Francesca Fagnani, esperta di mafia e conduttrice di Belve, ha recentemente esaminato il fenomeno del riciclaggio attraverso gli idrocarburi a Roma. In particolare, ha rivelato dettagli inquietanti su alleanze criminali emergenti che coinvolgono clan camorristici, ‘ndranghetisti e le consorterie romane e laziali.
Le interconnessioni criminali nella Capitale
La centrale di riciclaggio scoperta recentemente dalla Dia e dalla Dda di Roma ha scosso le fondamenta della città , rivelando una rete intricata di collaborazioni tra figure di spicco della criminalità organizzata. Al centro di questa operazione si trovano i discendenti di noti boss mafiosi come Enrico Nicoletti della Banda della Magliana e Michele Senese, leader di uno dei gruppi più potenti di Roma.
Storia e attualità delle collusioni
L’esperta rileva che Roma è da sempre un terreno fertile per attività illecite come l’estorsione, l’usura e il riciclaggio a causa delle ampie opportunità economiche offerte. Nomi come Nicoletti e Senese, legati ai clan calabresi e campani, emergono costantemente nelle indagini come figure chiave nel sottobosco criminale della città .
Nuove frontiere del riciclaggio: cinema, musica e politica
Oltre agli idrocarburi, altri settori come il cinema e la musica sono stati coinvolti in operazioni di riciclaggio. Manager artistici come Angelo Calculli e produttori cinematografici come Daniele Muscariello sono stati implicati in azioni illecite che coinvolgono sia la mala romana che la criminalità albanese, allargando così gli orizzonti della corruzione.
L’ascesa dei criminali albanesi a Roma
Un capitolo importante riguarda l’emersione della criminalità albanese che, negli ultimi anni, si è affermata come un’entità influente nella scena criminale della Capitale. In precedenza conosciuti come “i pugilatori” per la loro provenienza dalle palestre di boxe, gli albanesi ora gestiscono il traffico di droga e si collegano direttamente con i cartelli sudamericani, dimostrando una pericolosa escalation dei loro poteri.
La necessità dei ‘padroni’ a Roma
Contrariamente alla vecchia narrazione che vedeva Roma come refrattaria ai “padroni”, oggi emergono evidenze contrarie. L’analisi di Fagnani sottolinea la presenza costante degli stessi nomi nell’ambito criminale, suggerendo che esiste una domanda per autorevoli leader per garantire il funzionamento delle reti criminali. La longeva influenza della famiglia Senese e di altre figure centrali sottolinea la persistenza di una gerarchia criminale ben definita nella Capitale.
Ultimo aggiornamento il 10 Luglio 2024 da Laura Rossi