Il dibattito sulla necessità di incrementare le spese militari in Italia è tornato al centro dell’attenzione, con posizioni nette contro il riarmo avanzate dal ministro Matteo Salvini e dal generale Roberto Vannacci. Quest’ultimo, intervenuto a Genova durante un evento elettorale nel 2025, ha espresso critiche precise rivolte alle giustificazioni che sostengono l’aumento delle spese per la difesa. Le sue osservazioni puntano ad un’analisi dei dati militari e geopolitici, rigettando la percezione di una minaccia reale da parte della Russia nei confronti dell’Europa.
Nessuna invasa russa in europa, focus sui conflitti dimenticati
Roberto Vannacci ha evidenziato come non esista, al momento, alcun paese europeo invaso dalla Russia. Si è soffermato sui retroscena del conflitto, sottolineando che la narrazione dominante presenta la Russia come una minaccia imminente per l’Europa, ma questa interpretazione non si traduce in fatti concreti. Al contrario, ha fatto notare la questione di Cipro, un territorio europeo che dal 1974 è sotto il controllo militare della Turchia, paese membro della Nato. Questo episodio viene spesso ignorato nel discorso pubblico, nonostante rappresenti una vera invasione in Europa senza che si parli di un urgente riarmo per contrastarla.
Vannacci ha messo in discussione la coerenza del messaggio che giustificherebbe il riarmo europeo come risposta all’ipotesi di un’invasione russa, mentre sul territorio europeo una situazione di occupazione militare ormai storica viene considerata secondaria. I riferimenti storici e geopolitici mostrano così una narrativa inconsistenti rispetto alle reali minacce militari evidenziate..
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Dati economici e demografici contro la percezione di rischio russo
Un elemento centrale del discorso di Vannacci riguarda le risorse a disposizione della Russia rispetto all’Europa. Ha ricordato che la spesa militare russa ammonta a circa 140 miliardi di dollari, meno di un terzo di quanto spende complessivamente l’Europa, che supera i 320 miliardi. Questo dato mostra come, in termini economici, il continente mantenga un potenziale militare superiore, anche in relazione al suo prodotto interno lordo.
Per rafforzare la tesi, Vannacci ha paragonato il Pil della Russia a quello italiano e a quello dell’intera Unione europea. La Russia registra un Pil inferiore a quello dell’Italia, e ammonta a un nono di quello europeo. Questo dato indica una capacità economica ridotta per sostenere un impulso militare massiccio o una vera invasione su larga scala. Anche la densità demografica pesa: i circa 145 milioni di abitanti della Russia si distribuiscono su un territorio vastissimo, contro i 470 milioni di europei, con conseguente disparità nella disponibilità di risorse umane e operative.
Il rapporto tra spese militari della nato e della russia
Sul piano militare, il generale ha evidenziato come il rapporto tra le spese difensive della Nato e quelle russe sia di 9 a 1. Questo elemento smentisce la tesi della necessità di un immediato rafforzamento militare italiano volto a fronteggiare una minaccia russa che appare sproporzionata rispetto alle capacità belliche attuali di Mosca. Vannacci ha citato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che, secondo lui, ha sfruttato l’articolo 122 del trattato per accelerare senza passare dal parlamento una decisione definita sull’urgenza dell’aumento della difesa.
L’intervento del generale ha richiamato l’attenzione sulla legittimità istituzionale e sulla necessità che decisioni così importanti passino attraverso organismi eletti direttamente dal popolo. L’ipotesi di aggirare il parlamento per dichiarare lo stato di emergenza esistenziale desterebbe preoccupazioni di tipo democratico, oltre che tecniche. In questo senso, Vannacci ha dichiarato la sua totale adesione alla posizione di Matteo Salvini, etichettando il riarmo come “follia”.
Le vere priorità della sicurezza italiana secondo vannacci
Nel suo discorso a Genova, il generale ha chiarito che l’attenzione dovrebbe spostarsi dalle minacce esterne a quelle che realmente interessano l’Italia. Ha evidenziato la pressione dell’immigrazione clandestina come la principale emergenza di sicurezza nazionale. Secondo Vannacci, questa problematica produce un impatto immediato e diretto sul territorio, con riflessi concreti sulla vita quotidiana dei cittadini.
Ha ribadito la necessità di potenziare le forze di sicurezza interne e di migliorare i meccanismi di controllo alle frontiere, piuttosto che spingere verso una corsa al riarmo con risorse che rischiano di distogliere l’attenzione dalle reali criticità che si affrontano nel paese. Quest’ultima visione sottolinea una questione concreta di bilancio e priorità, invitando a concentrare gli investimenti sulla sicurezza nazionale piuttosto che su un’espansione militare che non trova riscontro in minacce verificabili e attuali.
Gli interventi di Vannacci e Salvini rientrano in un dibattito più ampio sulla politica di difesa italiana, che vede contrapporsi visioni diverse sulle minacce internazionali e sulla gestione dei fondi pubblici. Queste posizioni riflettono le tensioni che caratterizzano il contesto geopolitico e la percezione pubblica della sicurezza nel 2025.