Romano prodi a bologna critica silenzio europa su crisi internazionale e richiama unità dei governi

Romano prodi a bologna critica silenzio europa su crisi internazionale e richiama unità dei governi

Romano Prodi critica l’assenza di una politica estera comune dell’Europa, evidenziando come le divisioni politiche e l’unanimità blocchino decisioni rapide in un contesto internazionale sempre più instabile.
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Romano Prodi, intervenuto a Bologna, critica l’assenza di una politica estera europea unitaria nelle attuali tensioni globali, sollecitando l’abolizione dell’unanimità nelle decisioni per rilanciare il ruolo internazionale dell’Europa. - Gaeta.it

L’ex premier Romano Prodi è intervenuto con un discorso a sorpresa durante l’evento Repubblica delle Idee a Bologna, sottolineando il ruolo assente dell’Europa nelle tensioni internazionali attuali. Secondo Prodi, la mancanza di una posizione chiara da parte dell’Unione Europea lascia spazio ad altri attori globali mentre la crisi si aggrava. L’ex presidente del consiglio ha inoltre parlato delle divisioni politiche che frenano la capacità di prendere decisioni rapide e incisive a livello europeo.

La mancanza di mediazione europea nella crisi globale

Romano Prodi ha evidenziato come, in un momento complesso della politica mondiale, la voce dell’Europa risulti assente e poco incisiva. Ha fatto notare che mentre paesi come Turchia, Arabia Saudita e Brasile hanno cercato di svolgere un ruolo di mediazione, l’Europa non ha dato segni di intervento significativo. Questo silenzio, ha aggiunto, è uno dei problemi più gravi che mette a rischio la capacità di risolvere conflitti e di mantenere la stabilità internazionale.

Prodi ha parlato senza mezzi termini del problema dell’unanimità nelle decisioni europee, che spesso bloccano interventi importanti. Ha ricordato che finché non si abbandonerà l’obbligo di un accordo totale tra tutti gli stati membri, sarà molto difficile reagire con tempestività ai problemi globali. Secondo lui, l’Europa deve ritrovare la volontà di scegliere decisioni condivise in maniera più pragmatica e meno vincolata da interessi nazionali puntuali.

Questa critica indiretta all’assenza di politica estera comune si lega al concetto che l’Europa rischia di rimanere ai margini della storia. Prodi ha ricordato un passato in cui la stima internazionale per l’Italia e l’Europa era più forte. Ora, con le tensioni che crescono e un ordine mondiale che sembra vacillare, secondo lui “solo l’unità potrebbe salvarci dall’isolamento geopolitico.”

Riflessioni sull’ordine mondiale e la gravità delle tensioni attuali

Nel suo intervento, Romano Prodi ha fatto un paragone netto con momenti storici di crisi, dicendo di non aver mai visto una situazione così delicata negli ultimi decenni. Ha evocato l’epoca della crisi dei missili di Cuba, definendola meno inquietante di ciò che osserva oggi nel contesto internazionale.

Ha qualificato l’attuale scenario come un “mondo senza ordine”, dove le tensioni salgono e nessuna autorità sembra in grado di porvi freno. Queste parole indicano la sensazione di caos e incertezza che grava sull’assetto globale. Prodi ha ammesso di non sapere come andrà a finire questa fase, lasciando emergere la difficile strada che ci attende.

Il riferimento al Cardinale Zuppi e al suo invito alla pace segnala il desiderio, diffuso anche tra figure istituzionali e pubbliche, di un rapido ritorno alla calma. Prodi ha mostrato un cauto ottimismo, ma senza nascondere che l’intensificarsi delle tensioni potrebbe proseguire ancora per un periodo.

L’appello a un futuro europeo unito e consapevole

L’ex presidente del consiglio ha infine richiamato l’esigenza che i governi europei superino i blocchi politici e tornino a cooperare come un unico soggetto in grado di prendere decisioni rapide. Ha insistito sul concetto che senza una volontà forte e condivisa l’Europa perderà il ruolo che si era conquistata nel passato.

Ha aggiunto che non basta ripensare alle stime di vent’anni fa, ma è necessario agire subito per non restare esclusi dalle grandi dinamiche globali. Solo una posizione comune e una politica estera attiva permetteranno di aggirare le crisi attuali e di tornare a ricoprire un ruolo rilevante nel contesto internazionale.

La sua analisi sottolinea la necessità di cambiamenti concreti nel modo di gestire la politica estera europea, partendo dall’abolizione dell’unanimità e passando per una maggiore responsabilità condivisa fra i paesi membri. Solo così – secondo Prodi – l’Europa potrebbe recuperare il ruolo che rischia di perdere in questi anni decisivi.

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