L’Europa rappresenta un modello di convivenza democratica unico da oltre duemila anni, un progetto che ha garantito pace e sviluppo a oltre 500 milioni di cittadini. Roberto Benigni, ospite nello studio di Bruno Vespa per la trasmissione Cinque Minuti, ha espresso la sua visione critica sull’attuale funzionamento delle istituzioni europee e sull’importanza di preservare questi valori, in occasione dell’uscita del suo libro Il sogno.
L’europa come costruzione democratica e il ruolo dell’unanimità nei governi nazionali
Secondo Benigni, l’Europa è un continente che vive due facce distinte come il famoso personaggio Jekyll e Hyde. La prima, rappresentata dal Parlamento europeo e dalla Commissione, agisce per tutelare gli interessi comuni e i diritti dei cittadini. La seconda, incarnata dal Consiglio europeo, dove siedono i capi di stato e governo, mantiene un meccanismo decisionale basato sull’unanimità e sul diritto di veto.
Il problema del veto in europa
Il problema nasce quando paesi con poche decine di milioni di abitanti, come Cipro che conta 1,3 milioni di persone, riescono a bloccare decisioni importanti per l’intero continente. Benigni propone di eliminare il veto e l’unanimità nel Consiglio europeo per permettere a Bruxelles di agire più velocemente e superare le divisioni che rallentano la realizzazione di progetti strategici.
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Questa impostazione, spiega, libererebbe l’Europa da molti ostacoli e la farebbe diventare un sogno realizzabile per benessere e coesione, un passo avanti rispetto agli attuali limiti di governabilità fra Stati nazionali fortemente divergenti negli interessi.
Il ruolo dell’europa nella pace e nella storia contemporanea
Durante l’intervista, Benigni ha sottolineato come la costruzione europea sia nata proprio per assicurare la pace fra nazioni che per secoli sono state in conflitto. Ha ricordato che l’Europa ha vissuto, negli ultimi 80 anni, il periodo di pace più lungo dalla guerra di Troia ad oggi, sottolineando il valore straordinario di questo risultato storico.
Questo legame tra unità e pace è centrale nella sua visione. L’Europa non si può limitare a un’accumulazione di regole e trattati, ma deve continuare a rappresentare un impegno condiviso che evita il ritorno di tensioni nazionaliste e guerre. L’unità è infatti la chiave per mantenere stabilità politica e prosperità su un continente segnato da ferite nel corso della storia.
La questione dei dazi e il richiamo alla memoria storica
Nel dialogo con Vespa, è emerso un confronto con il passato e il presente economico attraverso il ricordo del film cult Non ci resta che piangere, che rappresentava atmosfere italiane degli anni Ottanta, segnate da frontiere e dogane ancora attive. Benigni ha associato questa realtà all’odierna imposizione di dazi, come quelli imposti dagli Stati Uniti durante recenti tensioni commerciali.
Ha definito i dazi un anacronismo pericoloso, considerandoli un’arma che mette a rischio la pace. La guerra commerciale basata su queste misure, secondo lui, ha avuto ripercussioni negative per l’Occidente, e ricorda quelle azioni come un ritorno a mentalità di tipo medievale che la storia ha sempre condannato.
Il riferimento alla Storia serve a ribadire che politiche protezionistiche e barriere economiche provocano conflitti e ostacolano il dialogo, mentre l’Europa ha invece saputo dimostrare l’opposto attraverso l’abbattimento delle barriere tra stati membri.
Patriottismo e nazionalismo, la differenza cruciale per il futuro
Benigni ha preso posizione anche sul tema delicato del nazionalismo e del patriottismo, criticando la recente risorgenza di movimenti nazionalisti che mettono la nazione davanti a tutto e sembrano voler sopraffare gli altri paesi. Ha definito questi atteggiamenti pericolosi, capaci di minare il progetto europeo e far risalire tensioni che andavano superate.
Ha spiegato di considerarsi un patriota convinto, amando il proprio paese ma senza cadere nelle derive del nazionalismo. Per lui, il patriottismo significa rispetto per la propria comunità, senza voler imporre gerarchie o vantaggi su altre nazioni.
Questa distinzione, parafrasando Benigni, è fondamentale per evitare derive pericolose e garantire che l’Europa prosegua come comunità di paesi uniti da valori comuni, lontani da logiche di conflitto o supremazia.
Le parole di benigni sull’europa: un sogno di pace e diritti da difendere
Nel suo libro, presentato durante la trasmissione, Benigni descrive l’Europa come l’unico sogno rimasto per la pace, il benessere e la felicità di chi abita quel continente. Il suo appello è a non perdere questa eredità, visto che i diritti e le libertà già garantite sono diventate motivo di ammirazione in tutto il mondo.
L’Europa, sottolinea, ha principi che non hanno paragoni altrove, ed è proprio questa sua unicità che la rende indispensabile. Per Benigni resta un modello da difendere e rafforzare, soprattutto in tempi in cui il nazionalismo guadagna terreno in varie parti del mondo.
Il sogno europeo raccontato da Roberto Benigni riprende temi di cultura, politica e storia, miscelandoli con la sua capacità di comunicare emozioni, per ricordarci che custodire la pace e il dialogo fra popoli è fondamentale anche in un’epoca complessa come quella attuale.