Luogotenente carabinieri perde la vita in un incidente sulle montagne tra val maira e valle po

Luogotenente carabinieri perde la vita in un incidente sulle montagne tra val maira e valle po

Enrico Bolla, luogotenente dei carabinieri e appassionato scalatore di Bagnolo Piemonte, muore in un incidente sulla via Sigismondi a Cuneo; soccorsi alpini e Guardia di Finanza intervengono tempestivamente.
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Enrico Bolla, luogotenente dei carabinieri e appassionato scalatore, è morto il 6 luglio 2025 durante una caduta sulla via Sigismondi in provincia di Cuneo. La sua scomparsa ha colpito profondamente la comunità e il mondo alpino. - Gaeta.it

La tragedia che ha colpito la provincia di Cuneo la domenica del 6 luglio 2025 ha visto coinvolto Enrico Bolla, luogotenente dei carabinieri e appassionato scalatore. Durante l’ascesa della via Sigismondi, lungo una parete molto frequentata, un’improvvisa caduta ha segnato la fine di una vita dedicata al servizio e alla montagna. L’incidente ha scosso la comunità e fatto partire subito l’intervento dei soccorsi alpini e sanitari.

L’intervento dei soccorsi e il recupero della salma

Il recupero del corpo di Bolla è avvenuto con grande attenzione da parte delle squadre specializzate, che hanno trasportato la salma lungo il percorso montano fino alla carrozzabile. Il compagno di cordata, seppur sotto shock, non ha riportato ferite ed è stato accompagnato a Dronero per le procedure di rito. A prestare assistenza sono intervenuti anche gli uomini del soccorso alpino della Guardia di Finanza, che hanno seguito tutte le operazioni con rigore.

L’area dell’incidente, tra alta Val Maira e alta valle Po, è nota per i suoi percorsi alpinistici impegnativi. La sicurezza in queste zone, pur molto curata, può venir meno in pochi istanti, rendendo necessario un rapido intervento e un’attenta gestione delle emergenze. Il tempestivo arrivo dell’elicottero ha permesso di tentare ogni possibile forma di soccorso, ma la gravità del trauma ha superato ogni intervento.

Il racconto dell’incidente sulla via sigismondi

Enrico Bolla stava scalando la via Sigismondi, una via alpinistica di rilievo alla Rocca del Castello, territorio noto ad alpinisti esperti. Era in cordata con un amico, partiti insieme per affrontare questa salita tecnica e impegnativa. Dopo la seconda sosta, mentre si trovava impegnato su uno strapiombo, ha perso l’appiglio che lo sosteneva finendo in una caduta di circa cinquanta metri, rimanendo sospeso come trattenuto solo dalle corde.

L’allarme è scattato immediatamente per la presenza di un testimone diretto dell’incidente, che ha subito telefonato ai soccorsi. Il compagno di cordata, sotto shock, ha confermato l’accaduto, facilitando così la risposta immediata della centrale operativa. Sul luogo sono arrivati l’elicottero del 118 con medico rianimatore e una squadra del soccorso alpino e speleologico piemontese che ha iniziato le procedure di recupero e tentativi di soccorso. Nonostante i primi tentativi di rianimazione cardiopolmonare, le ferite riportate da Bolla durante la caduta si sono rivelate fatali.

Il profilo professionale di enrico bolla e l’impegno nei carabinieri

Originario di Bagnolo Piemonte, nel cuneese, Enrico Bolla aveva dedicato la sua carriera all’interno dei carabinieri con grande precisione. Il luogotenente si era formato soprattutto nei Nas di Torino, dove aveva fatto della lotta all’antidoping e ai controlli sanitari il suo punto di forza. Era specializzato in verifiche rivolte ad impianti sciistici e attività legate all’ambiente montano, dove la sicurezza sanitaria rappresenta una priorità.

Il suo approccio era fondato su un rigore professionale riconosciuto dai colleghi, che hanno visto in lui una figura preparata e affidabile. Bolla aveva portato avanti numerose indagini complesse, coordinandosi spesso con altri enti per migliorare il controllo su strutture e attività collegate al mondo montano. Una vita spesa tra lavoro e passione per la montagna, che era divenuta anche la sua seconda casa.

Il legame con la famiglia e la comunità di candiolo

Enrico Bolla viveva a Candiolo con la moglie Teresa Fiume, consigliera comunale, e i loro due figli. Uno di loro aveva scelto di entrare nei carabinieri, seguendo le orme del padre. La notizia della sua morte ha profondamente colpito la comunità locale, dove la famiglia Bolla è conosciuta e stimata. La sindaca e l’amministrazione comunale hanno espresso vicinanza ai familiari, riconoscendo il dolore per l’improvvisa perdita.

In paese la scomparsa ha lasciato un vuoto che si percepisce nel silenzio delle strade e negli sguardi di chi lo conosceva. Bolla si distingueva per la sua onestà e la dedizione verso le persone, qualità che venivano apprezzate sia nell’ambito professionale sia nella vita privata. Le occasioni di incontro e di impegno civico, spesso legati alla famiglia, hanno consolidato il rispetto e l’affetto di un’intera comunità nei suoi confronti.

Il ricordo di un militare e appassionato di montagna

Molti in queste ore si sono stretti nel ricordo di Bolla come un uomo appassionato e responsabile. La sua esperienza nelle indagini e la sensibilizzazione nelle scuole hanno lasciato un segno concreto. Il suo lavoro nei Nas aveva portato a importanti risultati nella tutela della salute pubblica, mentre la sua presenza in montagna era sinonimo di conoscenza e prudenza.

La montagna, che aveva scelto come rifugio e passione, ha assunto un ruolo tragico in questa storia. La sua morte ricorda i rischi legati ad attività anche ben preparate, ma resta il ricordo di un militare che ha dato tanto, dentro e fuori dal servizio, e di un uomo che amava profondamente la sua terra e la sua famiglia.

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