Scissione e proteste nel convento di san giacomo di veglia a vittorio veneto dopo commissariamento vaticano

Scissione e proteste nel convento di san giacomo di veglia a vittorio veneto dopo commissariamento vaticano

Sottotitolo: nel convento di clausura di san giacomo di veglia a vittorio veneto, il commissariamento del vaticano ha scatenato dimissioni e tensioni legali tra le monache guidate da madre aline e martha driscoll
Scissione E Proteste Nel Conve Scissione E Proteste Nel Conve
Nel convento di clausura di San Giacomo di Veglia a Vittorio Veneto, il commissariamento Vaticano ha scatenato tensioni interne, portando all’uscita di 11 monache pronte a intraprendere azioni legali contro la gestione attuale. - Gaeta.it

Una nuova tensione si è accesa nel convento di clausura di san giacomo di veglia, situato a vittorio veneto, dopo l’intervento del Vaticano con il commissariamento. La situazione ha portato un gruppo di monache a lasciare il monastero, aumentando il numero di chi protesta contro la gestione attuale. Sono eventi che segnano una rottura all’interno della comunità religiosa, con implicazioni legali in vista.

Il commissariamento del convento e i motivi della crisi interna

Il 2025 ha visto un cambiamento importante nel monastero di san giacomo di veglia, quando il Vaticano ha deciso di affidare un commissariamento alla struttura. Il provvedimento è arrivato dopo segnali di dissidi interni, legati soprattutto alla gestione della precedente badessa, madre aline. Questa figura era al centro delle tensioni cresciute nella comunità. Dopo il suo allontanamento, una parte delle monache ha iniziato a manifestare forte malcontento, lamentando pressioni tali da rendere insostenibile la permanenza nel convento.

Il commissariamento ha dato il via a una nuova fase, che però ha alimentato uno scisma: cinque monache avevano già abbandonato il monastero poco dopo la nomina della nuova madre abbadessa, martha driscoll, 81 anni. Il passaggio ha conseguenze dirette sul clima interno, segnato da un mix di difese, accuse e tensioni crescenti.

L’aumento delle dimissioni e le prospettive legali delle monache uscite

Dopo il primo gruppo di cinque monache, nelle ultime settimane altre sei hanno deciso di lasciare il convento. Questo segna la crescita del gruppo di dissidenti, ormai stabile a 11 persone lontane dalla comunità di clausura. La nuova madre abbadessa, martha driscoll, ha riferito che queste monache, definite ‘scissioniste’, sarebbero pronte a intraprendere un’azione legale contro la gestione del monastero.

Lo scenario appare complesso. Le donne uscite denunciano pressioni insopportabili e un clima di forte disagio. A confermare questa rotta di crisi c’è il fatto che, a quanto risulta, la loro intenzione sarebbe quella di rivolgersi a un tribunale ecclesiastico o civile, per contestare le modalità di gestione della nuova conduzione. Nel contempo, la presenza di una badessa anziana, entrata in carica da poco, aggiunge un elemento di fragilità al governo del convento.

Riflessi sulla comunità locale e attenzione mediatica

vittorio veneto ha seguito con attenzione quanto avviene nel convento, luogo di pregio storico e religioso da decenni. La scissione interna non è passata inosservata, coinvolgendo non solo addetti ai lavori ma anche cittadini attivi nella tutela del patrimonio culturale e religioso della città. L’intervento diretto del Vaticano ha fatto scattare una comunicazione più intensa verso l’esterno, con informazioni che fluiscono dal convento verso i media locali e nazionali.

L’evoluzione della vicenda è segnata da un diffuso interesse, anche perché la clausura e la vita monastica tendono a rimanere circoscritte a un ambito ristretto e riservato. Qui, invece, si verifica un caso che mescola diritto canonico, tensioni personali e richiami alla tutela dei diritti delle comunità religiose. Il confronto tra le diverse parti, oltre all’attenzione mediatica, rende il caso attuale un esempio di come le dinamiche interne al mondo monastico possano influire sugli equilibri di una città.

Change privacy settings
×