I recenti eventi in Calabria hanno acceso i riflettori sulla questione del lavoro e della precarietà occupazionale nella regione. Durante un grande sciopero generale indetto da Cgil e Uil, migliaia di lavoratori, pensionati e cittadini si sono riuniti per protestare contro le politiche attuali, in particolare le misure del governo riguardanti la precettazione. Le voci dei sindacalisti hanno risuonato forti nella piazza, evidenziando le sfide che molte famiglie calabresi devono affrontare quotidianamente.
Le parole di Andrea Borghesi su disoccupazione e sciopero
Andrea Borghesi, segretario generale di Nidil Cgil, ha preso la parola durante il corteo di Cosenza, denunciando l’approccio governativo che tende a reprimere le manifestazioni di protesta invece di affrontare le radici del malcontento. Secondo Borghesi, la presenza massiccia di lavoratori nella piazza testimonia una chiara volontà di dialogo e un’insofferenza crescente verso i funzionari di sindacato, che non soddisfano le attese della base. La sua affermazione mette in evidenza la disconnessione tra le politiche pubbliche attuali e le reali necessità lavorative degli italiani, specialmente in un contesto di sciopero generale dove ogni settore è coinvolto.
Il leader sindacale ha inoltre criticato la posizione del ministro Salvini, definendo le sue decisioni come “incongrue” rispetto alla gravità della situazione lavorativa. Il focus non dovrebbe essere sull’intervento repressivo, ma sulla risoluzione delle problematiche che portano i lavoratori a scioperare. Questa visione riflette una crescente frustrazione tra le forze lavorative, impegnate a ottenere il riconoscimento dei propri diritti.
La precarietà occupazionale in Calabria secondo Maria Elena Senese
Maria Elena Senese, segretaria generale Uil Calabria, ha aggiunto il suo punto di vista sulla situazione occupazionale nella regione, parlando di un quadro preoccupante. La disoccupazione in Calabria colpisce in modo particolare le donne, con un divario significativo rispetto al Nord che si attesta al 25%. Questo aspetto fa emergere un problema sistemico, con molte donne che non solo faticano nel trovare lavoro, ma si ritrovano spesso costrette ad accettare contratti instabili e precari.
La Senese sottolinea che la mancanza di risposte concrete e l’alto numero di inattivi sono segnali preoccupanti. In molti casi, le donne non cercano neppure lavoro, un fenomeno che richiede un urgente approfondimento. Questa condizione non è solo una questione economica, ma anche sociale, che affligge intere famiglie e comunità.
L’alta partecipazione e la rivolta sociale
La partecipazione massiccia allo sciopero ha colto favorevolmente i sindacalisti, a partire da Gianfranco Trotta, segretario generale della Cgil Calabria. Trotta ha dichiarato che tutta la Calabria ha risposto in maniera unanime, testimoniando un’amplia adesione e una forte svolta nella mobilitazione sociale. La manifestazione è stata definita come una “rivolta sociale pacifica”, rappresentando il desiderio di una popolazione stanca di mancanza di risposte e soddisfazione per i propri bisogni essenziali.
Le parole dei sindacalisti riflettono il sentimento di una comunità in attesa di azioni concrete. Hanno visto in questo gesto non solo un atto di protesta ma una richiesta di attenzione da parte delle istituzioni, affinché siano avviati processi di miglioramento per una classe lavoratrice fortemente martoriata dalle difficoltà economiche. La mobilitazione non è un episodio isolato ma parte di un movimento più ampio che richiede di essere ascoltato e considerato.
Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Laura Rossi