Roma continua a farsi notare per la sua complessità amministrativa e gestionale. Secondo Francesco Gaetano Caltagirone, un cambiamento profondo delle norme e una semplificazione delle procedure potrebbero migliorare il funzionamento quotidiano della città. In occasione dell’evento “L’Italia si trasforma – Una sfida Capitale” organizzato dal Messaggero, si è discusso del ruolo di Roma nelle trasformazioni mondiali, evidenziando le difficoltà di un sistema ancorato a regole superate che frenano ogni tentativo di innovazione.
L’intreccio di regole e interessi che rallenta la capitale
Roma non soffre soltanto di inefficienza, ma soprattutto di una stratificazione di regole che si sovrappongono da anni, intrecciate a interessi consolidati. Questo intreccio rende complicato qualsiasi tentativo di modifica o miglioramento nella gestione della città. Caltagirone ha rimarcato che l’ostacolo più grande non è la mancanza di risorse o di volontà, ma proprio la presenza di questi vincoli che bloccano ogni cambiamento.
Le regole in vigore, spesso risalenti a tempi lontani e pensate per situazioni diverse, sono diventate un fardello. Oltretutto, a queste si aggiunge la difesa da parte dei vari gruppi interessati, che temono di perdere privilegi o posizioni. Il risultato è che la capitale italiana rimane ingessata, con sistemi amministrativi e burocratici che rallentano qualsiasi progetto di rilancio o di manutenzione ordinaria. Secondo l’imprenditore, liberarsi da queste catene normative è fondamentale per ridare slancio alla città, per riconquistare la libertà necessaria a muoversi con più agilità.
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La stratificazione normativa e il peso degli interessi
Come roma ha reagito agli eventi straordinari
Contrariamente a quanto si possa pensare, Roma ha dimostrato di riuscire a funzionare bene in situazioni di emergenza o eventi importanti. L’evento di Caltagirone ha sottolineato come la capacità organizzativa della città si sia messa in luce in occasioni come il Giubileo, la morte e la nomina del nuovo papa, e alcune manifestazioni sportive di rilievo, come il tennis, il Giro d’Italia o Piazza di Siena.
In queste circostanze, l’amministrazione ha potuto applicare misure straordinarie, assegnare ruoli specifici e definire regole più flessibili e snelle. L’efficacia mostrata in quei momenti si collega a un coordinamento puntuale e a una disponibilità delle persone coinvolte nel mettere in campo le risorse adatte. Tutto questo, inoltre, si è combinato con l’impennata dei flussi turistici, creando un ambiente dove la città ha risposto positivamente, dimostrando di poter reagire sotto pressione.
Tuttavia, questo modello non si applica alla gestione ordinaria. Quando invece si tratta di routine quotidiana, la città fatica. L’adozione di norme rigide e superate, insieme con le resistenze da parte dei gruppi consolidati, rende lenta l’esecuzione di servizi e interventi di manutenzione. Questo rende evidente lo scarto tra la capacità di risposta in situazioni straordinarie e la difficoltà di gestire efficacemente il “normale”.
Tra emergenze e gestione quotidiana
La necessità di evolvere oltre le incrostazioni
L’appello di Caltagirone va nella direzione di rompere con le pratiche che impediscono il rinnovamento. Il modello romano, con le sue complessità e contraddizioni, rappresenta una sfida che deve essere affrontata con una revisione sostanziale delle regole. L’evoluzione della città richiede di superare gli ostacoli creati dalle “incrostazioni” di leggi obsolete e interessi particolari che consolidano vecchie dinamiche di potere.
La richiesta di velocizzare il cambiamento non riguarda soltanto Roma, ma si estende a tutto il Paese. Spesso, le città italiane si vedono imbrigliate da sistemi amministrativi che non tengono conto delle esigenze moderne. Secondo l’imprenditore, le trasformazioni devono passare anche attraverso una riforma culturale, che consenta di affidarsi a chi ha le competenze adeguate e a norme più chiare e flessibili.
Superare leggi obsolete e interessi radicati
Esempi e prospettive: il caso napoli
Non solo Roma, ma anche altre grandi città italiane stanno vivendo una stagione di trasformazioni legate alla revisione delle regole e a cambiamenti culturali. Napoli rappresenta un esempio interessante. Dopo una stagione di decadenza sotto la precedente amministrazione, la città sembra intravedere una ripresa con il nuovo sindaco Gaetano Manfredi.
Questa inversione di tendenza appare legata proprio al modo di concepire la gestione pubblica e il rapporto con le norme. Cambiando l’atteggiamento culturale si modifica anche la sostanza delle regole e si creano condizioni migliori per far rinascere matrimoni tra cittadinanza e istituzioni. Napoli, toccando il punto più basso, ora dimostra come un cambio di passo nella gestione possa portare a risultati tangibili.
Se da una parte la ratifica di nuove idee aiuta a superare limiti culturali, dall’altra si intravedono le difficoltà a liberarsi da eredità pesanti e da interessi radicati. Eppure, il successo parziale di questa trasformazione sostiene che un percorso di semplificazione e apertura è possibile, se accompagnato da una volontà concreta e da un’azione politica diretta.