Roma, ancora turnover nei manager tra dimissioni e nuovi arrivi nella società giallorossa

Roma, ancora turnover nei manager tra dimissioni e nuovi arrivi nella società giallorossa

La As Roma dei fratelli Friedkin affronta una fase di instabilità dirigenziale con dimissioni chiave e l’arrivo di Gian Piero Gasperini, mentre si cerca un Ceo stabile per garantire continuità e un progetto duraturo.
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La Roma, sotto la proprietà Friedkin, vive una fase di instabilità dirigenziale con molte dimissioni chiave e l’assenza di un Ceo stabile, mentre si punta su Gasperini per rilanciare il progetto sportivo con una guida manageriale più solida e duratura. - Gaeta.it

La società As Roma, guidata dai fratelli Friedkin, sta attraversando una nuova fase di cambiamenti dirigenziali. Dopo dimissioni importanti e un’attesa mai colmata per la nomina di un nuovo Ceo, la squadra di Trigoria deve affrontare un momento di grande instabilità nei ruoli manageriali. Il settore sportivo e amministrativo si svuota di figure chiave, mentre la guida tecnica si rinnova con l’arrivo di Gian Piero Gasperini, deciso a costruire un progetto duraturo.

Cambiamenti recenti nei vertici societari della roma

Nei mesi scorsi la società romanista ha visto andar via figure importanti della sua struttura dirigenziale. Florent Ghisolfi ha lasciato il ruolo di direttore sportivo, mentre Lorenzo Vitali, nominato da poco chief administrator officer, ha scelto di dimettersi. Questi addii si sommano alle dimissioni di Lina Soulouku, ex Ceo, uscita di scena a settembre, subito dopo il licenziamento di Daniele De Rossi dal ruolo di allenatore.

La Roma ha così vissuto un periodo senza un Ceo stabile, una condizione insolita per una società che punta a restare competitiva. Nonostante tutto, alcuni punti fermi in seno alla gestione tecnica restano: Claudio Ranieri, che ha deciso di rinunciare alla panchina della nazionale per rimanere vicino al club, e Gian Piero Gasperini, il nuovo allenatore arrivato a Trigoria per dare una scossa al progetto sportivo.

Lo stile di gestione americano e la rotazione dei dirigenti

La frequenza con cui salta la dirigenza pare rispecchiare una tendenza consolidata nelle società americane, dove la proprietà assume un ruolo centrale e i manager sono chiamati a eseguire senza un potere strutturato. In questi contesti il licenziamento immediato ha un peso differente, perché spesso chi perde lavoro può trovare altre opportunità facilmente, almeno nel mercato statunitense.

Questo modo di operare fa riferimento a una cultura aziendale molto fluida, dove le società hanno risorse per sostenere cambi repentini senza perdersi sul piano economico. Nel calcio italiano però, la presenza di tale metodo assume un altro volto. L’abitudine a cambiare responsabili con rapidità rischia di generare instabilità, che si riflette direttamente sui risultati sportivi e sulla capacità del club di programmare.

Le conseguenze della mancanza di continuità negli ultimi anni

La Roma ha vissuto episodi variabili negli ultimi anni, ma ancora non è riuscita a trovare continuità stabile nel suo organigramma. La parentesi di José Mourinho, magari la più significativa dal punto di vista mediatico e sportivo, è stata accompagnata da una costante tensione con i dirigenti. Il tecnico portoghese ha spesso lamentato l’assenza di figure societarie forti e chiare nei ruoli strategici.

Diversamente, Claudio Ranieri ha guidato la squadra in condizioni di solitudine decisionale, agendo quasi come un uomo solo al comando. Il risultato è una squadra che raramente ha potuto programmare a lungo termine, con risultati sportivi altalenanti e percorsi improvvisati.

La necessità di un progetto duraturo con manager capaci e delegati

Molti tifosi e osservatori sperano che la Roma possa presto trovare un direttore sportivo più incisivo di Florent Ghisolfi e, soprattutto, un Ceo che garantisca una leadership forte e stabile. Un progetto di medio-lungo termine sembra ormai necessario per evitare che la squadra si ritrovi sempre alla deriva tra espedienti temporanei.

Per sostenere l’ambizione di Gasperini e rispondere alle scelte della proprietà Friedkin, serve un apparato dirigenziale coeso. La sfida è trovare figure in grado di prendere decisioni autonome e svolgere il proprio lavoro senza essere condizionati dagli umori della proprietà. Solo così la Roma potrebbe veramente costruire una squadra pronta a competere con continuità in Italia e oltre.

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