La Roma guarda al mercato con l’obiettivo di rinforzare soprattutto il centrocampo. La partenza di giocatori chiave cambia gli equilibri e la società deve trovare subito elementi capaci di garantire qualità e rendimento. Sul tavolo diverse opzioni, con Matt O’Riley che emerge come un nome concreto, mentre in attacco e in difesa la rosa necessita di coperture precise. Qui i dettagli sulle trattative e le strategie che si stanno delineando in casa giallorossa.
La ricerca di un interprete solido per il centrocampo romano
Nel centrocampo romanista si apre uno scenario di transizione. Le partenze, ormai date per certe come quella di Leandro Paredes, impongono alla triade di dirigenti di lavorare sul mercato con attenzione per sostituire elementi esperti. Gian Piero Gasperini, che segue da vicino la rosa, ha già indicato Pellegrini come mezz’ala ma sottolinea l’essenziale bisogno di un interprete di alto livello per quel ruolo.
Matt o’riley tra i candidati principali
Tra i nomi in ballo c’è Matt O’Riley, centrocampista nato nel 2000, inglese di origine ma naturalizzato danese, ora al Brighton. Il giocatore si è mostrato disponibile a un trasferimento e in passato era stato vicino all’Atalanta, squadra allenata proprio da Gasperini. Questa doppia candidatura rappresenta un indizio importante sull’interesse concreto del tecnico e può spingere la Roma a definire qualche sviluppo imminente.
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Nel contesto attuale, la Roma attende anche novità riguardo il prestito di Gourna-Douath dal Salisburgo, in forse per la prossima stagione. La scelta finale dipenderà sia dai budget sia dalla capacità del francese di adattarsi al progetto giallorosso. Serve quindi una soluzione affidabile e collaudata, e O’Riley potrebbe incarnare questo profilo.
Possibili sviluppi in attacco: nomi e strategie sul tavolo
La zona d’attacco rimane un punto delicato per la Roma: la difficoltà nel trovare gol, già evidente negli ultimi mesi con Claudio Ranieri in panchina, è un problema che Gasperini vorrebbe risolvere cambiando anche il modulo in partenza. Con un 3-4-2-1 in mente, il tecnico disporrebbe di Dovbyk come centravanti e potrebbe schierare Dybala o Soulé sulla trequarti destra.
Per completare l’attacco, però, serve una punta di piede destro di peso. In questo ruolo al momento c’è solo El Shaarawy. Per rinforzare questa casella, la dirigenza ha messo in lista diversi profili. Il giovane Anjorin dell’Empoli sembra un’opzione più di complemento, mentre i nomi come Gudmundsson, già nel giro tra Fiorentina e Genoa, e Paixao, ala del Feyenoord, sono soluzioni più ambiziose e potrebbero garantire maggiore spinta offensiva.
L’interesse per il danese boving
Si aggiungono anche voci sul danese Boving, classe 2003 dello Sturm Graz, un giocatore polivalente che può giocare anche in posizione da centravanti. Questo elemento interessa per la sua capacità di adattarsi a ruoli diversi, opzione importante in un attacco che necessita di flessibilità tattica sul lungo periodo.
Valutazioni e criticità in difesa e sulle fasce esterne
Nonostante l’attenzione maggiore sia sul centrocampo e l’attacco, anche la difesa merita uno sguardo approfondito. Tra i candidati per rinforzare la retroguardia c’è Juan Camilo Lucumí, seguito con interesse. Il Bologna però non intende trattare: la clausola da 28 milioni di euro costituisce un ostacolo consistente per la Roma, che dovrà valutare se muoversi o meno.
Alternative difensive e trattative sulle fasce
Altri nomi spiccano: Aguerd, giocatore che costa meno, ma la sua disponibilità è limitata a causa degli impegni in Coppa d’Africa. Questo fattore limita la sua immediata utilità nella rosa durante la stagione. La società quindi procede con calma, cercando il profilo difensivo adatto prima di chiudere.
Per quanto riguarda la fascia esterna destra, la trattativa più complessa riguarda Wesley, che il Flamengo valuta 30 milioni di euro. Troppo per la Roma in questa fase, dunque si continuerà a cercare altre soluzioni più accessibili, non solo in difesa ma anche sulle corsie laterali. La capacità di scovare un giocatore che garantisca equilibrio resta centrale nel lavoro dirigenziale.