Salvatore borsellino a trento: un appello ai giovani per la verità e la giustizia dopo trent’anni

Salvatore borsellino a trento: un appello ai giovani per la verità e la giustizia dopo trent’anni

L’ITT Buonarroti di Trento ha ospitato Salvatore Borsellino e Roberta Gatani per un incontro su memoria, giustizia e legalità, coinvolgendo studenti e il Comitato lavoratori porfido nel progetto legalità.
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L’ITT Buonarroti di Trento ha ospitato un incontro con Salvatore Borsellino, che ha parlato di verità, libertà e giustizia, accompagnato da interventi sulla memoria delle stragi mafiose e progetti di legalità per gli studenti. - Gaeta.it

L’ITt Buonarroti di Trento ha ospitato un incontro intenso con Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso dalla mafia nel 1992, in videocollegamento con gli studenti. Il discorso ha toccato temi delicati legati alla lotta per la verità e alla percezione delle libertà nel nostro Paese, a trent’anni da una delle pagine più tragiche della storia italiana. Rubriche culturali e iniziative scolastiche hanno fatto da cornice a un dibattito che cerca di mantenere viva la memoria e il senso critico verso le questioni irrisolte della giustizia.

La testimonianza di salvatore borsellino e la lotta contro il decreto sicurezza

Durante l’incontro con i giovani studenti trentini, Salvatore Borsellino ha lanciato un appello che va oltre la memoria del fratello Paolo, assassinato il 19 luglio 1992. Ha parlato di una battaglia quotidiana, questa volta contro quello che definisce un “decreto sicurezza” che, a suo modo di vedere, indebolisce le libertà civili nel Paese. In particolare Borsellino si è soffermato sull’articolo 31 che attribuisce ai servizi segreti poteri di non rispondere davanti alla legge, cosa che secondo lui alimenta una mancanza di trasparenza sulle vicende legate alla mafia e alle stragi italiane.

Ha ricordato più volte come, da decenni, cerchi di ottenere verità e giustizia in un contesto ancora ostile, sottolineando l’importanza dei giovani come linfa nuova per dare seguito a questa battaglia. Lo stato di polizia che denuncia appare come un rischio concreto che limita il diritto di manifestare, anche pacificamente. La sua presenza via web ha dimostrato che, nonostante la distanza fisica, la sua voce arriva forte ai ragazzi, stimolandoli a non dimenticare e a continuare a chiedere risposte sui numerosi misteri delle stragi mafiose.

Roberta gatani e il ricordo dei 57 giorni che legano le stragi di capoaci e via d’amelio

Nell’aula magna dell’istituto trentino si è anche parlato di memoria e responsabilità attraverso l’intervento di Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino e autrice del libro “Cinquantasette giorni”. Il volume ricostruisce il breve ma cruciale intervallo tra la strage di Capaci e quella di Via d’Amelio del 1992. Gatani ha sottolineato come quei giorni rischino di essere dimenticati, e con essi la figura complessa dello zio, fatta anche di paura e umanità.

Ha evidenziato che l’oblio di questo periodo significa anche cancellare le responsabilità di chi avrebbe potuto agire per evitare la morte di Borsellino e non l’ha fatto. Nel suo racconto emerge un uomo diviso tra la passione per il lavoro e la consapevolezza del pericolo imminente, sempre legato all’amore per la vita. Questo ricordo serve a mantenere alto il livello di attenzione verso i fatti che portarono alla terribile perdita del giudice, spesso raccontati con superficialità o reticenza.

La partecipazione del comitato lavoratori porfido e lo sviluppo del progetto legalità

Accanto a Borsellino e Gatani, l’incontro ha visto la presenza di Walter Ferrari, portavoce del Comitato lavoratori porfido, associazione impegnata in temi di giustizia sociale. La sua partecipazione ha dato voce anche a un aspetto più concreto della lotta alla legalità, quella che tocca il mondo del lavoro e le condizioni delle persone sul territorio.

La referente del progetto legalità dell’ITT Buonarroti, Lucia Sciumbata, ha spiegato come questa iniziativa segua un percorso già avviato da oltre quattro anni. L’obiettivo è di coinvolgere gli studenti nella riflessione attiva sui diritti e doveri civici, risvegliando il senso civico nelle nuove generazioni. Il progetto ha già portato a incontri con figure come Fiammetta Borsellino, Pietro Grasso e Sara Loffredi, autrice del libro “La casa di Paolo,” contribuendo a costruire una rete di testimonianze forti e consapevoli all’interno della scuola.

Trento conferma così l’interesse per mantenere viva la memoria e stimolare il dialogo attorno a temi sempre attuali come la giustizia, la legalità e la partecipazione civile, elementi fondamentali per la crescita della società.

  • Marco Mintillo

    Marco Mintillo è un giornalista e blogger specializzato in cronaca e attualità, con una passione per i viaggi. Collabora regolarmente con Gaeta.it, un sito di riferimento per notizie e approfondimenti sulla città di Gaeta e oltre. Qui, Marco pubblica articoli che spaziano dall'analisi di eventi locali a questioni di rilievo internazionale, offrendo sempre una prospettiva fresca e dettagliata. La sua abilità nel raccontare i fatti attraverso la lente del viaggiatore gli ha guadagnato una fedele base di lettori che apprezzano la sua capacità di legare la cronaca mondiale alle storie del territorio.

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