Il 14 maggio 2025 è ricominciato in tribunale a Torino il procedimento penale sul crollo della gru in via Genova, avvenuto il 18 dicembre 2021. L’incidente provocò la morte di tre lavoratori e ha acceso un dibattito sulla sicurezza nei cantieri cittadini. Il processo mira a chiarire le responsabilità di quanto accaduto, esaminando ogni dettaglio dei fatti e le eventuali mancanze nella gestione del cantiere.
Il crollo della gru e le vittime dell’incidente di via genova
Quel 18 dicembre del 2021 in via Genova a Torino, una gru stava montando il braccio metallico per lavori edili quando, improvvisamente, la struttura cedette. Tre operai impegnati sul posto caddero insieme alla macchina, perdendo la vita. Le vittime sono Filippo Falotico, ventenne, Roberto Peretto di cinquantadue anni e Marco Pozzetti di cinquantatré. Il loro turno di lavoro si è trasformato in una tragedia, che ha scosso la comunità locale. L’incidente ha richiamato l’attenzione sulle condizioni di sicurezza nei cantieri, sollevando interrogativi sulle norme e il loro rispetto nei cantieri torinesi.
Un incidente tra i più gravi sul lavoro
Il crollo è stato tra i più gravi incidenti sul lavoro in città degli ultimi anni. Il lavoro di montaggio della gru – una procedura considerata delicata – richiedeva attenzione maniacale, ma qualcosa è andato storto, portando a un esito fatale. Il territorio attende risposte precise sul perché una situazione simile abbia avuto luogo, soprattutto considerando le condizioni lavorative e i protocolli di sicurezza in corso.
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Le accuse e gli imputati nel processo penale
Il tribunale di Torino ha convocato cinque imputati per rispondere a vari reati: omicidio colposo, disastro colposo, lesioni personali e violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro. Si tratta di Enrico Calabrese, Federico Fiammengo, Roberta Iandolino, Stefano Sprocatti e Mirzad Svraka. Le accuse contemplano l’aggravante della violazione delle regole per prevenire gli infortuni, oltre alla cooperazione colposa per quanto riguarda la responsabilità comune.
Il ruolo della procura e degli esperti
La procura lavora affinché le singole responsabilità emergano in un quadro dettagliato. A sostegno delle indagini sono stati chiamati anche esperti e testimoni tecnici, utili a spiegare i vari passaggi di quel giorno e le falle nei controlli. Sulla base degli accertamenti condotti dalla polizia giudiziaria e dagli ispettori dello Spresal, è possibile mettere insieme una ricostruzione precisa di ciò che non ha funzionato nel cantiere. Una disamina tecnica che cerca di spiegare come l’incidente abbia potuto accadere in un ambiente dove la sicurezza avrebbe dovuto essere rigorosamente controllata.
La partecipazione delle parti civili e l’assenza del comune di torino
In aula è presente l’associazione Sicurezza e Lavoro, compatta nel chiedere il proseguimento serrato del processo. Anche Inail, Fenealuil e Fillea Cgil si sono presentati come parte civile. Il Comune di Torino, inizialmente parte del procedimento, ha scelto di uscire accettando un risarcimento di 55 mila euro. Questo ritiro ha suscitato critiche per via del vuoto simbolico che lascia in una vicenda così delicata.
Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro, ha sottolineato l’importanza di portare avanti il processo senza ulteriori ritardi. Ha ricordato come la tragedia avrebbe potuto avere conseguenze ancora più gravi se la gru fosse caduta qualche attimo prima o dopo, magari coinvolgendo un autobus passato nella zona. Il riferimento oltre all’evento in sé indica un problema strutturale legato alla sicurezza nei cantieri cittadini, dove controlli inadeguati favoriscono situazioni di pericolo che si potrebbero evitare.
Le prossime udienze e il futuro del processo in tribunale
Il giudice Claudio Canavero ha stabilito le date per le prossime udienze: 19 maggio, 9 e 16 giugno, 7 luglio. Le sessioni ravvicinate mirano a conferire un ritmo definito alla fase dibattimentale, in modo da evitare lungaggini. Le famiglie delle vittime, i lavoratori nei cantieri e chi segue il caso con attenzione attendono risposte. Il percorso giudiziario dovrà chiarire ogni nodo, in particolare per evitare che simili tragedie si ripetano.
Il processo rappresenta un momento cruciale per chi cerca giustizia e per la sicurezza sul lavoro in città. Le audizioni e le testimonianze fissate nelle prossime settimane saranno un banco di prova per la giustizia torinese e un’occasione per riflettere sulle condizioni di lavoro e sugli standard di sicurezza effettivamente adottati nel territorio.