La regione Sardegna ha deciso di mettere in campo una nuova misura rivolta alle famiglie che hanno figli o ne adottano, con l’obiettivo di fermare lo spopolamento nei piccoli centri dell’isola. Sono stati approvati contributi economici destinati ai nuclei che vivono o scelgono di trasferirsi nei comuni con meno di 5000 abitanti. La strategia punta a incentivare la presenza di bambini e giovani in queste zone, considerate a rischio abbandono demografico. Le scelte regionali, che partono da gennaio 2025, prevedono un aiuto concreto ai genitori per sostenere le spese legate alla crescita dei figli.
Le nuove linee guida per i contributi alle famiglie nei comuni sotto i 5000 abitanti
La giunta regionale ha dato il via libera a una serie di semplificazioni per l’erogazione di contributi destinati alle famiglie con figli, nati, adottati o affidati. Questa misura si applica a chi ha residenza o decide di trasferirsi in centri abitati con popolazione inferiore a 5000 abitanti. Il sostegno viene riconosciuto a partire dal primo figlio e si estende fino al quinto anno d’età del bambino. Il programma prevede la distribuzione delle risorse in due tranche, che saranno assegnate ai comuni dopo la verifica dei dati Istat sulla popolazione infantile, aggiornati a gennaio 2025.
L’erogazione coinvolgerà direttamente gli enti locali, che riceveranno i fondi e li distribuiranno alle famiglie. Questo meccanismo punta ad agire in modo mirato, concentrandosi proprio sui piccoli comuni dove si registra un calo demografico più consistente. Le linee guida cercano di semplificare le procedure per evitare ritardi o lungaggini burocratiche che potrebbero rallentare l’accesso ai contributi.
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Importi mensili e modalità di sostegno alle nuove nascite e alle adozioni
L’assessore regionale alla sanità, Armando Bartolazzi, ha spiegato i dettagli dell’aiuto economico previsto. I genitori che hanno un primo figlio potranno ricevere 600 euro al mese fino al quarto anno di vita del bambino. Per ogni figlio successivo questa cifra scende a 400 euro mensili. Il sostegno riguarda dunque i primi cinque anni, considerati fondamentali per la crescita e la stabilità delle famiglie nei piccoli centri.
L’obiettivo della regione è garantire un contributo significativo, che vada oltre un piccolo aiuto occasionale e possa tradursi in un supporto reale alla vita quotidiana. L’attenzione è rivolta soprattutto alle famiglie che decidono di trasferirsi in centri con meno di 5000 abitanti, incentivando così il popolamento di zone che negli ultimi anni hanno visto una forte diminuzione di residenti.
Il contesto demografico: il tasso di natalità più basso in Italia rilevato nel 2023
Nel 2023 la Sardegna si è distinta negativamente per aver registrato il tasso di natalità più basso tra tutte le regioni italiane, con soli 4,9 nuovi nati ogni mille abitanti. Si tratta di un dato che supera in senso negativo anche regioni con caratteristiche simili per estensione e popolazione. La media nazionale fissata a 6,7 nuovi nati su mille abitanti evidenzia come la Sardegna si trovi in una condizione di particolare difficoltà demografica.
Questa realtà influisce non solo sul lato della popolazione, ma genera conseguenze evidenti anche nei settori economici e sociali. La riduzione dei giovani segnala un invecchiamento progressivo e una minor capacità di crescita a medio termine. Il programma regionale nasce proprio per invertire questa tendenza negativa e offrire un incentivo concreto a chi forma o amplia una famiglia in questi territori.
Un’opinione di Armando Bartolazzi
Armando Bartolazzi ha sottolineato che “il calo demografico non è solo un fatto numerico, ma riguarda anche il disagio economico e sociale che deriva da questa situazione.” Per questo motivo la regione ha scelto di strutturare la misura in modo da evitare la semplice elargizione di soldi, ma puntare a un sostegno che favorisca la stabilità delle famiglie, con particolare attenzione a non trasformare la proposta in un mero provvedimento assistenzialista.
Lo sviluppo di questo tipo di interventi segna una svolta nelle politiche regionali sul contrasto allo spopolamento. L’impegno si concentra sui bambini e sulle famiglie, elementi considerati chiave per garantire un futuro più saldo ai piccoli centri sardi. Già nei prossimi mesi la regione monitorerà i dati, per capire l’impatto che queste agevolazioni avranno in termini di rilancio demografico e qualità della vita nei comuni più piccoli.