L’Unione delle Camere penali proclama un periodo di astensione dalle udienze per tre giorni dal 4 al 6 novembre, in protesta contro il ddl Sicurezza. Questo movimento, che ha sollevato un acceso dibattito nel panorama giuridico e politico italiano, si focalizza su quella che viene definita una “matrice securitaria sostanzialmente populista”. Gli avvocati sostengono che le nuove normative introducano misure illiberali e autoritarie, dannose per i diritti fondamentali e per la tutela dei soggetti più vulnerabili.
Le ragioni dello sciopero: popolarità e rigore punitivo
Il provvedimento che ha suscitato la protesta è criticato per la sua impostazione altamente reattiva nei confronti dei fenomeni devianti, specialmente quelli meno gravi. Secondo i penalisti, il ddl Sicurezza si distingue per un approccio eccessivamente punitivo, mirato a creare un clima di insicurezza tra la popolazione, piuttosto che a garantire una reale sicurezza sociale. Questo tipo di legislazione è accusata di aggirare i principi costituzionali di ragionevolezza, eguaglianza e proporzionalità , introducendo una scala valoriale iniqua che promuove la tutela di certi beni rispetto ad altri, creando disparità inaccettabili nel trattamento giuridico.
Inoltre, il pacchetto di misure previsto dal ddl sembra enfatizzare la risposta penale a problemi sociali complessi, piuttosto che investire in politiche di prevenzione e reinserimento. I penalisti affermano che tali scelte legislative non solo non affrontano le cause alla base della devianza, ma rischiano di stigmatizzare ulteriormente le persone in difficoltà , portando a una crescente marginalizzazione.
Astensione dalle attività giudiziarie e manifestazione a Roma
Nel contesto di questa protesta, gli avvocati penalisti si asterranno da tutte le udienze e dalle attività giudiziarie nel settore penale per un’intera settimana. Durante questo periodo, è prevista una manifestazione nazionale il 5 novembre a Roma, dove i penalisti saranno in piazza per richiedere modifiche urgenti e necessarie al ddl Sicurezza. L’obiettivo è quello di sollecitare il Parlamento a riconsiderare le norme del pacchetto sicurezza, affinché esse rispettino i principi fondamentali della Costituzione italiana e le basi del diritto penale liberale.
Questo evento rappresenta non solo un momento di unione tra i professionisti del diritto, ma anche un appello al cittadino riguardo alla tutela dei diritti e delle libertà . La manifestazione fungerebbe quindi da piattaforma per discutere in modo più ampio le implicazioni sociali e culturali che potrebbero derivare dall’approvazione di queste nuove normative.
Impatti sul sistema giudiziario e sui diritti dei cittadini
Le sue conseguenze potrebbero riflettersi non solo sulle udienze penali, ma anche sul sistema giudiziario nel suo complesso. Il ddl Sicurezza, come denunciato dai penalisti, rischierebbe di compromettere l’efficacia e l’equità dei procedimenti legali, generando una giustizia più reattiva che preventiva. L’adozione di leggi punitivamente orientate, inoltre, potrebbe portare a un incremento dell’ingiustizia sociale, penalizzando i soggetti più vulnerabili, che già affrontano difficoltà nell’accesso alla giustizia.
L’Unione delle Camere penali sottolinea l’importanza di un sistema giudiziario equo e bilanciato, in grado di garantire i diritti di tutti i cittadini, specialmente quelli in situazioni di vulnerabilità . Ribadendo il valore della tutela dei diritti umani e della dignità delle persone, i penalisti affermano che le modifiche richieste devono essere l’occasione per una riflessione più profonda sul significato di giustizia e sicurezza in una società democratico-liberale.
Unire le forze contro la proposta normativa non è solo un avviso ai legislatori, ma un richiamo al dialogo che fa parte della crescita e dell’evoluzione della giurisprudenza. In questa lotta, avvocati e giuristi si pongono come custodi dei valori fondamentali su cui si fonda lo Stato di diritto.