Roma e Milano tra le città italiane più sorvegliate da telecamere collegate a internet

Roma e Milano tra le città italiane più sorvegliate da telecamere collegate a internet

Il numero di telecamere nelle città italiane come Roma e Milano supera le 70mila, molte con connessioni internet non protette che mettono a rischio la privacy e la sicurezza dei cittadini.
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L’articolo evidenzia la crescente diffusione di telecamere di sorveglianza in città italiane come Roma e Milano, molte delle quali sono connesse a internet senza adeguate protezioni, esponendo seri rischi per la privacy e la sicurezza dei cittadini. - Gaeta.it

Il numero di telecamere che monitorano le città italiane continua a crescere, e molte di queste sono collegate a piattaforme online senza adeguate protezioni. Una recente analisi ha rilevato che oltre 70mila telecamere osservano spazi pubblici in città come Roma e Milano. Il rischio è che molte trasmissioni, accessibili via internet, finiscano sotto gli occhi di chiunque, con implicazioni serie per la privacy.

La diffusione delle telecamere nelle città italiane

Negli ultimi anni, Roma e Milano hanno visto aumentare significativamente il numero di dispositivi di sorveglianza installati in spazi pubblici, dalle strade alle piazze fino ai mezzi di trasporto. Questi dispositivi servono a monitorare traffico, prevenire crimini e gestire eventi pubblici. Sono diventati parte integrante della gestione urbana quotidiana.

La rete di telecamere, però, non si limita ai sistemi tradizionali collegati alle autorità comunali o forze dell’ordine. Molte sono dispositivi di provenienza privata o installate da negozi e aziende. È noto che la somma di questi apparecchi supera le 70mila unità nel paese, una cifra che in gran parte riguarda le metropoli. Roma e Milano, per dimensioni e servizi, sono al vertice di questa classifica.

Gli strumenti utilizzati variano dalla videosorveglianza analogica a quella digitale. Le telecamere recenti sono spesso dotate di sistema IP, cioè si connettono direttamente a internet, per consentire la gestione remota delle immagini. Questa caratteristica, utile per l’operatività, apre però delle porte a rischi di esposizione.

Il problema della esposizione delle telecamere su internet

Una piattaforma che censisce e monitora le telecamere online ha evidenziato che un numero rilevante di dispositivi in Italia risulta inaccessibile solo tramite strumenti ufficiali, ma può essere raggiunto via web da chiunque abbia le giuste conoscenze tecniche. Queste telecamere “esposte” trasmettono immagini dal vivo e a volte registrazioni, spesso senza alcuna protezione come password o crittografia.

Il problema riguarda soprattutto i modelli IP, diffusi in aree urbane ad alta densità come Roma e Milano. Spesso i proprietari o gli amministratori non aggiornano le impostazioni di sicurezza o usano credenziali di accesso deboli. Di conseguenza, le immagini possono essere viste da esterni senza autorizzazione, con conseguenze importanti in termini di privacy e sicurezza.

L’accesso non autorizzato alle telecamere può consentire la raccolta di dati sensibili, come movimenti dei pedoni, orari di attività o addirittura riconoscimento facciale. Ci sono stati casi in cui queste riprese sono finite su piattaforme aperte al pubblico, generando allarme tra cittadini e associazioni a difesa dei diritti digitali.

Le autorità non sono estranee al fenomeno, e a volte anche impianti ufficiali risultano vulnerabili. Questo solleva dubbi sulle procedure di gestione e controllo dei dati video raccolti nelle città, specie davanti all’aumento dell’uso di sistemi tecnologici sempre più interconnessi.

L’impatto sulla privacy e la sicurezza dei cittadini

La presenza massiccia di telecamere senza adeguati sistemi di protezione mina un diritto fondamentale: la tutela della privacy dei cittadini. Non è solo una questione legata alla sorveglianza, ma a come vengono conservate e diffuse le immagini raccolte.

Le registrazioni di luoghi pubblici, non sempre soggette a normative rigide, potrebbero essere sfruttate per scopi diversi da quelli dichiarati. Per esempio, monitoraggi esterni potrebbero trasformarsi in tentativi di spionaggio o controllo abusivo di persone. I rischi diventano concreti se chi ha accesso alle immagini non è facilmente identificabile.

Inoltre, l’esposizione di questi sistemi può facilitare azioni criminali sul web, come il furto di dati o intrusioni in altri dispositivi connessi alla medesima rete. Questo aspetto evidenzia una questione tecnica che coinvolge anche le amministrazioni cittadine e i gestori di reti private.

Alcune realtà associative hanno chiesto interventi rapidi per rendere obbligatorie misure di sicurezza rigide, come crittografie forti e aggiornamenti periodici. Serve un controllo più attento su come le telecamere vengono installate e poi amministrate. Le tecnologie di sorveglianza sono utili, ma devono rispettare norme precise per evitare abusi.

Le iniziative per regolare la videosorveglianza nelle città italiane

Dallo scorso anno diversi enti locali, tra cui quelli di Roma e Milano, hanno avviato verifiche sui sistemi di videosorveglianza installati in area pubblica. I controlli riguardano sia gli apparecchi in mano alle istituzioni sia quelli di privati che sviluppano attività in zone frequentate dal pubblico.

Il legislatore ha previsto regole specifiche per limitare l’esposizione delle immagini e per definire chiaramente chi può accedere alle telecamere. La regolamentazione punta a stabilire protocolli per la cifratura dei dati e la responsabilità dei gestori di rete. Occorre certificare con controlli sistematici il rispetto delle norme sulla privacy.

In parallelo, alcune piattaforme tecnologiche offrono strumenti per individuare e bloccare telecamere che trasmettono senza adeguate barriere di sicurezza. Questo tipo di software permette di intervenire più rapidamente per togliere dalla rete i flussi video a rischio.

A Milano sono partiti progetti pilota per l’installazione di sistemi che segnalino automaticamente ogni tentativo di accesso non autorizzato. Roma ha adottato procedure per sensibilizzare i privati a mantenere aggiornati i propri sistemi di sorveglianza. Entrambe le città cercano un equilibrio tra controllo e rispetto dei diritti di ogni cittadino.

Difficile fermare del tutto fenomeni di esposizione incontrollata, ma l’attenzione mediatica e istituzionale sulle telecamere internet aiuta a contenere i rischi. L’equilibrio tra sicurezza urbana e privacy rimane un tema delicato, che sarà al centro delle scelte tecnologiche nei prossimi mesi.

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