di Luca Gerbino hanno lanciato un appello pubblico chiedendo a chiunque abbia informazioni di mettersi in contatto. Ricordano che durante la sua escursione, l’uomo portava uno zaino arancione della Mammut e una maglietta grigio gialla. Qualsiasi piccolo dettaglio o incontro con altre persone lungo i sentieri del monte Bo può essere prezioso. La presenza di testimoni, anche casuali, potrebbe fornire indizi importanti sul percorso o sulla direzione presa da Gerbino. L’appello sottolinea la necessità di una collaborazione diffusa, soprattutto da parte degli escursionisti o dei residenti nelle zone limitrofe che potrebbero aver visto o incrociato l’uomo. La preoccupazione è alta, dato che sono già passati dieci giorni senza alcuna notizia.
Caratteristiche del monte Bo e possibili rischi per l’escursionista
Il monte Bo domina un ampio tratto tra la provincia di Biella e la Valsesia. Il paesaggio si alterna tra boschi fitti, sentieri scoscesi e pietraie, elementi che richiedono attenzione durante le camminate. I percorsi non sempre sono segnalati in modo chiaro, e alcune zone sono isolate e difficili da raggiungere. Per un escursionista che si perde o subisce un infortunio, il soccorso può richiedere tempo e sforzi notevoli. Nel caso di Luca Gerbino, non ci sono indicazioni precise su come abbia affrontato la salita o eventuali problemi incontrati. L’età e il possibile stato fisico possono aver influito sulla sua capacità di muoversi in un ambiente così complesso. La presenza di uno zaino da trekking segnala una certa esperienza, ma non esclude difficoltà impreviste legate all’orografia del monte.
Il coordinamento tra le autorità e l’importanza della collaborazione locale
Le autorità hanno organizzato un coordinamento tra le diverse squadre che operano sul territorio per coprire ogni angolo possibile. Soccorso alpino, vigili del fuoco e guardia di finanza lavorano insieme per evitare sovrapposizioni e ottimizzare risorse. Le ricerche coinvolgono anche volontari locali, esperti di montagna e persone che conoscono bene l’area. Gli sforzi sono sostenuti da un monitoraggio costante delle segnalazioni e l’aggiornamento continuo delle strategie operative. Il lavoro di rete sul campo, con chi vive o frequenta il monte Bo, rappresenta infatti un supporto fondamentale per riuscire a individuare tracce o indizi. L’intera comunità si è attivata intorno alla vicenda con la speranza di trovare Luca Gerbino al più presto.