La nave umanitaria Sea-Eye 5 ha concluso ieri sera la vicenda legata allo sbarco di 61 migranti, tra cui sette minori, soccorsi a circa 50 miglia a nord di Tripoli. Dopo oltre 20 ore ferme a pochi chilometri dalla costa siciliana, la nave ha potuto finalmente approdare al porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa. Le trattative con le autorità italiane hanno caratterizzato una giornata di incertezze e cambi di posizione sulla destinazione finale dei migranti.
La navigazione della sea-eye 5 e il soccorso in mare
La Sea-Eye 5, nave umanitaria tedesca, aveva appena soccorso 65 persone in difficoltà nelle acque del Mediterraneo centrale, a circa 50 miglia da Tripoli, in Libia. Tra le persone salvate vi erano 61 migranti, sette dei quali minorenni. Nonostante l’immediato intervento, la situazione è rimasta sospesa per molte ore in mare aperto, davanti alla costa siciliana. L’imbarcazione ha sostato all’incirca a sette miglia nautiche dalla linea costiera, senza poter attraccare, in attesa dell’autorizzazione allo sbarco. La conformazione della nave e il numero elevato di persone a bordo hanno richiesto una gestione attenta per garantire condizioni di sicurezza durante l’attesa.
L’intervento della guardia costiera italiana
L’intervento tempestivo della Guardia Costiera italiana ha permesso di svolgere un’evacuazione medica per una giovane donna nigeriana al nono mese di gravidanza. La donna è stata trasferita dal mare alla banchina di Pozzallo tramite una motovedetta, e poi accompagnata in ambulanza all’ospedale Maggiore Baglieri di Modica per le cure urgenti. Questo episodio ha messo in evidenza l’urgenza di sbloccare la situazione, anche per ragioni sanitarie.
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Le trattative italiane e il cambio di porto assegnato
La giornata di ieri è stata segnata da una lunga fase di dialogo tra la Sea-Eye 5 e il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, insieme ad altri enti governativi italiani. Inizialmente, le autorità avevano indicato Taranto come porto sicuro per il trasferimento dei migranti. Lungo il pomeriggio però, la posizione è mutata e alla fine la nave ha ricevuto il via libera per dirigersi a Pozzallo, più vicina e meglio attrezzata per accogliere le persone sbarcate.
All’inizio della giornata, solo i migranti ritenuti “fragili” erano stati autorizzati a scendere a terra. Per gli altri passeggeri, la Sea-Eye 5 avrebbe dovuto proseguire verso Taranto. La Ong ha sottolineato che questa richiesta avrebbe esposto i migranti a rischi inutili, sia per le condizioni degli stessi che per la distanza tra i porti. Alla fine, la richiesta di sicurezza ha prevalso, portando a concedere l’attracco completo a Pozzallo.
Dialogo e mutamento di posizione
“Questa richiesta avrebbe esposto i migranti a rischi inutili”, ha dichiarato la Ong, sottolineando la delicatezza della situazione e la necessità di una gestione attenta e umana.
Il ruolo di pozzallo e l’appello del sindaco ammatuna
Il comune di Pozzallo è stato al centro dell’attenzione per tutta la vicenda. Il sindaco, Roberto Ammatuna, si è espresso pubblicamente, definendo incomprensibile e ingiustificabile il mancato sbarco e lo stallo prolungato in mare. Ammatuna ha rivolto un appello alle istituzioni nazionali, chiedendo di autorizzare con urgenza l’approdo e il trasferimento dei migranti alle strutture di accoglienza della città. Le sue dichiarazioni hanno rappresentato una voce importante nel dibattito pubblico locale e nazionale, sottolineando il peso che situazioni come questa hanno sulle comunità costiere.
Il porto di Pozzallo è attrezzato per il primo soccorso e per la gestione dei flussi migratori, con spazi dedicati all’hotspot per i migranti. Una volta attraccata la Sea-Eye 5, i migranti sono stati indirizzati verso queste strutture, dove possono ricevere assistenza sanitaria, alimentare e legale. Il sistema locale ha finora gestito in modo costante arrivi simili, trasformando il porto in uno dei punti di riferimento per il soccorso nel Mediterraneo centrale.
Difficoltà nella gestione degli sbarchi
Il caso di ieri sottolinea le difficoltà ancora presenti nella gestione degli sbarchi, tra questioni di sicurezza, politica e organizzazione sul territorio. Lo sbarco è stato possibile dopo una lunga attesa, che ha messo a dura prova le persone salvate, e ha coinvolto attori istituzionali a più livelli, dal locale al nazionale.