Roma, reggio emilia e pesaro ai primi posti nella lotta contro lo spreco alimentare nel 2024

Roma, reggio emilia e pesaro ai primi posti nella lotta contro lo spreco alimentare nel 2024

In Italia, Roma, Reggio Emilia e Pesaro guidano la riduzione dello spreco alimentare nel 2024, con comportamenti diversi tra Nord, Centro e Sud e un crescente uso di app antispreco come Too Good To Go.
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Nel 2024, Roma, Reggio Emilia e Pesaro guidano in Italia la lotta contro lo spreco alimentare, grazie a pratiche diffuse e app antispreco, con una crescente consapevolezza tra i cittadini. - Gaeta.it

Lo spreco alimentare continua a rappresentare una sfida significativa in Italia, ma alcune città stanno muovendo passi importanti per limitarlo. Nel 2024, Roma, Reggio Emilia e Pesaro emergono come i centri più attivi nella riduzione degli sprechi di cibo, secondo i dati raccolti da Too Good To Go. Questa classifica prende in esame il numero di pasti salvati nelle diverse province italiane, evidenziando una crescente attenzione a tutte le latitudini, dalle grandi città ai piccoli comuni.

Le città più impegnate nella riduzione dello spreco alimentare

Tra le metropoli con più di 300mila abitanti, Roma detiene il primato nello sforzo di recuperare pasti che rischiavano di essere buttati. Seguono Milano, Torino, Genova e Bologna, tutte realtà dove cittadini e commercianti stanno adottando pratiche per impedire il deterioramento del cibo. Queste città mostrano segnali di una maggiore consapevolezza ambientale e sociale.

Medie dimensioni e città più piccole

Nel segmento delle città di medie dimensioni, quelle tra 100mila e 300mila abitanti, spicca Reggio Emilia. Quella emiliana ha sviluppato una rete di negozianti e cittadini sempre più attivi nel contrasto allo spreco. La classifica prosegue con Modena, Verona, Cagliari e Padova, luoghi dove lo scambio e il recupero di cibo trovano sostegno diffuso nelle comunità locali. Nelle città più piccole, sotto i 100mila abitanti, Pesaro si conferma al primo posto. Seguono Cuneo, Pavia, Pisa e Lecce, centri in cui la sensibilità sociale si traduce in azioni concrete contro gli sprechi.

I comportamenti degli italiani davanti al cibo non consumato

Una ricerca condotta da Too Good To Go in collaborazione con YouGov traccia il profilo delle abitudini italiane riguardo il cibo avanzato o a rischio di finire nella spazzatura. Un dato rilevante riguarda il fatto che circa un italiano su tre butta cibo ogni settimana, con una maggiore frequenza al Sud. Le cause principali sono due: il cibo dimenticato in frigorifero o sugli scaffali e il superamento della data di scadenza . Questi fattori contribuiscono a generare un surplus destinato allo spreco.

Differenze geografiche negli atteggiamenti

Davanti agli avanzi, però, il comportamento varia secondo la zona geografica. Il 78% degli italiani consuma le pietanze il giorno dopo, un’abitudine maggiormente presente nelle regioni del Centro Italia. Al Nordovest si tende a congelare il cibo non consumato, mentre al Sud e nelle isole spesso si preferisce condividerlo con familiari o amici. Questi atteggiamenti dimostrano come le tradizioni e il contesto influenzino le modalità di gestione degli alimenti.

L’impatto delle app antispreco e la consapevolezza diffusa

Tra gli strumenti più diffusi per combattere lo spreco vi sono le applicazioni mobili dedicate, conosciute o utilizzate dal 46% degli italiani. Hanno maggiore successo tra i giovani tra i 25 e i 34 anni e nelle famiglie con figli. Questi strumenti favoriscono il ritrovamento di offerte su prodotti vicini alla scadenza, evitando che il cibo venga scartato troppo presto.

Il tema della riduzione degli sprechi sembra coinvolgere la maggior parte degli italiani, con il 78% che considera questa una priorità. La consapevolezza attorno al valore del cibo e le azioni concrete in molte città danno segnali incoraggianti di un cambiamento culturale in atto. Senza dubbio questi dati segnalano quanto il rispetto del cibo stia diventando parte delle attenzioni quotidiane nel paese.

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