L’ospedale santo spirito di pescara, con un bacino d’utenza che supera i 90 mila accessi l’anno, vive una fase di intensa difficoltà. Le richieste di potenziamento e l’elevazione a DEA di II livello arrivano da più parti, tra cui il movimento politico “pettinari per l’abruzzo“. I problemi principali riguardano carenze di personale, posti letto insufficienti, liste d’attesa lunghissime e una medicina territoriale inadeguata che non risponde alle necessità della popolazione. La situazione è aggravata dall’assenza di figure dirigenziali in diversi reparti chiave. Il dibattito si concentra su interventi urgenti che la regione e il comune dovrebbero mettere in atto.
La richiesta di elevazione a dea di ii livello per l’ospedale santo spirito
Il movimento politico “pettinari per l’abruzzo“, con il presidente domenico pettinari, ha espresso una richesta chiara: il santo spirito deve essere elevato a DEA di II livello. Pettinari ha spiegato che mantenere la struttura a un DEA di I livello significa non affrontare seriamente i problemi del sistema sanitario locale. Il numero di accessi annuali – circa 90 mila – giustifica una dotazione più ampia di personale, strumenti e servizi. Questi elementi permetterebbero a pescara di offrire cure più rapide e specializzate.
Il movimento ha sottolineato anche la necessità che la giunta regionale guidata da marco marsilio intervenga con decisione. Il sindaco carlo masci, che presiede il comitato ristretto dei sindaci della ASL di pescara, è chiamato a far sentire la sua voce per spingere il governo regionale ad agire. Pettinari ha ricordato che gli annunci di potenziamenti fino a oggi non hanno prodotto grandi risultati, soprattutto perché manca la volontà politica di elevare il livello del presidio.
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Il ruolo del DEA di II livello sarebbe quello di centralizzare specialità mediche fondamentali in un unico ospedale. Questo sistema aumenterebbe la qualità delle prestazioni e favorirebbe un’organizzazione più efficiente. Attualmente, l’ospedale soffre di una carenza cronica di posti letto, soprattutto nei reparti più richiesti, e questo si riflette pesantemente sul pronto soccorso.
Le criticità del pronto soccorso e la carenza di personale
Il pronto soccorso del santo spirito è un punto nevralgico della crisi. Le attese spesso si prolungano per giorni, mentre il personale sanitario è sottoposto a un carico di lavoro elevatissimo e faticoso. Le cause principali sono da ricercare nella mancanza di posti letto disponibili nei reparti di degenza, che impedisce di ricoverare tempestivamente i pazienti. Così, molti pazienti restano “parcheggiati” nei corridoi o nelle aree di crisi in attesa di una sistemazione, peggiorando ulteriormente l’efficienza.
I medici, infermieri e operatori socio-sanitari svolgono un lavoro intenso, nonostante le condizioni spesso inadeguate. Il serpentone di attese e il sovraffollamento mettono a dura prova la macchina ospedaliera. Questo caos danneggia anche l’utenza, che talvolta riceve dimissioni premature o resta bloccata in ospedale per mancanza di soluzioni alternative.
Le criticità si estendono anche alle residenze esterne per anziani, insufficienti e non adeguate a compiere il ruolo di ricovero a lungo termine. L’incapacità di offrire una buona assistenza fuori dall’ospedale ha ripercussioni dirette su pronto soccorso e reparti interni.
La mancanza di dirigenti e la gestione dei reparti chiave
Una delle problematiche più gravi è il vuoto dirigenziale in alcune unità operative complesse. In particolare, la gastroenterologia è rimasta senza direttore per anni dopo il pensionamento del primario. Nessun bando o avviso è stato pubblicato per la nomina del nuovo responsabile, lasciando l’unità priva di guida. La conseguenza è una perdita di efficienza e di organizzazione sul piano clinico e gestionale.
Questa situazione riflette difficoltà più ampie legate al governo regionale della sanità, che non ha assicurato continuità e stabilità alle diverse funzioni ospedaliere. Il mancato rinnovo dei primari danneggia interi reparti, riduce la qualità del servizio e complica la programmazione interna.
La richiesta avanzata da pettinari al presidente marsilio e all’assessore alla sanità è di procedere rapidamente con le nomine necessarie, per garantire che tutti i reparti dispongano della necessaria leadership. Questo intervento potrebbe migliorare la gestione dei pazienti e la qualità delle prestazioni.
Le difficoltà della medicina territoriale e gli ospedali minori depotenziati
Un nodo centrale riguarda la medicina territoriale, che oggi non riesce a rispondere alle esigenze dell’utenza. I codici bianchi e verdi finiscono comunque nei pronto soccorso perché mancano servizi adeguati per la loro gestione fuori dall’ospedale. Questa situazione sovraccarica gli ospedali principali e blocca il flusso dei pazienti.
Gli ospedali di penne e popoli, ubicati nell’area vestina e nella valle pescara, avrebbero potuto alleviare la pressione sul santo spirito. Però sono stati progressivamente depotenziati, riducendo così il loro apporto al sistema sanitario locale. I cittadini di quelle zone si trovano spesso costretti a rivolgersi al capoluogo, causando congestione e disagi.
Le liste di attesa per visite specialistiche ambulatoriali sono molto lunghe, con tempi che possono arrivare anche a un anno e mezzo. Il nuovo servizio SOS liste d’attesa, varato prima delle elezioni regionali, non ha modificato significativamente la situazione. Non si risolvono neppure i problemi legati all’esenzione dei farmaci e alle patenti speciali, dove gli esami richiesti non si riescono a eseguire nei tempi stabiliti.
Questa situazione colpisce in modo drammatico malati psichiatrici, pazienti oncologici e persone con malattie rare. Senza un’assistenza integrata e continua, i pazienti vengono spostati da un reparto all’altro per ogni prenotazione, aumentando la precarietà delle cure.
Le condizioni dei reparti oncologia ed ematologia e le criticità strutturali
I reparti di oncologia ed ematologia condividono una struttura che non è adeguata a gestire due presidi distinti. Le terapie oncologiche, i controlli ematologici e gli altri trattamenti avvengono in spazi che non garantiscono la necessaria privacy e comodità per una utenza fragile. Questi pazienti affrontano visite frequenti e procedure delicate che richiedono ambienti e personale adeguato.
A fronte di un aumento delle prestazioni negli ultimi dieci anni, la carenza di medici e infermieri rende difficile la gestione quotidiana dei reparti. Alcune attrezzature risultano obsolete, nonostante l’ematologia di pescara sia riferimento regionale. L’indice di gradimento delle prestazioni rimane alto, ma le condizioni strutturali e logistiche creano disagio.
Le sale di attesa sono caratterizzate da spazi ristretti, sedute vecchie e scomode, bagni non sempre fruibili e aria poco salubre. I familiari e accompagnatori dei pazienti oncologici ed ematologici sono spesso costretti a restare in piedi o in condizioni poco dignitose. Questi fattori impattano negativamente sull’esperienza complessiva e sulla qualità delle visite.
Le richieste di intervento su strutture e personale riflettono un bisogno urgente che non può essere ignorato per garantire cure adeguate a una fascia particolarmente vulnerabile di utenti.